Il delitto di Garlasco, che vide la tragica morte di Chiara Poggi il 13 agosto 2007, continua a far discutere l’opinione pubblica e gli addetti ai lavori. A distanza di anni, la questione centrale resta una: a che ora è stata uccisa Chiara? Una domanda che non è solo di interesse scientifico, ma che ha pesanti ripercussioni sulla posizione giudiziaria di Alberto Stasi, l’unico condannato per l’omicidio.
Con il nuovo numero del settimanale Giallo, in uscita il 10 luglio, la direttrice Albina Perri rilancia il dibattito presentando un’inedita ricostruzione medico-legale che potrebbe cambiare le carte in tavola: “Chiara Poggi è morta alle 11”, sostiene il medico legale intervistato Pasquale Bacco, “e a quell’ora Alberto Stasi ha un alibi”.
Nel corso degli anni, l’orario della morte di Chiara Poggi è stato oggetto di numerose perizie, spesso in contrasto tra loro. La prima autopsia, affidata al medico legale Marco Ballardini, collocava la morte tra le 10.30 e le 12, con una maggiore probabilità attorno alle 11–11.30. Questa stima si basava su parametri tanatologici, come la temperatura corporea e la rigidità muscolare, e su dati ambientali raccolti nella casa di Garlasco.
Successivamente, la Procura e i consulenti della famiglia Poggi hanno sostenuto una finestra temporale molto più stretta, tra le 9.12 (quando Chiara disattiva l’allarme di casa) e le 9.35, orario in cui Stasi riaccende il proprio computer e inizia a lavorare alla tesi. Questa versione è stata poi accolta anche dalla Cassazione, che ha fissato la morte in quei 24 minuti, supportando la tesi accusatoria.
Tuttavia, la nuova perizia medico-legale presentata su Giallo rimette tutto in discussione, sottolineando che i dati scientifici non consentono di collocare l’aggressione alle 9. Le analisi tanatologiche, infatti, indicano che la morte sarebbe avvenuta più tardi, tra le 10.30 e le 12, con una “centratura” attorno alle 11. Secondo il metodo di Henssge, applicato dai periti torinesi, la fascia più probabile per il decesso si colloca tra le 7.00 e le 12.30, ma restringendo l’intervallo tra le 9 e le 11 aumenta notevolmente il margine di errore. In sintesi, la scienza non offre certezze assolute, ma rende “molto improbabile” che Chiara sia stata aggredita alle 9.
Se si accetta la ricostruzione che colloca la morte di Chiara attorno alle 11, la posizione di Alberto Stasi cambia radicalmente. Secondo le ricostruzioni processuali, Stasi quella mattina era a casa, impegnato sul proprio computer: il pc viene acceso alle 9.35, e tra le 9.37 e le 10.17 vengono aperti file e consultati siti. Dopo le 10.17 non risultano altre attività informatiche fino alle 13, quando Stasi si reca a casa di Chiara e scopre il corpo.
I tabulati telefonici e le testimonianze collocano Stasi davanti al computer o comunque in casa in quella fascia oraria. Se la morte di Chiara fosse avvenuta realmente alle 11, come sostiene il nuovo approfondimento di Giallo, Stasi avrebbe un alibi solido, poiché risulta impegnato in attività tracciate digitalmente e telefonicamente.
La direttrice di Giallo, Albina Perri, ha presentato il nuovo numero del settimanale ai microfoni di Fabio Camillacci su Radio Cusano Campus:
"Questo è il primo risultato della prima autopsia che si fece nel 2007, quindi quello che il medico legale da noi sentito dice oggi, in realtà è la stessa cosa che disse il medico legale nel 2007".
"Ora -ha aggiunto Perri-, sono due i medici legali che dicono che Chiara è morta alle 11:00. Abbiamo, appunto, l'autore della prima autopsia che era il dottor Marco Ballardini, che lo dice in base a dei dati scientifici. Così come il medico legale Pasquale Bacco che abbiamo interpellato è arrivato alla medesima conclusione".