20 Jun, 2025 - 12:57

Salvini assolto nel caso Open Arms: nella sentenza i giudici chiamano in causa la Spagna

Salvini assolto nel caso Open Arms: nella sentenza i giudici chiamano in causa la Spagna

Nel caso Open Arms, secondo i giudici, sarebbe spettato alla Spagna garantire i diritti dei migranti a bordo, offrendo un porto sicuro. L’allora ministro dell’Interno, Matteo Salvini, non aveva alcun obbligo in tal senso. È questa la motivazione – depositata e resa pubblica ieri – con cui il tribunale ha assolto, lo scorso dicembre, il leader della Lega dalle accuse di sequestro di persona plurimo e omissione di atti d’ufficio.

I giudici hanno confermato che difendere l’Italia non è reato, rilevando l’ostinazione e l’arroganza di Open Arms, che ha fatto di tutto per venire in Italia": ha commentato Salvini con un post sui social. Pur esprimendo soddisfazione, il leader leghista ha sottolineato “l'amarezza per un processo lungo, costato migliaia di euro ai contribuenti”,  intentato solo per via dell’ “odio politico della sinistra”.

Il caso Open Arms

I fatti risalgono all’estate del 2019. È agosto e, nel Mediterraneo, la nave della ong spagnola Proactiva Open Arms chiede all’Italia l’assegnazione di un porto sicuro per sbarcare i 147 migranti a bordo. Matteo Salvini, allora ministro dell’Interno nel governo gialloverde (Conte I), vieta l’ingresso nelle acque territoriali italiane.

Inizia un tesissimo braccio di ferro. Per venti giorni, la nave rimane bloccata in mare. La situazione, ora dopo ora, è sempre più difficile: i migranti allo stremo e condizioni igienico-sanitarie critiche. Alcuni migranti vengono fatti sbarcare per motivi sanitari e psicologici; anche i minori vengono autorizzati a scendere. Gli 83 migranti rimanenti sono costretti a rimanere a bordo fino al 20 agosto, giorno in cui arriva finalmente l’autorizzazione a sbarcare.

La Procura di Agrigento apre un’indagine e contesta a Salvini i reati di sequestro di persona plurimo e rifiuto di atti d’ufficio. Il processo, iniziato nel settembre 2021, si protrae per oltre tre anni, fino all’assoluzione con formula piena del dicembre 2024: il fatto non sussiste.

Cosa dice la sentenza Salvini nel caso Open Arms

Secondo il Tribunale di Palermo, l’assegnazione di un porto sicuro (POS) alla nave spagnola Open Arms non costituiva un obbligo giuridico per il ministro dell’Interno. Di conseguenza, non sussistevano gli estremi né per il reato di rifiuto di atti d’ufficio né per quello di sequestro di persona. 

Infatti, i giudici hanno evidenziato la presenza di numerose “aree grigie” nelle convenzioni internazionali, che contengono più che altro raccomandazioni generiche — e non vincolanti — sugli obblighi degli Stati dopo il primo soccorso in mare, la cui mancata osservanza non è penalmente perseguibile.

Nel caso Open Arms, peraltro, il Tribunale ha rilevato come la nave battesse bandiera spagnola e come si fosse inizialmente rivolta proprio alla Spagna per ottenere l’autorizzazione all’approdo. La risposta sarebbe spettata a Madrid, dunque, non all’Italia. 


Infine, nelle motivazioni di assoluzione, i giudici hanno puntato infine il dito contro la condotta del comandante della Open Arms, responsabile — a loro avviso — di non aver esplorato le altre opzioni disponibili dopo il rifiuto dell’Italia. Una sorta “ostinazione”, descritta anche da Matteo Salvini per ribadire l’obiettivo “politico” della nave: forzare la mano sulla politica dei porti chiusi, allora condotta dall'allora ministro degli Interni.

La reazione della Lega 

Se l’assoluzione di Matteo Salvini, pronunciata lo scorso dicembre, era già stata considerata una vittoria, il deposito delle motivazioni della sentenza rappresenta ora un’occasione per rivendicare, almeno in casa Lega, uno dei capisaldi dell’azione politica dell’ultimo decennio: la difesa dei confini. Ma non solo.

Nel suo post sui social, Salvini ha colto l’occasione per attaccare, seppur implicitamente, quella "magistratura politicizzata" che ha avviato in un processo "inutile", costato tempo alla giustizia e denaro ai cittadini. Non è ancora detto, peraltro, che la partita si chiuda qui: la Procura di Palermo potrà valutare infatti di ricorrere in appello.

Nel frattempo, però, a festeggiare è anche il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni, che in un’intervista ha ribadito la natura politica del processo, “voluto dalle sinistre per abbattere un avversario scomodo”. L’obiettivo, secondo lui, è tuttavia fallito: “Il successo di Matteo è indiscutibile. È stato il miglior ministro dell’Interno degli ultimi decenni, e sono certo che tornerà al Viminale: se lo merita e lo vogliono gli italiani”. Con buona pace di Piantedosi, attuale ministro.

L'articolo in quattro punti

  1. Motivazioni dell’assoluzione:
    Il Tribunale di Palermo ha stabilito che Salvini non era giuridicamente obbligato ad assegnare un porto sicuro alla nave Open Arms. Le convenzioni internazionali non impongono doveri vincolanti in tal senso.
  2. Ricostruzione dei fatti del 2019:
    La nave dell’ONG spagnola, con 147 migranti a bordo, rimase bloccata per oltre 20 giorni nel Mediterraneo. Salvini negò l’ingresso, causando un lungo stallo che portò all'apertura di un'indagine penale.
  3. Critiche al comandante e alla Spagna:
    I giudici hanno evidenziato che spettava alla Spagna rispondere alla richiesta d’approdo. Hanno inoltre accusato il comandante di non aver cercato soluzioni alternative, ipotizzando una finalità politica.
  4. Reazioni politiche: 
    La Lega e Salvini parlano di “vittoria della linea dei confini” e attaccano la “magistratura politicizzata”. Molteni definisce il processo un tentativo della sinistra di eliminare un avversario scomodo.

 

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