09 Jul, 2025 - 18:17

Pensioni 2026: il Governo rassicura (ma non troppo) le differenze per i nati tra il 1959 e il 1964

Pensioni 2026: il Governo rassicura (ma non troppo) le differenze per i nati tra il 1959 e il 1964

Potrò andare in pensione nel 2026? La risposta è sì, ma solo se si rientra in una cerchia ristretta di casi. L'accesso alla pensione dipenderà da diversi fattori e, per il 2026, non sono previste grandi riforme strutturali: si tratta piuttosto di piccoli  aggiustamenti su misure già esistenti.

L’intenzione rimane quella di mantenere il sistema previdenziale sulla linea tracciata dalla legge Fornero. Ne sono convinti numerosi esperti, soprattutto in vista dell’adeguamento dell’età pensionabile — che salirà di tre mesi — e della scadenza, prevista per il 31 dicembre 2025, di alcune misure attualmente in vigore.

Nel complesso, non emergono grandi promesse, ma dal punto di vista governativo potrebbero arrivare scelte più propositive, con nuove iniziative sul fronte previdenziale. Ma chi potrà davvero andare in pensione nel 2026? E con quali requisiti?

Riforma delle pensioni: le novità previste per il 2026 e i possibili impatti per i nati tra il 1959 e il 1964

La riforma strutturale del sistema pensionistico, quella "tradizionale", rischia ormai di finire nel dimenticatoio. Il motivo principale è che l'attuale sistema attuale è diventato estremamente flessibile: le misure vengono riviste, rinnovate o modificate di anno in anno. Non si delinea più un percorso previdenziale stabile e definito nel tempo, ma si procede a tappe, in base all’andamento demografico, alle risorse economiche disponibili e agli effetti stimati, nel medio e lungo periodo, dei provvedimenti adottati.

Si tratta di un’operazione complessa, articolata su un piano strategico che punta alla sostenibilità del sistema, cercando di non trascurare categorie particolarmente fragili o rimaste ai margini.

La vera novità non consiste in una riforma complessiva, bensì l’introduzione progressiva di correttivi che modificano requisiti e condizioni di accesso alle misure esistenti. Si pensi, ad esempio, all’Ape Sociale, che ha visto l'innalzamento dell'età da 63 a 63 anni e 5 mesi, oppure a Opzione Donna, ormai riservata a una platea molto ristretta di beneficiarie.

Anche la cosiddetta Quota 103 - 62 anni di età e 41 anni di contributi - che di fatto rappresenta una frammentazione della pensione anticipata ordinaria, prevede criteri selettivi e numerosi paletti.

Perché le misure ordinarie rischiano di essere modificate?

Il governo gioca un ruolo decisivo nell’evoluzione dell’età pensionabile. Non ci sono molti dubbi sull’intenzione di bloccare l’adeguamento automatico all’aspettativa di vita, una scelta politica volta a garantire maggiore stabilità sociale, pur nel rispetto dell’equilibrio dei conti pubblici.
L’aumento dell’età pensionabile previsto a partire dal 1° gennaio 2027 non riguarderà solo la pensione di vecchiaia o quella anticipata ordinaria, ma potrebbe estendersi a un adeguamento complessivo di tutto il sistema previdenziale.

È difficile immaginare che le modifiche non tocchino anche le misure legate ai pilastri fondamentali del sistema pensionistico italiano.
Negli ultimi dieci anni, la realtà previdenziale è stata guidata da una logica di restrizione e contenimento. Tuttavia, per il 2026 non sono attese riforme strutturali: i requisiti per accedere alle misure ordinarie rimangono invariati, in particolare:

  • pensione di vecchiaia: confermata a 67 anni di età, con almeno 20 anni di contributi.
  • pensione anticipata ordinaria:
    • uomini: 42 anni e 10 mesi di contributi;
    • donne: 41 anni e 10 mesi di contributi;
  • decorrenza effettiva: dopo una finestra mobile di 3 mesi.

Chi andrà davvero in pensione nel 2026? Le classi coinvolte

Nel 2026 potranno accedere alla pensione di vecchiaia i lavoratori nati nel 1959, poiché nel corso dell’anno compiranno 67 anni, il requisito anagrafico attualmente previsto dalla legge.

Inoltre, i lavoratori impiegati in mansioni gravose o usuranti potranno andare in pensione già a 66 anni e 7 mesi, a condizione di aver maturato almeno 30 anni di contributi effettivi.

Un’altra possibilità riguarda le lavoratrici madri che rientrano nel sistema contributivo puro, ovvero con una contribuzione iniziata dopo il 31 dicembre 1995. Per loro è previsto uno sconto contributivo di 4 mesi per ogni figlio, fino a un massimo di 16 mesi.

Grazie a questo meccanismo, secondo quanto riportato da investireoggi.it, anche le donne nate nel 1960 o nel 1961 potrebbero accedere alla pensione nel 2026, usufruendo del beneficio riconosciuto per la maternità.

Anticipo pensionistico flessibile 2026: come funziona

Per il 2026 è previsto un differimento dell’Ape Sociale, la misura che permette ai lavoratori appartenenti a categorie tutelate — come disoccupati, caregiver, invalidi e addetti a mansioni gravose — di anticipare l’uscita dal lavoro rispetto alle regole ordinarie.

Tuttavia, se la misura verrà rinnovata per il prossimo anno senza modifiche, i nati tra il 1957 e il 1963 potranno richiedere l’accesso all’Ape Sociale applicando gli stessi requisiti previsti per il 2025.

In questo caso, l’uscita dal lavoro resterà fissata a 63 anni e 5 mesi, con condizioni più favorevoli per le categorie meritevoli di tutela.

Pensione anticipata donna 2026

La pensione anticipata Opzione Donna, introdotta dalla Legge di Bilancio 2025, potrà essere ancora accessibile nel 2026, se la misura verrà semplicemente differita senza modifiche sostanziali.

In questo caso, le lavoratrici appartenenti alle categorie di maggior tutela previste dalla legge — come caregiver, invalidi con almeno il 74% di invalidità, dipendenti o licenziate da aziende con tavoli di confronto per la gestione della crisi aziendale — che avranno maturato i requisiti per Opzione Donna entro il 31 dicembre 2025, potranno accedere alla misura anche negli anni successivi grazie alla cristallizzazione del diritto.

Le lavoratrici nate nel 1965 potranno presentare domanda per la pensione anticipata nel 2026 solo se avranno compiuto almeno 61 anni di età, maturato un montante contributivo di 35 anni e rientrato in una delle categorie sopra indicate.

Resta confermato, inoltre, l’incentivo dedicato alle madri, che potranno accedere a un percorso pensionistico agevolato.

Domande frequenti sulle pensioni 2026

  1. Com'è il sistema pensionistico attuale? Il sistema è estremamente flessibile e procede "a tappe", con continue modifiche e correttivi annuali basati sull'andamento demografico e le risorse disponibili, piuttosto che su una riforma strutturale complessiva.
  2. Il governo bloccherà l'aumento dell'età pensionabile? Sì, il governo intende bloccare l'adeguamento automatico all'aspettativa di vita, per garantire maggiore stabilità sociale. Tuttavia, è possibile che le modifiche all'età pensionabile si estendano comunque ad altre aree del sistema previdenziale.
  3. Ci sono percorsi agevolati per madri o lavoratori gravosi? Sì, le lavoratrici madri con sistema contributivo puro possono avere uno sconto contributivo fino a 16 mesi. I lavoratori con mansioni gravose o usuranti possono andare in pensione già a 66 anni e 7 mesi con 30 anni di contributi, e l'Ape Sociale è prevista anche per il 2026 per diverse categorie tutelate.
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