Ritorniamo a parlare degli emendamenti al decreto n. 84/2025: uno di quelli presenti propone di rendere strutturale e stabile la possibilità di dilazionare il pagamento dell’acconto di novembre, garantendo così maggiore certezza e serenità ai contribuenti.
Se ricordate bene, negli ultimi anni sono stati introdotti provvedimenti temporanei che consentono la rateizzazione anche dell’acconto di novembre, ma si tratta di misure rinnovate annualmente.
Vediamo subito nel testo cosa prevede nello specifico l’emendamento sulla rateizzazione dell’acconto Irpef.
Per il pagamento dell’acconto delle imposte relativo al 2025, da versare entro novembre, si potrebbe riproporre la possibilità di pagarne l’importo a rate, come già successo lo scorso anno.
Finora, infatti, la rateizzazione dell’acconto di novembre è stata concessa solo tramite misure temporanee valide un anno per volta.
Un emendamento punta a rendere questa modalità una soluzione stabile e strutturale. Se approvato, consentirebbe alle partite Iva di versare l’acconto in più rate ogni anno.
Secondo la proposta, a partire dal periodo d’imposta 2025, potranno usufruire della rateizzazione le persone fisiche titolari di partita Iva con ricavi o compensi fino a 170.000 euro nell’anno precedente.
Questi contribuenti avranno così la possibilità di dilazionare il pagamento dell’acconto Irpef (o dell’imposta sostitutiva).
In pratica, la scadenza per il versamento slitterebbe dal 30 novembre al 16 gennaio dell’anno successivo. Inoltre, chi lo desidera potrà scegliere se saldare l’intero importo in un’unica soluzione oppure suddividerlo in un massimo di cinque rate mensili, con scadenza il 16 di ogni mese, da gennaio a maggio.
Come per altre forme di rateizzazione, sulle rate successive alla prima verranno applicati gli interessi.
Al momento non è ancora certo se questa novità sarà inserita nel testo definitivo del decreto fiscale. Sarà necessario attendere gli sviluppi per sapere con certezza se nel 2025 sarà possibile dilazionare anche il secondo acconto delle imposte.
Il saldo e il primo acconto dell’Irpef, insieme alle altre imposte derivanti dalla dichiarazione dei redditi, possono essere pagati sia in un’unica soluzione sia con pagamento rateale.
Tutti i contribuenti possono scegliere di dilazionare il versamento fino a un massimo di sette rate mensili, a condizione che l’ultima rata venga saldata entro il mese di dicembre.
L’unica scadenza che non prevede la rateizzazione è proprio quella del 30 novembre, riferita al versamento del secondo acconto Irpef e dei contributi Inps, che devono essere pagati integralmente in un’unica soluzione.
Il decreto fiscale si sta progressivamente trasformando in una vera e propria manovra estiva, considerando l’ampio numero di emendamenti presentati, ben 164 (al netto di quelli dichiarati inammissibili), che coprono un’ampia gamma di tematiche e interventi normativi.
Tra le proposte più significative, oltre a quella appena menzionata sulla possibilità di rateizzazione del secondo acconto Irpef di novembre, si segnalano:
Gli emendamenti affrontano inoltre diverse altre questioni, tra cui la tassa sulla fortuna e la detrazione per gli alimenti speciali destinati ai pazienti oncologici.
Non mancano poi possibili novità di rilievo per i titolari di partita Iva, che potrebbero vedere modifiche significative nelle loro modalità di contribuzione.