26 Jun, 2025 - 14:42

Nato, Conte sulle spese militari: "Ecco perchè Meloni ha sottoscritto il disastro sociale dell'Italia"

Nato, Conte sulle spese militari: "Ecco perchè Meloni ha sottoscritto il disastro sociale dell'Italia"

Quella di ieri è stata una giornata di polemiche. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha sottoscritto un accordo con la Nato per l’aumento delle spese in difesa del nostro Paese, assieme a lei tanti capi di governo membri dell’Alleanza Atlantica. Il centrosinistra è subito insorto contro la scelta di Meloni, dicendo che la presidente del Consiglio avrebbe dovuto fare come il premier spagnolo Pedro Sánchez, che ha disobbedito alle disposizioni del presidente degli Usa, Donald Trump, e del segretario della Nato, Mark Rutte, riguardo all’investimento del 5% del Pil in difesa.

Tra le voci più critiche c’è quella dell’ex premier e presidente del Movimento Cinque Stelle, Giuseppe Conte, che ha attaccato in Aula la premier e ha pubblicato nella giornata di oggi – 26 giugno 2025 – un video nel quale ha parlato alla stampa dicendo che con ieri la presidente del Consiglio ha firmato il disastro sociale dell’Italia: cosa intende il presidente del Movimento Cinque Stelle?

Da giorni, i pentastellati assieme ad Alleanza Verdi Sinistra e grande parte del Partito Democratico insistono sul fatto che è necessario investire i soldi in altro: come la sanità, fortemente penalizzata – secondo l’opposizione – dal governo Meloni. Una polemica che non si annuncia breve e che potrebbe proseguire per tutta l’estate.

Cosa ha detto Conte?

È stato firmato il disastro sociale del Paese” è l’annuncio del presidente del M5s, Giuseppe Conte. Secondo quanto affermato dal leader del Movimento 5 Stelle durante un’intervista rilasciata davanti alla Camera dei deputati, la recente adesione dell’attuale governo italiano a un’intesa della Nato solleva forti preoccupazioni.

L’intesa, che prevede un impegno economico stimato in oltre 400 miliardi di euro entro il 2035 per investimenti in armamenti e mezzi militari, viene interpretata come una scelta che potrebbe gravare pesantemente sul bilancio dello Stato, con potenziali ripercussioni su tasse, servizi pubblici e indebitamento nazionale.

Il riferimento implicito è alla premier in carica, accusata di aver demandato le conseguenze di tale decisione alle future amministrazioni, esonerando l’attuale esecutivo da responsabilità dirette nel breve termine. Tale strategia, secondo l’opinione espressa, denoterebbe una mancanza di trasparenza e coraggio politico, con effetti che, a detta dell’ex capo del governo, ricadranno sulle generazioni a venire.

Il centrosinistra contro gli investimenti in difesa

Se per quanto riguarda il riarmo europeo alcuni esponenti del centrosinistra hanno tentennato, adesso l’opposizione sembra compatta sulle spese per la Nato. Nella giornata di ieri, 25 giugno 2025, tutti i leader del centrosinistra – Avs, M5s, Pd – hanno espresso la loro opinione riguardo all’investimento del 5% del Pil in difesa.

La segretaria del Pd, Elly Schlein, ha detto che se fosse stata presidente del Consiglio non avrebbe dato l’ok a Trump per investimenti così ingenti.

La strategia di Meloni: cosa fa la premier?

Dov’è l’inganno allora? I primi investimenti avverranno nel 2027 quando si andrà alle elezioni. La presidente del Consiglio potrebbe usare a suo vantaggio la spesa per la difesa: da una parte potrà vantarsi che, fino all’anno del voto, non è stato speso un solo centesimo in più rispetto a ora. Non sentiremo dunque le ripercussioni di questi investimenti fino ai prossimi due anni. Tutto questo grazie alle conseguenze della procedura di infrazione legata alla crescita del debito pubblico italiano.

Tuttavia non ci sono solo buone notizie per la presidente del Consiglio che punta ad arrivare al 2032. La firma dell’accordo della Nato si scontra anche con l’opinione pubblica rispetto alle spese militari: l’elettorato potrebbe ricordarsene. Ultima nota: la posizione della Lega, che fa parte del governo, è scettica riguardo a questo tipo di investimenti.

Riassunto in tre punti

  • Giorgia Meloni ha firmato un accordo NATO per aumentare le spese in difesa fino al 5% del PIL, scatenando dure reazioni dall'opposizione, in particolare da Giuseppe Conte.
  • Il centrosinistra contesta la scelta, sostenendo che quei fondi andrebbero destinati alla sanità e ai servizi sociali, non a missili e armamenti.
  • L’accordo prevede spese a partire dal 2027, dopo le prossime elezioni, sollevando accuse di strategia opportunistica e scarico di responsabilità sui governi futuri.

 

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