19 Jun, 2025 - 07:00

Sondaggi, cosa pensano gli italiani del governo Meloni: la premier è promossa o bocciata?

Sondaggi, cosa pensano gli italiani del governo Meloni: la premier è promossa o bocciata?

Da una parte, una larga fascia di potenziali elettori; dall’altra, la sfiducia della maggioranza degli italiani. La situazione del governo guidato da Giorgia Meloni appare numericamente paradossale: secondo uno degli ultimi sondaggi di YouTrend, la presidente del Consiglio mantiene un ruolo saldo di leadership, risultando seconda solo al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nella classifica dei politici più apprezzati dagli italiani. Tuttavia, questo consenso personale non si riflette pienamente nella percezione dell’intero esecutivo, che non gode della fiducia della maggioranza dei cittadini.

Ben il 60% degli italiani, infatti, non guarda con favore al governo nazionale. Eppure, quasi il 37% continua a riconoscersi nel lavoro e nelle idee promosse da Meloni, mantenendo una visione fiduciosa del futuro. Anche se le recenti elezioni comunali non hanno portato i risultati auspicati per la coalizione di centrodestra, un segnale positivo è arrivato dalla conquista di Matera, capoluogo simbolico e strategico.

Inoltre, i sondaggi sulle intenzioni di voto mostrano una relativa stabilità di Fratelli d’Italia, che rimane il primo partito con un vantaggio netto sul Partito Democratico. L’anello debole del governo potrebbe essere rappresentato proprio dagli alleati della premier. La Lega e Forza Italia sembrano ormai troppo distanti, in termini di consenso, dal partito di Meloni e continuano a registrare un calo rispetto al passato. Pur facendo parte della maggioranza, non riescono a mantenere un peso politico sufficiente per bilanciare l’influenza di Fratelli d’Italia, rischiando di apparire come comparse all’interno dell’esecutivo.

La fiducia degli italiani

Il dato più rilevante, e in parte allarmante, riguarda il livello di fiducia generale nel governo: solo il 37% dei cittadini ritiene che l’esecutivo sia all’altezza del proprio compito, mentre un ulteriore 3% dichiara di non avere un’opinione definita. La maggioranza, pari al 60%, ritiene invece che il Paese non sia in buone mani. Un segnale che, alla luce dell’esito dei referendum promossi da sindacati e centrosinistra e dei risultati delle amministrative, solleva interrogativi sul grado di tenuta dell’attuale maggioranza.

Un test importante sarà rappresentato dalle elezioni regionali dell’autunno: qui si misurerà concretamente se la fiducia degli italiani nei confronti del governo reggerà all’impatto del voto o inizierà a incrinarsi.

La classifica dei leader

Giorgia Meloni non è la leader politica più amata dagli italiani, ma si conferma al secondo posto. In cima alla graduatoria resta il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, con il 63% delle preferenze.

La premier è al 35%, seguita da Antonio Tajani, vicepresidente del Consiglio e leader di Forza Italia. Più distaccati figurano Giuseppe Conte e Elly Schlein, mentre Matteo Salvini si ferma al 22%, ben lontano dai vertici.

Autunno caldo tra elezioni e referendum

L’autunno 2025 potrebbe rappresentare un passaggio cruciale per l’esecutivo. Sono in programma elezioni regionali in sei territori: Veneto, Campania, Toscana, Puglia, Marche e Valle d’Aosta. Per il centrodestra sarà determinante mantenere il controllo di regioni chiave come il Veneto e le Marche, dove è stato ricandidato l’attuale governatore Francesco Acquaroli.

In parallelo, si profila la possibilità di un referendum costituzionale sul tema della giustizia, anticipato dal ministro Carlo Nordio. Questo appuntamento potrebbe trasformarsi in un vero e proprio banco di prova per il governo Meloni.

Riassunto finale in tre punti

  • Fiducia limitata: solo il 37% degli italiani sostiene il governo Meloni, mentre il 60% esprime sfiducia.
  • Leadership solida ma solitaria: Meloni è popolare, ma i suoi alleati non reggono il confronto e il consenso personale non si riflette pienamente sull’esecutivo.
  • Sfide all’orizzonte: elezioni regionali e possibile referendum costituzionale potrebbero mettere alla prova la stabilità politica del governo.

 

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