25 Jun, 2025 - 14:26

Salvini vuole rivedere il reato di tortura: cosa propone il leader della Lega?

Salvini vuole rivedere il reato di tortura: cosa propone il leader della Lega?

Un atto dovuto nei confronti della polizia penitenziaria, spesso assente dai giornali e - quando presente - sempre al centro delle polemiche. Il segretario della Lega, Matteo Salvini, ha comunicato oggi, 25 giugno 2025, l'intenzione di "rivedere e circoscrivere" il reato di tortura, ritenuto quasi un ostacolo allo svolgimento del lavoro di alcuni corpi delle forze dell'ordine. Salvini ha accennato alla proposta nel corso di un convegno sul decreto Sicurezza organizzato dal suo partito.

Il vicepremier, tuttavia, non ha fornito grandi spunti sulle revisioni che vorrebbe portare avanti nei confronti del reato di tortura, limitandosi esclusivamente a parlare del ruolo degli agenti penitenziari e delle difficoltà che riscontrano nella quotidianità a causa delle norme troppo stringenti previste dall'attuale reato di tortura introdotto nel Codice Penale nel 2017. Dichiarazioni che sono state contestate da esponenti del centrosinistra e bollate come autoritarie.

Tra i principali contestatori del vicepremier ci sono Ilaria Cucchi, sorella di Stefano Cucchi e parlamentare di Alleanza Verdi Sinistra, e il senatore del Partito Democratico, Alfredo Bazoli. Entrambi hanno ribadito che il ministro dei Trasporti non dovrà permettersi di toccare il reato di tortura e che le sue proposte rischiano di ledere i diritti umani.

Cosa ha detto Salvini sul reato di tortura

È frustrante che la polizia penitenziaria sia poco presente sui giornali rispetto ad altre forze dell’ordine e quando succede è perché viene attaccata”. Ha ribadito nella giornata di oggi, 25 giugno 2025, il segretario leghista Matteo Salvini durante un convegno sul decreto sicurezza organizzato dal gruppo Lega.

Salvini ritiene che, dopo il dl Sicurezza, sia arrivata l'ora di rivedere, circoscrivere e precisare il reato di tortura per permettere agli agenti di svolgere il proprio lavoro. "E chi se non la Lega lo può fare?”, ha aggiunto lasciando intendere che potrebbero arrivare proposte da parte del Carroccio nei prossimi mesi. Già a gennaio, la Lega aveva lanciato diverse proposte di legge a sostegno delle forze dell'ordine lasciando intendere che prima o poi anche il tema del reato di tortura sarebbe stato oggetto di modifica.

Le opposizioni contro il leader della Lega

Non poteva che essere accolta negativamente la proposta del vicepremier Matteo Salvini da parte del centrosinistra. Il senatore del Partito Democratico, Alfredo Bazoli, ha sottolineato che le soluzioni proposte dal segretario della Lega rischiano di segnare un passo indietro su una battaglia durata anni:

virgolette
Per Salvini, al fine di consentire alle forze dell'ordine di fare seriamente il loro lavoro, occorre ridurre l'applicazione del reato di tortura. Insomma bisogna lasciare mani libere, con buona pace dei principi liberali su cui si fonda uno stato democratico, delle convenzioni internazionali, del buon senso.

Le frasi dette dal vicepremier, come sottolinea Bazoli, svelano una tendenza "autoritaria" già manifestatasi con l'introduzione del dl Sicurezza. Non manca poi un commento di Ilaria Cucchi, sorella di Stefano Cucchi - morto nel 2009 mentre era in stato d'arresto - e oggi parlamentare di Alleanza Verdi Sinistra. Secondo Cucchi:

virgolette
Il ministro Salvini dovrebbe occuparsi di trasporti e non di altro. Vorrei fargli presente che non sono tutti gli agenti ad essere etichettati come 'torturatori', ma solo quelli perseguiti penalmente per questo reato, sul quale non permetteremo che vengano messe le mani per pura propaganda politica.

Cosa prevede il reato di tortura

Il reato di tortura è stato introdotto nel diritto penale con la legge n. 110 del 14 luglio 2017, in attuazione del protocollo alla Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura. L’articolo 613-bis del Codice Penale definisce la "tortura" intendendola come l’atto di chi provoca a una persona sofferenze fisiche o psichiche con violenza o minacce per ottenere informazioni, una confessione, un atto, o per motivi discriminatori o di crudeltà.

Attualmente la pena prevista va da 4 a 10 anni di reclusione. Può tuttavia essere aumentata se il fatto è commesso da un pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio. È previsto anche il carcere fino a 12 anni se dalla tortura deriva una lesione personale grave o addirittura la morte involontaria della vittima (in questo caso si rischiano 30 anni di carcere). Se il colpevole provoca volontariamente il decesso della vittima allora si configura l'ergastolo.

Negli anni, il centrodestra ha provato più volte a riformare il reato di tortura dicendo che risultava - per come strutturato - un ostacolo alle forze dell'ordine.

Riassunto in tre punti

  • Matteo Salvini, segretario della Lega, ha annunciato l’intenzione di rivedere e circoscrivere il reato di tortura per facilitare il lavoro della polizia penitenziaria e delle forze dell’ordine, suscitando critiche dal centrosinistra.
  • Il reato di tortura, introdotto nel 2017 (art. 613-bis c.p.), punisce con 4-10 anni chi causa sofferenze fisiche o psichiche a fini coercitivi, con pene aumentate in caso di lesioni gravi o morte.
  • Le opposizioni temono che modifiche al reato possano ledere i diritti umani e indebolire le garanzie democratiche, mentre la Lega sostiene che l’attuale legge ostacola l’azione delle forze dell’ordine.

 

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