Nel percorso di conversione del Decreto Legge n. 84 del 2025, spunta un emendamento che potrebbe incidere concretamente sul carrello della spesa.
Tra le proposte al vaglio del Parlamento, una delle più interessanti riguarda l’esenzione dall’Iva per alcuni prodotti alimentari di largo consumo. Se approvata, la misura comporterebbe un abbattimento immediato dei prezzi su una selezione di beni essenziali.
Ecco cosa potrebbe cambiare nei prossimi mesi.
Dopo le polemiche sulla riduzione dell’Iva per le opere d’arte, arriva una proposta decisamente più vicina alla vita quotidiana degli italiani: l’esenzione Iva per una serie di beni alimentari di prima necessità.
L’obiettivo è contenere i rincari e alleggerire la spesa delle famiglie, soprattutto in un periodo di forte pressione sul carovita.
Il nuovo emendamento, presentato nell’ambito del Decreto Legge n. 84 del 2025, prevede l’azzeramento dell’Iva su un ampio elenco di prodotti di largo consumo, tra cui:
La proposta prevede una riduzione delle entrate statali per circa 1,5 miliardi di euro. Per compensare questa perdita, si ipotizza un aumento della tassa sui servizi digitali, che passerebbe dal 3% al 16%.
Al momento, il destino dell’emendamento è incerto. La sua approvazione potrebbe rivelarsi complessa, sia per l’impatto sulle casse pubbliche sia per le resistenze politiche.
Intanto, tra le altre proposte al vaglio del Parlamento, spicca anche quella relativa al cashback sanitario, un altro intervento molto atteso che potrebbe avere effetti diretti sul bilancio delle famiglie.
Con ben 164 emendamenti presentati, si delinea una vera e propria manovra estiva che potrebbe riscrivere in modo significativo il sistema fiscale italiano.
Le proposte toccano molti aspetti chiave: si va dalla possibilità di rateizzare il pagamento dell’Irpef per i titolari di partita IVA, a nuovi meccanismi di cashback per le spese sanitarie e per l’affitto degli studenti universitari fuori sede.
È prevista un aumento della web tax, le cui maggiori entrate dovrebbero compensare il minor gettito derivante dall’esenzione dell’Iva sui beni alimentari di prima necessità.
Tra le misure più rilevanti, come già detto, anche l’esenzione Iva su un’ampia lista di beni alimentari di prima necessità, con l’obiettivo di ridurre il costo della spesa quotidiana.
Sul tavolo anche modifiche più strutturali, come la rimodulazione delle aliquote Irpef, la revisione delle detrazioni sanitarie e persino l’ipotesi di una patrimoniale, che potrebbe interessare i contribuenti con redditi e patrimoni più elevati.
L’iter parlamentare è appena iniziato, ma le misure proposte potrebbero avere un impatto diretto su famiglie, lavoratori autonomi e studenti. Nelle prossime settimane si deciderà il destino degli emendamenti e il volto definitivo del nuovo decreto fiscale.
Spicca l’introduzione di un ravvedimento speciale rivolto a chi aderisce al concordato preventivo biennale: una sorta di condono che consente di sanare le irregolarità fiscali relative agli anni d’imposta dal 2018 al 2023. Anche chi ha aderito al concordato nel 2024 potrà usufruire di questa opportunità, ma limitatamente al solo anno 2023.
Infine, tra le proposte al vaglio c’è l’introduzione di un’imposta di solidarietà temporanea, una sorta di patrimoniale destinata ai contribuenti con patrimoni che superano i 4,5 milioni di euro.
Nel percorso di conversione del Decreto Legge 84/2025, tra i 164 emendamenti presentati spicca la proposta di esenzione dall’Iva su molti prodotti alimentari di largo consumo, con l’obiettivo di ridurre i prezzi e sostenere il budget delle famiglie.
L’elenco comprende pane, pasta, latte, uova, frutta, legumi, oli e ortaggi. Per compensare il minor gettito, si ipotizza un aumento della Web tax.
Tra le altre novità, si discutono anche rateizzazioni Irpef per partite Iva, cashback per spese sanitarie e affitti, un ravvedimento speciale per chi aderisce al concordato preventivo e una patrimoniale sulle grandi ricchezze