Se qualcuno si azzarda a definirlo omofobo fa l'offeso. Ma stasera il Generale Roberto Vannacci ne ha combinata un'altra delle sue. Nel corso di un suo intervento a San Marco in Lamis, in Puglia, secondo le testimonianze tenuto nel corso di una manifestazione politica e non in un bar di dubbio gusto, il numero due della Lega ha fatto questa riflessione:
Eccolo, diciamocelo noi. Visto che per Vannacci ogni occasione è buona per denigrare chi non ha i suoi stessi gusti sessuali. Ma anche per scoprire i nervi tesi del suo partito per tutt'altre vicende.
Si dirà: questo è il nuovo lavoro di Roberto Vannacci: fare il provocatore. Stare sempre lì a solleticare i peggiori istinti di intolleranti e repressi. Ormai sembra questa la sua unica missione, anche da quando è diventato vicesegretario di un partito - la Lega - che se in Europa è relegato all'opposizione, in Italia, invece, è al Governo.
Ma avete mai sentito Vannacci avanzare per il nostro Paese una proposta seria e percorribile per migliorare la qualità di vita degli italiani?
La risposta è no anche questa sera. Quando, alla vigilia del Gay Pride che promette di entrare nella storia perché rivendica nella Budapest del suo amico Orban uno stato di diritto a pieno titolo, Vannacci ha attaccato gratuitamente la comunità Lgbtqi+ mischiando le pere con le mele.
Il Generale, infatti, è partito per parlare del piano Rearm Europe ed è finito subito per attaccare chi non ha il suo stesso orientamento sessuale. La sparata allora è stata questa:
In ogni caso, lui che è stato Generale dell'esercito italiano è un esperto della materia: dovrebbe saperlo meglio di chiunque altro chi paghiamo per garantire la nostra sicurezza sugli scenari internazionali di crisi. Ma, evidentemente, visto anche che non sono affatto esclusi gli omosessuali dall'esercito, la frase che ha speso dal palco di San Marco in Lamis è buona solo per avere un altro titolo sui giornali, un altro quarto d'ora di celebrità e far capire perché la Lega vive un momento di particolare nervosismo.
Non può sfuggire che l'ultima sparata del Generale Vannacci sia riconducibile al nervosismo che serpeggia all'interno del suo partito. La fine della speranza di avere il terzo mandato per i Governatori, infatti, sta mettendo in grande difficoltà la Lega.
In autunno si andrà a votare in Veneto, ad esempio. E lì il Carroccio non ha pronto un sostituto all'altezza di Luca Zaia. Per questo si sente particolarmente tradito dai suoi stessi alleati di governo e ora il partito cerca, anche con le sparate del Generale, di riconquistare almeno la scena mediatica. Anche perché, oltre che il terzo mandato, persa per strada l'Autonomia differenziata, persa a livello internazionale anche la leva trampiana, a Salvini, Vannacci e company non resta che farsi sentire per evitare l'ultima Caporetto: quella di una riforma della legge elettorale che potrebbe penalizzarla oltremodo.
Secondo gli osservatori di Palazzo Chigi, Giorgia Meloni starebbe pensando proprio a questa mossa per vendicarsi, a sua volta, del fatto che la riforma cui tiene di più, quella del premierato, sia stata messa da parte per i mal di pancia leghisti.
La revisione della legge andrebbe a premiare i due partiti più importanti del centrodestra e del centrosinistra, vale a dire Fratelli d'Italia e il Partito Democratico, a danno di chi li segue come la Lega e il Movimento Cinque Stelle. Per questo, se c'è un asse giallo-verde, presto si potrebbe avere anche un inedito asse rosso-azzurro da questo punto di vista.
Ma tant'è: il Generale Vannacci, nel frattempo, ha il compito di cannoneggiare. E contro chi se non la comunità Lgbtqi+?
E comunque, il Generale ha fatto il suo compitino del giorno senza nemmeno troppa fantasia. Anche perché ha in pratica copiato ciò che aveva già sostenuto Marco Rizzo, il leader di Democrazia Sovrana e Popolare