Ma quei contributi non pagati, finiti nelle cartelle esattoriali… possono davvero servire per andare prima in pensione? È la domanda che si è posto Marco, 64 anni, ex artigiano, con ancora diverse cartelle da saldare. E forse te la sei fatta anche tu.
Il governo italiano, nella Legge di Bilancio 2026, dovrebbe istituire la nuova Rottamazione quinquies delle cartelle esattoriali, per permettere ai contribuenti di chiudere — in modo vantaggioso — i conti in sospeso con il fisco, come bollo auto, IMU, INPS, INAIL e molto altro.
Quello che molti ignorano è che le cartelle relative ai contributi INPS possono nascondere un’opportunità insospettabile: migliorare la propria pensione.
Sostanzialmente, regolarizzando queste posizioni debitorie, puoi: aumentare l’importo del tuo assegno pensionistico o accedere alla pensione anticipata.
Un debito che si trasforma in capitale contributivo, utile a costruire (o completare) la propria posizione previdenziale. Ma come funziona davvero? E in che modo i contributi riscossi attraverso le cartelle si traducono in pensione o in un aumento dell’assegno?
Rottamare le cartelle esattoriali non significa solo eliminare interessi, sanzioni e aggio, ma anche ottenere altri vantaggi, inclusi quelli previdenziali.
Insomma, un’opportunità che – se confermata – non va sprecata.
Con il ritorno della definizione agevolata, si apre infatti una finestra favorevole per sanare le pendenze tributarie e, allo stesso tempo, finanziare la propria posizione previdenziale.
Il tempo dei contributi non pagati negli anni passati non sarà del tutto perso, perché il loro pagamento potrebbe consentire:
La nuova proposta di sanatoria dei debiti fiscali potrebbe quindi innescare un legame diretto tra contributi INPS e cartelle esattoriali, con vantaggi concreti sul piano previdenziale.
I timori di perdere il beneficio della definizione agevolata in caso di mancato pagamento della prima rata non trovano conferma nella Rottamazione quinquies, che consente di saltare fino a otto rate, anche non consecutive, senza decadere dal diritto.
Per questo motivo, il provvedimento è particolarmente apprezzato dai contribuenti non solo per sanare le pendenze relative a tributi locali o nazionali (come bollo auto, IMU, TASI, INPS, multe stradali), ma anche per i potenziali effetti positivi sul piano previdenziale.
Come riportato da investireoggi.it, il miglioramento della propria posizione previdenziale può infatti derivare proprio dal pagamento, seppur agevolato, delle cartelle esattoriali relative ai contributi INPS.
Rientrare nel perimetro della definizione agevolata significa avere la possibilità di regolarizzare – anche se in ritardo – contributi omessi che risultano nel proprio cassetto previdenziale, contribuendo così a migliorare la propria situazione contributiva.
Sebbene l’adesione alla Rottamazione quinquies sia conveniente, comporta effetti diversi a seconda dei casi.
Per quanto riguarda l’aspetto previdenziale, se ne possono individuare due principali:
Diverso è il caso di chi ha aderito in passato al cosiddetto “saldo e stralcio”, introdotto con la Legge n. 145/2018.
La misura era riservata ai contribuenti in grave e comprovata difficoltà economica, e riguardava le cartelle esattoriali emesse dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2017.
Molti hanno ottenuto una forte riduzione delle somme dovute e l’azzeramento di sanzioni e interessi di mora.
Tuttavia, se la sanatoria ha coinvolto anche debiti contributivi INPS, l’effetto è stato duplice:
Va ricordato che, anche in assenza della rottamazione, il contribuente può comunque saldare le proprie pendenze contributive presentando apposita istanza all’INPS. Attraverso questa procedura, è possibile versare i contributi ordinari o volontari, sanare la propria posizione contributiva oppure richiedere l'autorizzare al versamento.
In questo caso, però, i costi saranno più elevati: si dovranno pagare interessi per il ritardato versamento e, in caso di rateizzazione, anche quelli legati al piano di ammortamento.
Anche in questo scenario, l’INPS formalizza in modo chiaro le modalità di pagamento.
E i contributi versati, anche se in ritardo, possono essere utilizzati per due scopi fondamentali: