Un guasto alla linea elettrica nei pressi di Anagni ha mandato in tilt, per l’ennesima volta, la linea dell’Alta Velocità tra Roma e Napoli. Con pendolari e viaggiatori bloccati sui treni e ritardi di oltre due ore accumulati, la giornata di caos sui binari ha riacceso lo scontro politico.
Le opposizioni puntano infatti il dito contro il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, accusandolo di non saper garantire l’affidabilità di un’infrastruttura strategica come l’Alta Velocità.
Dall’assemblea dell’Ance, l’Associazione nazionale costruttori edili, Salvini ha tuttavia respinto le accuse, ribadendo come i disagi siano la naturale conseguenza del “massimo storico di cantieri aperti e treni in circolazione". Secondo il ministro, l'unico modo per evitare i disagi "sarebbe ridurre il numero di cantieri o ridurre il numero di treni": due alternative, ha spiegato, non percorribili.
Le motivazioni usate dal ministro Matteo Salvini per giustificare l'ennesimo guasto all’Alta Velocità Roma-Napoli non hanno però smorzato le critiche degli utenti e, soprattutto, quelle delle opposizioni. Anche perché, hanno osservato preoccupati in molti, quella che si sta aprendo rischia di essere la seconda estate consecutiva di passione per i passeggeri e i turisti in viaggio lungo l’ Italia.
“Ormai è un bollettino quotidiano,” ha attaccato la senatrice e capogruppo di Italia Viva, Raffaella Paita, criticando un Salvini che “non può continuare a cavarsela con le battute”. Sulla stessa linea anche la senatrice e collega di partito, Silvia Fregolent, che ha parlato di “alta tensione” - e non più di “alta velocità” - puntando il dito contro il ministro: “Dà la colpa ai lavori, ma quella tratta è stata manutenuta appena un anno fa. Ancora una volta ogni scusa è buona per non assumersi la responsabilità della sua incapacità”.
Non a caso, ha sottolineato Fregolent, Italia Viva ha chiesto un’indagine conoscitiva per fare chiarezza sull’utilizzo dei fondi del PNRR destinati alla rete ferroviaria. “Ma la maggioranza si rifiuta di calendarizzarla. Forse perché approfondire significherebbe ammettere che i fondi sono stati gestiti male e che il ministro dei Trasporti è più impegnato a garantire il terzo mandato ai suoi amici governatori che a far viaggiare in orario gli italiani.”
L’impressione che lo stato dell’infrastruttura ferroviaria italiana non sia tra le priorità del ministro Salvini ha trovato eco anche tra gli utenti di X. Nonostante la sua nota iperattività sui social, il leader leghista non ha dedicato alcun commento ufficiale, né spiegazione, al guasto che ha paralizzato l’Alta Velocità Roma–Napoli, alimentando polemiche e domande senza risposta. A ben vedere, scorrendo il suo profilo, si nota che gli aggiornamenti sull’attività del ministero dei Trasporti sono rari, soppiantati da temi di altra natura.
A sottolineare questo aspetto anche Angelo Bonelli, deputato di Alleanza Verdi Sinistra, che ha accusato Salvini di aver messo in secondo piano la manutenzione e l’efficienza ferroviaria per concentrarsi su tutt’altro: dal decreto Sicurezza, dove il leader leghista ha inserito misure repressive contro chi protesta, fino al finanziamento del Ponte sullo Stretto: “un’opera ideologica, costosa e inutile”
ha detto Bonelli, “che sottrae risorse a ciò che davvero serve: manutenzione, sicurezza, puntualità”.
Numeri alla mano, la fotografia del servizio Alta Velocità in Italia non è confortante. In base ai dati di Rete Ferroviaria Italiana relativi al 2024, l’82% dei ritardi sulla rete AV è riconducibile a problemi tecnici. Di questi, il 57% è legato a criticità infrastrutturali, mentre il restante 25% riguarda i treni stessi. A complicare ulteriormente le cose è l’intenso traffico giornaliero: sono circa 10mila i convogli che ogni giorno attraversano la rete ferroviaria nazionale.
Secondo Ferrovie dello Stato, tuttavia, la puntualità complessiva “tiene”: nel 2024 l’AV ha fatto registrare una puntualità del 74,3%, l’intercity dell’82,7%, e il trasporto regionale dell’89,4%. Questi numeri si scontrano però con diverse indagini indipendenti, come quelle condotte da Europa Radicale o da Altroconsumo.
Come riportato nel dossier "Altra Velocità – Tutti i numeri del tracollo di Trenitalia” di Europa Radicale, curato dall’informatica Chiara Calore, da ottobre a dicembre 2024, su un totale di 22.865 convogli Av analizzati – una media di circa 260 Frecce al giorno – ben il 72% ha accumulato ritardi, per un totale 4.641 ore complessive, equivalenti a più di sei mesi.
A marzo 2025 anche Altroconsumo, sulla base dei dati forniti da RFI, ha poi pubblicato un’analisi sul trimestre dicembre-febbraio. In base ai risultati, nessuna linea è esente da disservizi. Le peggiori performance si registrano sui Frecciargento, in ritardo nel 41% dei casi, seguiti da Frecciabianca e Frecciarossa (37%). Emblematico il caso della direttrice Milano–Roma, dove il 30% dei Frecciarossa ha subito ritardi, e nel 60% dei casi questi hanno superato i cinque minuti. Tra i treni oltre soglia, il 43% ha sforato di più di 20 minuti.