Visite mediche, ticket sanitari, affitti per studenti fuori sede: e se lo Stato iniziasse a rimborsarti ogni tre mesi, senza attendere la dichiarazione dei redditi? Con un nuovo meccanismo di cashback diretto, il governo italiano punta a restituire in tempi rapidi una parte delle spese sostenute per la sanità e l’alloggio universitario.
L’idea è quella di attivare un sistema di rimborsi trimestrali, direttamente sul conto corrente dei contribuenti. Nessuna sorpresa: la novità è contenuta in un emendamento al decreto fiscale 84/2025, attualmente all’esame della Camera. Ma chi potrà davvero accedere al rimborso diretto? E come si attiverà, nella pratica?
Con un provvedimento del 3 luglio 2025, l’Agenzia delle Entrate ha chiarito le modalità di utilizzo dei dati relativi alle spese sanitarie detraibili, in vista dell’elaborazione della dichiarazione precompilata.
Oggi i contribuenti possono detrarre il 19% delle spese sostenute per sanità e affitti universitari fuori sede, ma il rimborso effettivo arriva solo dopo la presentazione del modello 730/2025.
Un processo tutt’altro che rapido: tra l’elaborazione, la verifica, l’eventuale modifica dei dati e l’invio della dichiarazione possono passare diversi mesi. Basti pensare che la precompilata 2025 è disponibile dal 30 aprile, ma può essere trasmessa fino al 30 settembre.
Ed è proprio questo meccanismo consolidato che potrebbe cambiare radicalmente. Il nuovo sistema, attualmente in discussione alla Commissione Finanze della Camera, mira a introdurre un rimborso diretto e trimestrale, con benefici immediati per famiglie e studenti fuori sede.
Attenzione, però: l’accesso all’agevolazione sarà limitato ai contribuenti con reddito annuo non superiore a 15.000 euro.
L’obiettivo dichiarato è garantire un flusso di liquidità costante, capace di aumentare in modo concreto e immediato il potere d’acquisto delle famiglie a basso reddito. Una sorta di giroconto fiscale trimestrale, accreditato direttamente sul conto corrente.
L’emendamento, firmato dai deputati Gubitosa, Raffa e Alifano del Movimento 5 Stelle, prevede — come riportato da money.it — l’introduzione di un nuovo comma al Decreto Fiscale, volto a riconoscere un rimborso diretto delle spese sanitarie con cadenza trimestrale, in alternativa al rimborso annuale previsto tramite dichiarazione dei redditi.
La proposta si riferisce al periodo 1° gennaio – 31 dicembre 2026 e riguarda i contribuenti con reddito annuo non superiore a 15.000 euro.
Per accedere al cashback, le spese dovranno essere:
Il rimborso sarà pari al 19% delle spese sanitarie registrate, accreditato ogni tre mesi direttamente sul conto corrente dei contribuenti aventi diritto.
È importante sottolineare che questa misura non sostituisce la detrazione Irpef già prevista nella dichiarazione dei redditi. Al contrario, il cashback rappresenta un anticipo del rimborso fiscale.
Ciò significa che l'importo ricevuto ogni tre mesi verrà poi sottratto dalla detrazione totale a cui si ha diritto con la dichiarazione dei redditi annuale, per un conguaglio finale in sede di presentazione del modello 730/2026.
Considerando che sono milioni i contribuenti con un reddito annuo inferiore a 15.000 euro, è utile capire concretamente quanto potrebbe essere accreditato sul conto corrente grazie al cashback sanitario previsto per il 2026.
Ad esempio, supponiamo che Mario, contribuente in possesso dei requisiti richiesti, nel primo trimestre del 2026 sostenga le seguenti spese sanitarie tracciabili:
Totale delle spese sanitarie registrate tramite il Sistema Tessera Sanitaria:
Il rimborso previsto, calcolato nella misura del 19% delle spese detraibili, ammonta a:
Pertanto, Mario riceverà un rimborso diretto di 66,50 euro accreditato sul proprio conto corrente, senza dover attendere la dichiarazione dei redditi dell’anno successivo. Il rimborso sarà erogato automaticamente nel trimestre di riferimento, a partire dal 2026, se la misura sarà confermata in via definitiva.
L’innovazione del cashback fiscale potrebbe presto essere estesa anche agli studenti universitari fuori sede, offrendo un rimborso parziale per le spese sostenute per l’alloggio.
Si tratta di una vasta platea di contribuenti, composta da migliaia di giovani con redditi limitati, spesso costretti ad affrontare costi elevati per affitti e sistemazioni durante l’intero percorso universitario. In questo contesto, la misura avrebbe l’effetto di garantire un minimo ma concreto flusso di liquidità, utile ad alleggerire il peso economico mensile e a sostenere la prosecuzione degli studi.
Un aspetto rilevante riguarda il trattamento fiscale dei rimborsi: secondo l’emendamento, gli importi erogati non saranno soggetti a tassazione, trattandosi di anticipi su detrazioni già previste dalla normativa vigente.
Naturalmente, l’entrata in vigore effettiva di questo meccanismo dipenderà dall’approvazione parlamentare degli emendamenti e dalla successiva adozione di un decreto attuativo, che dovrà essere emanato entro 45 giorni dalla pubblicazione della legge.