27 Jun, 2025 - 15:30

Quanto valgono i quadri di Andy Warhol che Bertinotti mette all'asta e perché (nonostante la pensione) li vende?

Quanto valgono i quadri di Andy Warhol che Bertinotti mette all'asta e perché (nonostante la pensione) li vende?

Anche i ricchi piangono. Anzi: anche i comunisti. Di più: pure gli ex sub-comandanti. La notizia è che i coniugi Bertinotti, 85 anni lui, Fausto, 80 anni lei, Lella, mercoledì prossimo, 2 luglio, metteranno all'asta tramite l'agenzia Finarte di Milano alcuni pezzi pregiati della loro collezione d'arte. 

Di cosa si tratta? L'ex segretario di Rifondazione Comunista nonché ex presidente della Camera ha specificato che lui e la moglie diranno addio a due serigrafie di Andy Warhol dedicate al leader cinese Mao Tse Tung.

Ma non solo: poiché dicono che hanno bisogno di soldi, metteranno in vendita anche diverse opere di Piero Dorazio donate direttamente dall'artista umbro alla coppia, una scultura in ceramica policroma di Giosetta Fioroni e un olio su tela di Titina Miselli.

E insomma: Bertinotti uno, Bertinotti due, Bertinotti tre! Chi è interessato prepari un assegno e si faccia avanti prima che il banditore cali il martello e pronunci il fatidico:

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Aggiudicato!

Basta che non si facciano più ironie sui comunisti ricchi, ha avvertito l'ex sub-comandante di Rifondazione.

Quanto valgono le opere d'arte dei Bertinotti che andranno all'asta

Ma che gruzzoletto potranno portare a casa Fausto e Lella Bertinotti dalla vendita all'asta di alcuni pezzi pregiati della loro collezione d'arte?

Beh, questo è difficile da dire anche perché il solo fatto che siano state proprietà di un ex presidente della Camera, di un uomo che è stato uno dei protagonisti dei primi anni della Seconda Repubblica, può far alzare il prezzo ben al di là della quotazione che le opere raggiungono di per sé sul mercato degli appassionati d'arte.

Come dire: sono oggetti che hanno anche una storia. E questa va pagata assieme al loro intrinseco valore artistico.

E quindi: in soldoni, per i Warhol, si parte da una base d'asta di 20-30 mila euro. Un Piero Dorazio datato anni Cinquanta-Sessanta, nel suo periodo astratto, ha anch'esso un valore di migliaia di euro (tuttavia, non si sa con precisione il pezzo della collezione Bertinotti che sarà venduto). La scultura della Fioroni, invece, essendo di grandi dimensioni, dovrebbe avere un valore di almeno 4 mila euro mentre il dipinto di Titina Miselli parte da 4-6 mila euro.

Per dirla con Totò, sarà la somma che farà il totale.

Perché i Bertinotti vendono?

E comunque: perché i Bertinotti sono costretti a disfarsi di queste opere? A Repubblica, l'ex presidente della Camera l'ha messa così:

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Ho bisogno di soldi, ma vendo questi pezzi e mi tengo quelli che m’interessano. Anche se sostenevano che valessero milioni e milioni di euro: cifre spropositate. Così la smetteranno di ironizzare sulle ricchezze dei comunisti 

In effetti, in passato, Bertinotti e signora hanno dovuto difendersi dall'accusa di essere comunisti col rolex, il maglioncino di cashmere, la erre moscia e il salotto tra i più frequentati dalla Roma-bene: tutti indizi che facevano storcere la bocca ai compagni puri e duri. Assieme a delle uscite come queste ricordate dalla foto Ansa: al Teatro dell'Opera, una sera di ottobre del 2006 con il sub-comandante Fausto e signora pronti ad applaudire il Maestro Riccardo Muti e a stringere la mano alla guest star dell'occasione, Sean Connery

Ma tant'è: volendo citare "Il mistero di Bellavista", il film del 1985 di Luciano De Crescenzo (uno che quando gli si chiedeva se era di centrodestra o di centrosinistra rispondeva "del centro storico"), Bertinotti non è nemmeno un novello Riccardo Pazzaglia che sta vendendo, all'insaputa della moglie, il tesoro di casa, alias "il Mancini di papà" (anche perché sarebbero dolori veri visto che la maggior parte del loro patrimonio risulta intestato a lei)

I due, Fausto e Lella, sono d'accordo e si affideranno a una casa d'asta rinomata per monetizzare il più possibile.

Mao in svendita emblematica

In ogni caso: a una settimana dai saldi estivi, assume davvero un valore emblematico il fatto che l'ex leader comunista Fausto Bertinotti metta all'asta dei Mao Tse Tung di Warhol.

Il Grande Timoniere della Cina comunista va in vendita. E con lui anche la dottrina del libretto rosso? Chissà

virgolette
Dio è morto, Marx pure, e anche io non mi sento molto bene

L'attribuzione di questa celeberrima battuta è incerta. C'è chi la vuole di Woody Allen, chi invece (e sembra con maggior ragione) di Eugene Ionesco, un drammaturgo rumeno noto come uno dei maggior esponenti del teatro dell’assurdo.

E in effetti: qualcosa di nonsense, se solo si pensa a quanto potrà valere la pensione di un ex presidente della Camera, aleggia anche nella vicenda dei pezzi d'arte di casa Bertinotti che finiscono all'asta.

 

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