A luglio cresce l'attesa per il Rimborso 730, l’atteso conguaglio fiscale che consente ai contribuenti di recuperare le imposte pagate in eccesso attraverso la busta paga o il cedolino pensione.
Tuttavia, sebbene molti lavoratori dipendenti stiano già visualizzando l’accredito nella retribuzione di luglio, altri - pur avendo inviato la dichiarazione dei redditi entro i termini - non trovano traccia del rimborso.
Ma cosa determina il ritardo nell’erogazione del credito fiscale? Quali sono i casi in cui il rimborso viene rinviato ad agosto o addirittura a fine anno? E cosa può fare il contribuente per ottenere le somme spettanti nel minor tempo possibile?
Prima di spiegare nel dettaglio come funziona il meccanismo del rimborso e quali sono gli scenari che possono spiegare l’assenza del credito in busta paga, vi consigliamo la visione del video YouTube di Mondo Pensioni sulle tempistiche di accredito per i pensionati.
Il primo aspetto da comprendere riguarda le scadenze operative. L’Agenzia delle Entrate trasmette i dati del modello 730 ai sostituti d’imposta (datori di lavoro o enti pensionistici) attraverso il modello 730-4. Solo dopo questa comunicazione i soggetti erogatori possono procedere con la liquidazione del credito fiscale in busta paga.
Chi ha trasmesso la dichiarazione entro il 20 giugno 2025 ha buone probabilità di ricevere il rimborso 730 a luglio 2025. Per gli invii effettuati dopo tale data, invece, l’elaborazione slitta e il rimborso viene generalmente accreditato nel cedolino di agosto.
Un’altra variabile fondamentale riguarda il canale di trasmissione: chi ha inviato il 730 autonomamente tramite l’apposita piattaforma online dell’Agenzia ha pieno controllo sulla tempistica. In caso di invio tramite CAF o intermediario abilitato, è possibile che la trasmissione al Fisco non sia stata immediata, causando un inevitabile slittamento nei tempi di liquidazione.
Un motivo frequente dell’assenza del rimborso nella busta paga di luglio è la mancanza di capienza fiscale del datore di lavoro. Se l’importo totale delle imposte trattenute non è sufficiente a compensare il credito spettante, il sostituto non può procedere con la restituzione.
In questi casi il rimborso viene rinviato al mese successivo, solitamente agosto. Qualora la capienza non risulti sufficiente nemmeno nei mesi successivi, le somme verranno indicate nella Certificazione Unica 2026. Il contribuente potrà così recuperarle con la dichiarazione dei redditi dell’anno prossimo.
È anche possibile chiedere che il rimborso venga erogato direttamente dall’Agenzia delle Entrate, opzione utile soprattutto nei casi in cui non si abbia un sostituto d’imposta (ad esempio per lavoratori autonomi o disoccupati). Attenzione però: in questo scenario i tempi si allungano notevolmente, e il versamento avverrà non prima di dicembre 2025, spesso entro fine anno.
Chi ha optato per il 730 senza sostituto d’imposta non riceve alcun rimborso in busta paga a luglio. Il meccanismo di accredito, in questi casi, è completamente diverso: è l’Agenzia delle Entrate a gestire il pagamento del credito fiscale, che avviene attraverso bonifico sul conto corrente indicato nel modello 730 o, in assenza di IBAN, tramite assegno inviato al domicilio del contribuente.
Le tempistiche sono inevitabilmente più lunghe. L’Amministrazione finanziaria comincia a erogare i rimborsi solo a partire dal mese di dicembre. Ciò vale anche per coloro che si sono trovati senza un datore di lavoro nel periodo di conguaglio, o che hanno perso l’occupazione nel frattempo.
In sintesi: per ricevere puntualmente il rimborso 730 luglio 2025 è fondamentale trasmettere la dichiarazione entro i termini, assicurarsi che il datore di lavoro abbia capienza fiscale e, se possibile, optare per la presenza di un sostituto d’imposta.
In caso contrario, occorrerà armarsi di pazienza: il credito non va perso, ma il suo arrivo richiederà tempi più lunghi.