Tra i diversi pagamenti attesi per la prima metà del mese di luglio 2025 c’è la Naspi, l’indennità di disoccupazione erogata dall’Inps, che verrà regolarmente accreditata ai beneficiari.
In questo articolo analizziamo le date precise in cui è previsto il versamento e quali sono gli importi che i destinatari possono aspettarsi di ricevere.
Prima, lascio alla visualizzazione del video YouTube di Insindacabili, con tutte le informazioni sul pagamento.
Nel mese di luglio 2025 l’Inps procederà con l’accredito regolare della Naspi a chi ha perso involontariamente il lavoro e possiede tutti i requisiti per fruire dell’indennità di disoccupazione.
I pagamenti inizieranno dal 10 luglio e proseguiranno fino al 15, coprendo tutti i beneficiari già autorizzati dall’ente previdenziale.
La Naspi è un sostegno economico rivolto esclusivamente ai lavoratori che hanno cessato il rapporto di lavoro senza propria volontà. Ricordiamo che i requisiti per l’accesso e la fruizione dell’indennità sono cambiati, diventando più stringenti per contrastare i furbetti della disoccupazione.
Per chi presenta la domanda per la prima volta, invece, la data di accredito può variare: il primo pagamento potrebbe arrivare più avanti, in base al momento in cui la richiesta viene inoltrata e approvata dall’Inps.
La Naspi può essere erogata per un massimo di 24 mesi: superata questa soglia, il sostegno economico termina.
Non di rado, la Naspi può talvolta arrivare con ritardo o addirittura non essere corrisposta.
Tra le cause più comuni ci sono:
L’indennità può essere sospesa in caso di nuova occupazione con contratto a tempo determinato inferiore a sei mesi o lavoro all’estero, sempre nel rispetto di alcune condizioni specifiche.
La Naspi, invece, decade definitivamente se il beneficiario perde lo stato di disoccupazione, ad esempio assumendo un lavoro a tempo indeterminato superiore a sei mesi senza comunicarlo all’Inps. Lo stesso vale per chi avvia un’attività autonoma con partita Iva senza informare l’ente sul reddito previsto.
Altri casi in cui l’indennità non viene più erogata riguardano il raggiungimento dei requisiti pensionistici, l’accesso all’assegno ordinario di invalidità o la mancata partecipazione ai corsi di formazione obbligatori.
L’Inps accrediterà la Naspi con i nuovi importi stabiliti dalla Legge di Bilancio 2025. L’indennità corrisponde al 75% della retribuzione media percepita durante il periodo di lavoro, con un tetto massimo mensile fissato a 1.562,82 euro.
A partire dal sesto mese di erogazione, l’importo si riduce automaticamente del 3% ogni mese. Per i beneficiari over 55, questa riduzione decorre dall’ottavo mese.
Come anticipato prima, nel 2025 le regole di accesso e permanenza della Naspi sono cambiate, con l’introduzione di paletti più severi.
In particolare, chi perde il lavoro dopo meno di 13 settimane dall’assunzione non potrà richiedere l’indennità se, nel corso dell’ultimo anno, ha già presentato le dimissioni da un precedente impiego.
In sostanza, chi ha cambiato lavoro nel corso dello stesso anno e successivamente è rimasto disoccupato dovrà aver mantenuto il nuovo impiego per almeno 13 settimane prima di poter fare domanda per la Naspi.
Inoltre, restano esclusi dal sussidio anche i lavoratori che hanno perso il posto all’estero e sono rientrati in Italia entro sei mesi dalla fine del rapporto di lavoro.
In questo modo, si punta a erogare l’indennità solo a chi, effettivamente, perde involontariamente il lavoro per accompagnarlo in quella che può essere definita una fase di transizione in attesa di una nuova occupazione.
A luglio 2025 l’Inps accrediterà regolarmente la Naspi, l’indennità di disoccupazione destinata a chi ha perso involontariamente il lavoro.
I pagamenti partiranno dal 10 e si concluderanno entro il 15 del mese, con importi pari al 75% della retribuzione media e un tetto massimo di 1.562,82 euro mensili, soggetti a riduzioni dopo alcuni mesi.
Nel 2025 sono entrate in vigore regole più stringenti: chi ha cambiato lavoro da meno di 13 settimane e ha già dato le dimissioni nell’ultimo anno non potrà fare domanda, così come chi rientra in Italia entro sei mesi dalla fine di un lavoro all’estero.