09 Jul, 2025 - 10:12

Non solo tu nel mirino del fisco: ecco chi rischia con te un accertamento fiscale (anche senza saperlo)

Non solo tu nel mirino del fisco: ecco chi rischia con te un accertamento fiscale (anche senza saperlo)

Esistono i controlli fiscali mirati, quelli da cui prende avvio un accertamento nei confronti di un singolo contribuente. Ma la realtà è spesso più ampia e, talvolta, più insidiosa: l’attenzione del fisco può estendersi anche ai familiari, ai conviventi e ai soci. 

"Quanto può sapere l’Agenzia delle Entrate su di me… e su chi mi sta accanto?" È la domanda che ci ha posto Andrea, un contribuente come tanti, finito sotto verifica fiscale. Una verifica che, però, non coinvolge solo lui, ma anche alcune persone a lui vicine.

Si crea così un vero e proprio cerchio che si stringe attorno alla sua rete familiare e professionale, includendo anche chi, all’apparenza, non ha nulla a che fare con le sue dichiarazioni dei redditi.

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha chiarito i margini — ampi — entro cui l’Agenzia delle Entrate può estendere i controlli. Non tutti i contribuenti, infatti, sono consapevoli di quanto si possa allargare la fitta rete degli accertamenti fiscali, soprattutto quando l’obiettivo è contrastare l’evasione o il riciclaggio di denaro illecito. Ma cosa cambia, davvero, con questa estensione? E quali rischi corre chi si ritrova — magari senza saperlo — nel mirino del fisco?

Accertamento fiscale: perché il fisco può “spiare” anche i tuoi parenti

Ti starai chiedendo: “Se sono io sotto accertamento fiscale, perché dovrebbero controllare anche i miei parenti?” La risposta arriva da una recente decisione della Corte di Cassazione — la sentenza n. 13761 del 2025 — che ha notevolmente ampliato il raggio d’azione dei controlli fiscali in Italia.

Secondo la Cassazione, l’analisi dell’Agenzia delle Entrate non si limita più al solo contribuente direttamente coinvolto, ma può estendersi anche a familiari conviventi, soci e soggetti economicamente collegati.

In pratica, il fisco può esaminare a fondo:

  • conti correnti;
  • spese e redditi;
  • residenze e proprietà;
  • non solo del soggetto sotto accertamento, ma anche di chi vive con lui o ha rapporti economici stretti.

Un accertamento fiscale può così trasformarsi in una doccia gelata per l’intero nucleo familiare.

L’estensione dei poteri serve a contrastare con più efficacia l’evasione fiscale e il riciclaggio di denaro. Come riportato da investireoggi.it, se emergono indizi concreti — come intestazioni fittizie, movimentazioni bancarie sospette, o discordanze patrimoniali inspiegabili — il fisco ha oggi il pieno diritto di indagare anche su parenti e conviventi.

Il messaggio è chiaro: la trasparenza finanziaria non è più una questione individuale, ma collettiva. E chi tenta di nascondere patrimoni dietro persone vicine, rischia di coinvolgere — e danneggiare — l’intera rete familiare.

Chi sono i soggetti "a rischio controllo" oggi?

In base a quanto stabilito dalla Corte di Cassazione, in presenza di anomalie o squilibri fiscali, i seguenti soggetti possono essere sottoposti a verifica:

  • coniuge o partner convivente: anche se non direttamente coinvolti nell'attività economica principale.
  • figli e altri familiari residenti insieme: poiché la condivisione dello stesso tetto e, spesso, delle spese può far scattare campanelli d'allarme.
  • soci d'impresa o collaboratori stretti: specialmente se ci sono transazioni o interessi economici comuni che potrebbero nascondere operazioni sospette.
  •  persone legate da vincoli patrimoniali o interessi economici comuni: chiunque abbia un legame finanziario o patrimoniale significativo con il contribuente sotto indagine può rientrare nel mirino.

Perché accade tutto questo: l'obiettivo dichiarato del fisco

Il motivo principale di questi controlli più ampi è duplice: contrastare l'evasione fiscale e il riciclaggio di denaro. Strumenti come il redditometro, lo spesometro e i nuovi sistemi di tracciabilità dei movimenti bancari permettono al fisco di individuare rapidamente le anomalie, confrontando il tenore di vita dichiarato con i redditi effettivi.

L'accertamento scatta quando vengono rilevate incongruenze direttamente a carico del contribuente, il quale - come spiegato da fiscooggi.it - ha l'onere di provare la legittimità dei propri movimenti. Tuttavia, se la strategia difensiva non convince l'Amministrazione finanziaria, il controllo può estendersi alle persone a lui vicine. 

Non si tratta di un semplice "aggiustamento doloroso", ma di un tentativo di seguire il flusso del denaro e individuare eventuali violazioni.

Controlli fiscali 2025: cosa succede in concreto

Non serve nascondersi dietro a circostanze frammentarie o fornire prove non chiare. Le dimostrazioni da esibire all'Amministrazione finanziaria devono essere certe e reali. Il controllo fiscale segue un iter ben preciso, che inizia con l'analisi dettagliata dei movimenti bancari in entrata e in uscita.

Oggi, ogni operazione viene considerata potenzialmente imponibile, salvo prova contraria. Il fisco analizza i dati e, se rileva delle incongruenze, avvia un accertamento a carico del contribuente. In questa fase, se emergono elementi sospetti, le indagini si allargano coinvolgendo familiari e soci.

La rete di analisi dell'Amministrazione finanziaria è molto estesa e include:

  • Anagrafe tributaria;
  • Anagrafe dei conti correnti;
  • dati sulla residenza;
  • conti gioco;
  •  ...e molte altre fonti.

La Corte di Cassazione ha non solo rafforzato i poteri dell'Amministrazione Finanziaria, ma, nel promuovere il controllo fiscale, ha ampliato l'indagine anche nei confronti di soggetti terzi, a condizione che risultino legati al contribuente da un vincolo rilevante.

FAQ – Domande frequenti accertamenti fiscali esterni 

  1. Il fisco può controllare anche i miei familiari senza preavviso? Sì. Se sei soggetto a un accertamento fiscale, l’Agenzia delle Entrate può estendere le verifiche anche a familiari conviventi, partner, soci o altri soggetti con legami economici con te, senza necessariamente avvertirli prima. Questo avviene quando ci sono elementi sospetti che fanno pensare a movimenti di denaro non giustificati o a intestazioni fittizie.
  2. Basta vivere sotto lo stesso tetto per finire nel mirino del fisco? In alcuni casi, sì. La condivisione della residenza e delle spese può far scattare l’interesse del fisco, soprattutto se il tenore di vita complessivo del nucleo familiare non è coerente con i redditi dichiarati. È un criterio che serve a rilevare eventuali incongruenze patrimoniali o a ricostruire flussi di denaro sospetti.
  3. Quali strumenti usa oggi il fisco per fare questi controlli incrociati? L’Agenzia delle Entrate dispone di strumenti molto sofisticati: accede all’Anagrafe tributaria, all’Anagrafe dei conti correnti, ai dati di residenza, ai conti di gioco online e ad altre banche dati. Confronta redditi, spese, movimenti bancari e comportamenti patrimoniali per individuare discrepanze e potenziali irregolarità.

 

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