10 Jul, 2025 - 10:11

Delitto di Garlasco, il mistero del DNA maschile che non appartiene né a Stasi né a Sempio

Delitto di Garlasco, il mistero del DNA maschile che non appartiene né a Stasi né a Sempio

Il delitto di Garlasco, che ha visto la tragica morte di Chiara Poggi il 13 agosto 2007, continua a essere al centro dell’attenzione mediatica e giudiziaria italiana. Nonostante la condanna definitiva di Alberto Stasi, nuove indagini e analisi scientifiche stanno riaprendo scenari e interrogativi che sembravano ormai archiviati. L’ultimo sviluppo riguarda la scoperta di un DNA maschile su una delle impronte rilevate sulla scena del crimine, un profilo genetico che non appartiene né a Stasi né ad Andrea Sempio, l’amico del fratello della vittima recentemente finito sotto la lente degli inquirenti.

Garlasco, le nuove analisi scientifiche

Le indagini più recenti si sono concentrate sull’analisi delle tracce biologiche raccolte nella villetta di via Pascoli. Gli esami effettuati su tappetini, scale e segmenti piliferi hanno confermato che il sangue presente appartiene esclusivamente a Chiara Poggi. Nessun profilo genetico maschile è stato individuato su questi reperti, né sono emersi elementi nuovi rispetto alle indagini svolte subito dopo il delitto.

Tuttavia, la vera novità riguarda le tracce di DNA rinvenute sulle unghie della vittima. In passato, queste tracce erano state considerate la “prova regina” per la possibile implicazione di Sempio, ma oggi quel materiale genetico non è più disponibile per nuove analisi, probabilmente perché distrutto dopo la condanna definitiva di Stasi. Gli inquirenti sono quindi costretti a basarsi sulle vecchie perizie e sui tracciati elettroforetici realizzati all’epoca.

L’enigma del DNA maschile ignoto

Secondo quanto riportato da fonti investigative, tra le tracce raccolte sulle mani di Chiara Poggi sarebbe stato individuato un profilo genetico maschile sconosciuto. Questo DNA non corrisponde né a Stasi né a Sempio, alimentando così l’ipotesi che un terzo uomo possa essere stato presente sulla scena del crimine o comunque coinvolto nell’omicidio. Gli esperti sottolineano però che, non avendo più accesso al campione originale, non è possibile escludere del tutto eventuali contaminazioni o errori nelle analisi precedenti.

La relazione dei periti della procura, a cui ha avuto accesso la stampa, evidenzia che la probabilità che il DNA sia di Sempio è “da 476 a 2.153 volte più alta rispetto a un ignoto”, ma, allo stesso tempo, emerge la presenza di un altro profilo maschile non identificato sull’anulare della mano sinistra di Chiara. Questo dettaglio apre la strada a nuovi interrogativi e alla possibilità che il vero responsabile non sia mai stato individuato.

Le difficoltà delle nuove indagini

Le indagini attuali si scontrano con un ostacolo fondamentale: la mancanza dei reperti originali. Dopo la condanna di Stasi, molti materiali sono stati distrutti, come spesso accade per prassi giudiziaria. Questo rende impossibile effettuare nuove analisi più approfondite con le moderne tecnologie, lasciando spazio solo all’interpretazione delle vecchie prove e ai confronti con i profili genetici già noti.

Per tentare di dare un nome a tutti gli “ignoti” coinvolti, la famiglia Poggi ha chiesto che venga prelevato il DNA di tutte le persone che all’epoca parteciparono alle indagini o frequentarono la villetta. L’obiettivo è escludere definitivamente contaminazioni accidentali e restringere il campo dei sospetti.

Le implicazioni giudiziarie e mediatiche

La scoperta di un DNA maschile sconosciuto riaccende il dibattito sull’eventuale presenza di un complice o di un altro autore materiale del delitto. Se da un lato la condanna di Stasi resta definitiva, dall’altro la possibilità che ci sia ancora un tassello mancante alimenta il bisogno di verità della famiglia Poggi e dell’opinione pubblica.

Gli avvocati e i consulenti delle parti, intanto, continuano a confrontarsi su ogni dettaglio, nella speranza che la scienza possa, prima o poi, fornire una risposta definitiva a uno dei casi di cronaca nera più discussi d’Italia.

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