30 Jun, 2025 - 06:07

Chi sono i parlamentari fannulloni che vogliono lavorare solo quattro giorni a settimana? Il caso spacca il centrodestra

Chi sono i parlamentari fannulloni che vogliono lavorare solo quattro giorni a settimana? Il caso spacca il centrodestra

Settimana corta, cortissima. Il ministro dei Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani ha proposto di cancellare le sedute della Camera dei Deputati il venerdì mattina per consentire ai parlamentari di raggiungere almeno per tre giorni pieni a settimana i loro territori di provenienza.

Fatto sta che questa proposta, lanciata da Fratelli d'Italia, è stata bocciata dalla Lega.

Per il Carroccio, non si può far passare l'idea che i parlamentari siano dei fannulloni a caccia di settimane lavorative corte. Anche perché la cosa parrebbe davvero un'ingiustizia visto che la settimana lavorativa di quattro giorni per tutti, il centrodestra ha già avuto modo di bocciarla, proprio come ha fatto con il salario minimo.

I parlamentari a favore della settimana lavorativa (loro) corta

E comunque: il calendario dei lavori in Parlamento è destinato a rappresentare l'ennesima spina nel fianco nei rapporti di buon vicinato tra il partito di Giorgia Meloni e quello di Matteo Salvini. 

Il primo ha ritenuto percorribile l'idea di spostare le sedute di Montecitorio solitamente dedicate alle interpellanze urgenti (e di norma poco frequentate) al giovedì pomeriggio. Di fatto, un ritorno al passato visto che così era fino al 2008.

Ma se il ministro meloniano Ciriani ha sostenuto la proposta, la stessa è stata subito bocciata dal presidente della Camera, il leghista Lorenzo Fontana. 

Da via Bellerio sono stati categorici:

virgolette
Per noi la questione non esiste proprio: il giovedì pomeriggio in aula già si lavora. Quindi...

Del resto, il Carroccio ha appena digerito la bocciatura definitiva del terzo mandato per i Governatori. Era scontato che alla prima occasione avrebbe messo i bastoni tra le ruote a Fratelli d'Italia.   

Il trolley-day

Il Parlamento, quindi, almeno per il ramo della Camera, continuerà a vivere con passione i venerdì come i "trolley-day". L'ultimo giorno della settimana lavorativa, infatti, è caratterizzato da tantissimi parlamentari che arrivano a Montecitorio con il proprio trolley, pronti a mettersi in viaggio per raggiungere i loro territori d'origine appena concludono le ultime incombenze della settimana lavorativa.

Ora, comunque, la cosa fa pensare perché se da un lato ci si lamenta di un parlamento sempre più svilito nei propri compiti (il governo in carica ha fatto segnare anche il nuovo record di decreti legge che di fatto bypassano l'aula), dall'altra la proposta di accorciare la settimana lavorativa è arrivata per la prima volta nella storia dal Governo.

Insomma: per la serie, non disturbate il manovratore.

L'attacco alla settimana corta

Visto il no della Lega, comunque, lo stesso ministro Ciriani sarebbe tornato sulle sue spiegando che la proposta non era quella di chiudere anzitempo il parlamento, ma di farlo lavorare meglio consentendo in un giorno migliore le interpellanze e riempiendo il venerdì di altri punti all'ordine del giorno.

La proposta, secondo il rappresentante del Governo Meloni, avrebbe avvantaggiato anche la stessa opposizione nel fare il suo lavoro. Ma proprio da quelle parti hanno attaccato a testa bassa.

Chiara Braga, presidente dei deputati del Partito Democratico, ad esempio, l'ha messa così:

virgolette
La proposta di chiudere i lavori parlamentari al giovedì per l'indisponibilità dei rappresentanti del governo è inaccettabile. Ridurre le sedute è un segnale che riteniamo profondamente sbagliato: un insulto a chi lavora ogni giorno

Il no alla settimana lavorativa di quattro giorni (per tutti)

Proprio così. Il centrodestra, infatti, lo scorso aprile, si è espresso contro la riduzione della settimana lavorativa per tutti.

Nell'ottobre 2024, la proposta fu avanzata ufficialmente dal centrosinistra con una proposta di legge che introduceva la settimana lavorativa di quattro giorni e l’orario settimanale di 32 ore a parità di salario. 

In realtà, non si imponeva nulla a nessuno. Ma si introducevano incentivi per le aziende che avessero adottato la misura.⁠

L’obiettivo era mantenere la stessa produttività. Ma il governo, in quell'occasione, si dichiarò contrario. 

Il ministero dell’Economia del leghista Giorgetti stimò un costo di circa 8 miliardi di euro per il biennio 2025-2026, contro i 275 milioni previsti dalle opposizioni.⁠

Anche per questo, quindi, non se n'è fatto più nulla. E ora come volete che la settimana corta che valeva per tutti i lavoratori italiani valga solo per i parlamentari? 

 

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