22 Jun, 2025 - 07:00

Riforma della giustizia, cosa pensano gli elettori della separazione delle carriere?

Riforma della giustizia, cosa pensano gli elettori della separazione delle carriere?

Il referendum per la riforma della giustizia, previsto tra fine anno e inizio 2026, sembra quasi inevitabile. Il voto alle urne potrebbe essere decisivo per uno dei principali progetti del governo Meloni, ma al contempo potrebbe mettere nei guai l’esecutivo nazionale. Cosa pensano gli italiani della separazione delle carriere, il punto forte della riforma del Guardasigilli Carlo Nordio?

Nel centrodestra non sorprende che la stragrande maggioranza degli elettori accolga positivamente il provvedimento. L’opposizione è invece divisa: se da una parte il Partito Democratico, Alleanza Verdi Sinistra e Movimento Cinque Stelle sono fortemente contrari, dall’altra Italia Viva, Azione e +Europa mostrano tentennamenti.

Ma la separazione delle carriere potrebbe rendere la magistratura meno indipendente dalla politica? Questa è la domanda posta in un sondaggio YouTrend diffuso negli scorsi giorni. Il risultato è stato sorprendente: gli elettori si sono riconosciuti in questa affermazione, lasciando intendere che, mentre tra le forze politiche sembra esserci molta fiducia nella riforma della giustizia, tra gli elettori c’è ancora grande difficoltà a comprendere un tema del genere.

Se servisse un’ulteriore dimostrazione, basta guardare la percentuale di elettori che ha affermato di non sapere se la magistratura diventerebbe meno indipendente dalla politica dopo l’approvazione della separazione delle carriere. Circa il 29% degli intervistati si è detto indeciso di fronte a questa domanda.

Il possibile referendum sulla riforma della giustizia

Ma davvero l’elettorato, sia di centrodestra sia in parte di centrosinistra, appoggerebbe la riforma della giustizia voluta dal ministro Carlo Nordio? Davanti a un iter legislativo ancora lungo e contestato, soprattutto dal centrosinistra, il Guardasigilli Nordio è convinto che sarà necessario un referendum confermativo per far approvare la riforma. "Mi affido al popolo", ha dichiarato qualche giorno fa.

Il referendum potrebbe essere un’arma a doppio taglio: da un lato potrebbe confermare la piena fiducia al governo Meloni e alle sue riforme in vista del 2027, anno delle prossime elezioni politiche. Ma se il referendum naufragasse, il rischio che la premier debba fare un passo indietro è alto.

Cosa prevede la riforma?

Considerata una delle più importanti promesse elettorali del centrodestra, la riforma Nordio punta a trasformare la magistratura italiana introducendo la separazione definitiva tra magistrati inquirenti (pm) e giudicanti (giudici), con concorsi distinti e due Consigli superiori separati, eletti tramite sorteggio per ridurre l’influenza delle correnti.

Per le misure cautelari più gravi, la decisione passerà da un solo giudice a un collegio di tre, con obbligo di interrogatorio dell’indagato notificato cinque giorni prima. Un altro punto importante del ddl è il rafforzamento della privacy: le intercettazioni tra indagato e avvocato saranno vietate, e quelle contenenti terzi estranei non potranno essere pubblicate.

Infine, per disciplinare i magistrati sarà istituita un’Alta Corte disciplinare con membri sorteggiati e nominati per quattro anni, non rinnovabili. Una riforma considerata liberale e appoggiata anche da una ristretta parte del centrosinistra.

Cosa ne pensa l’elettorato?

La maggioranza parlamentare è unita, ma l’elettorato è diviso. La separazione delle carriere potrebbe portare a una minore indipendenza della magistratura dalla politica? Questa domanda, posta in modo complesso, ha rilevato che il 44% degli italiani pensa che la separazione renderà i magistrati meno indipendenti dalla politica, il 29% non sa cosa rispondere, mentre il restante 27% crede che non ci sarà alcun rischio di maggiore dipendenza politica. Sorprende la scarsa fiducia anche all’interno del centrodestra.

Riassunto in tre punti

  • Il referendum sulla riforma della giustizia voluta dal ministro Nordio è quasi certo e potrebbe confermare o compromettere il governo Meloni, creando incertezza politica.
  • La riforma prevede la separazione definitiva tra magistrati inquirenti e giudicanti, con concorsi distinti, due Consigli superiori separati eletti a sorteggio, e nuove norme su privacy e disciplina dei magistrati.
  • Tra gli elettori prevalgono dubbi e incertezze: il 44% teme che la separazione delle carriere riduca l’indipendenza della magistratura dalla politica, mentre il 29% è indeciso, dimostrando difficoltà nel comprendere il tema.
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