A due settimane dal disastroso esito del referendum dell'8 e 9 giugno 2025, un sondaggio di YouTrend svela chi ha votato Sì e No ai cinque quesiti: quattro sul lavoro e uno sulla cittadinanza. Alle urne si è recato il 30% degli aventi diritto al voto, senza raggiungere il quorum fissato al 50%+1 della partecipazione. Sebbene siano stati raggiunti almeno 14 milioni di voti, il referendum è considerabile una vera e propria sconfitta per gli organizzatori.
Gran parte del centrosinistra, dopo la disfatta alle urne dell'8 e 9 giugno, ha invocato un referendum per modificare il quorum per rendere valida la votazione. Il 50%+1 infatti è stato ritenuto troppo alto in un momento di grande astensionismo da parte dell'elettorato italiano. Di contro, il centrodestra ha chiesto che venissero aumentate le firme per poter indire un referendum popolare, passando da 500mila a un milione.
Ma chi si è espresso sui quesiti? Sulla cittadinanza, il 28% dei giovani e il 27% degli anziani ha votato sì, mentre tra i 35-49enni si scende al 14% e tra i 50-64enni al 10%. Nella fascia di età più avanzata prevalgono però i No. Sul lavoro, il 29% dei 18-34enni e il 34% degli over 65 ha votato Sì, ma il dato scende al 20% nella fascia 35-64 anni.
Secondo un nostro sondaggio condotto subito dopo il voto, i referendum su lavoro e cittadinanza hanno registrato una partecipazione particolarmente significativa tra i giovani e gli anziani. In dettaglio, per il tema del lavoro, il 29% degli elettori tra i 18 e i 34 anni ha espresso un voto favorevole, mentre tra gli over 65 la percentuale sale al 34%.
Al contrario, nella fascia intermedia tra i 35 e i 64 anni, il consenso scende al 20%. Per quanto riguarda la cittadinanza, il 28% dei giovani e il 27% degli anziani hanno votato Sì, ma tra i 35-49enni la percentuale si riduce drasticamente al 14%, e tra i 50-64enni scende ulteriormente al 10%.
In quest’ultima fascia d’età, i voti contrari superano quelli favorevoli, evidenziando una maggiore reticenza verso le modifiche sulla cittadinanza da parte della popolazione adulta più anziana.
Sulla cittadinanza, il 28% dei giovani e il 27% degli anziani ha votato sì, mentre tra i 35-49enni si scende al 14% e tra i 50-64enni al 10%. In quest’ultima fascia sono di più i No alla cittadinanza rispetto ai Sì.
— Youtrend (@you_trend) June 23, 2025
Fonte: #sondaggio Youtrend pic.twitter.com/kkp4WSpOE9
In seguito a questa battuta d’arresto, gran parte del centrosinistra ha sollevato la questione del quorum, sostenendo che il 50% più uno rappresenti una soglia troppo alta in un periodo caratterizzato da un forte astensionismo dell’elettorato italiano.
Sulla cittadinanza, il 28% dei giovani e il 27% degli anziani ha votato sì, mentre tra i 35-49enni si scende al 14% e tra i 50-64enni al 10%. In quest’ultima fascia sono di più i No alla cittadinanza rispetto ai Sì.
— Youtrend (@you_trend) June 23, 2025
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Per questo motivo, alcuni esponenti hanno chiesto di abbassare tale soglia per favorire la validità di futuri referendum, rendendo più agevole la partecipazione e la rappresentatività delle decisioni popolari.
Alle urne si è recato solo il 30% degli aventi diritto al voto, non riuscendo così a raggiungere il quorum per rendere valido il voto.
Al contrario, il centrodestra ha reagito con una posizione opposta, chiedendo invece di innalzare i requisiti necessari per indire un referendum popolare, proponendo di aumentare il numero minimo di firme richieste da 500mila a un milione. Questa richiesta nasce dalla volontà di rendere più difficile l’attivazione di referendum, probabilmente per limitare consultazioni frequenti o di natura politica troppo divisiva.
Questo scontro politico riflette le diverse strategie dei due schieramenti per gestire il ruolo del referendum nella democrazia italiana, in un contesto di crescente disaffezione e sfiducia verso le istituzioni.