Non c'è pace nella maggioranza sul terzo mandato. I protagonisti di questo scontro, che dura ormai da inizio legislatura – prima con toni più pacati e ora più accesi – sono il leader della Lega, Matteo Salvini, e il segretario di Forza Italia, Antonio Tajani. Le polemiche proseguono a distanza di pochi giorni dalle dichiarazioni del leader del partito azzurro, che ha ribadito che il terzo mandato non è nel programma di governo e che potrebbe portare a importanti danni nel rapporto tra Stato e Regioni, creando "centri di potere".
Non è dello stesso avviso Matteo Salvini e il suo partito. Il leader del Carroccio ritiene che i cittadini debbano avere la possibilità di scegliere per quante volte preferiscano il proprio presidente di Regione e sindaco. La polemica è diventata centrale poiché ci troviamo a ridosso delle elezioni regionali in Veneto, dove la Lega sperava ancora una volta di poter candidare il governatore Luca Zaia, in carica dal 2010.
Negli scorsi giorni c'è stato uno scambio di battute a distanza tra i due vicepremier. Da una parte Tajani ha scacciato l'ipotesi dell'introduzione di un terzo mandato; dall'altra, Salvini ha detto che una riforma sulla cittadinanza – come quella proposta da Forza Italia in risposta al centrosinistra – non è una priorità e che l'attuale legge, risalente al 1992, è perfetta. Segno di una distanza ormai evidente tra i due alleati di governo, che ora ha presentato in Commissione Affari Costituzionali del Senato l'emendamento al ddl Assessori regionali sul terzo mandato per i presidenti di Regione.
Il terzo mandato è tramontato, aveva detto il presidente del Senato, Ignazio La Russa, nella giornata di ieri, 24 giugno 2025. Nonostante tutto, però, Salvini e la Lega provano in tutti i modi a risolvere la questione legata alla rieleggibilità in vista delle prossime elezioni regionali in Veneto. L'ultima? Un "emendamento fantasma" presentato in Commissione Affari Costituzionali del Senato, l’emendamento al ddl Assessori regionali, sul terzo mandato per i presidenti di Regione.
Perché, nonostante tutte le polemiche, è stato presentato l'ennesimo emendamento atto a introdurre il terzo mandato? A spiegare è il senatore della Lega Paolo Tosato, che ha raccontato negli scorsi giorni che la posizione all'interno del Carroccio resterà la stessa sul terzo mandato:
Non c'è tregua per il ministro Tajani nemmeno durante il summit della NATO di questi giorni all’Aia, dove al centro del dibattito c'è la questione relativa all'aumento delle spese militari. Il ministro degli Esteri ha dovuto spiegare in conferenza stampa che il terzo mandato è una questione di principio e che non è barattabile. Una posizione non troppo dissimile da quella di qualche giorno fa:
Dall'Italia, Salvini replica al suo alleato di governo dicendo che la questione sarà votata in Commissione e lì ognuno sceglierà come è meglio per lui.
Domani, giovedì 26 giugno 2025, è in programma, nella Commissione Affari Costituzionali del Senato, il voto sull’emendamento presentato dalla Lega. Al momento, a favore dell’emendamento, assieme alla Lega potrebbe esserci il voto di Italia Viva. Enorme il fronte dei "No", a partire da Forza Italia e a finire con l'opposizione.
Ancora sconosciuta la posizione di Fratelli d'Italia a riguardo. Il partito di Meloni ha sempre mantenuto un profilo basso, sebbene tenda a dire "no" al terzo mandato. Non resta che attendere, allora, domani.