16 Jul, 2025 - 17:50

Garlasco, Chiara Poggi uccisa da una setta satanica? L'intervista a Luigi Grimaldi su Giallo

Garlasco, Chiara Poggi uccisa da una setta satanica? L'intervista a Luigi Grimaldi su Giallo

Il caso di Chiara Poggi, la giovane trovata uccisa nella sua abitazione di Garlasco nell’agosto 2007, è da sempre avvolto da un alone di mistero e da numerose teorie che si aggiungono all’indagine giudiziaria. Negli ultimi giorni, la riapertura del dibattito è stata affidata al settimanale Giallo, diretto da Albina Perri, che ha rilanciato una delle piste più controverse: quella di un possibile omicidio perpetrato da una setta satanica. 

Albina Perri ha presentato il nuovo numero Giallo, in edicola dal 17 luglio, ai microfoni del programma radiofonico “La storia oscura” di Fabio Camillacci su Radio Cusano Campus., dove ha illustrato i contenuti del nuovo numero di Giallo e l’intervista esclusiva al giornalista d’inchiesta Luigi Grimaldi.

Garlasco, la pista satanica: ipotesi e testimonianze

L’ipotesi di un coinvolgimento di una setta o di riti esoterici in quel caldo agosto del 2007 inizia a circolare già negli anni successivi al delitto, ma trova nuova linfa con le dichiarazioni e le nuove testimonianze raccolte dal settimanale. Secondo Albina Perri, la pista satanica non è stata mai del tutto scartata dagli inquirenti, ma è rimasta a lungo sullo sfondo del processo, spesso relegata a ipotesi di contorno.

L’attenzione di Giallo si è concentrata in particolare su un testimone che racconta del contesto giovanile garlaschese nei primi anni Duemila. Il racconto si sofferma su un gruppo di ragazzi, definiti “del Palazzetto”, segnati da vite difficili, consumo di cocaina e alcool e dalla sensazione di spaesamento tipica delle province.

Le loro frequentazioni notturne avvenivano spesso vicino al bosco delle Boccele, dove si sarebbero svolti strani riti: uomini incappucciati, ritrovamenti di teste di animali e atmosfere oscure circondano i resoconti dei ragazzi, evocando ritualità di ispirazione satanica o comunque legate a derive settarie.

I suicidi sospetti a Garlasco

Un nodo centrale nelle ricostruzioni riguarda le morti sospette e i suicidi nel gruppo di amici orbitanti attorno a Chiara Poggi e Andrea Sempio. Vengono citati Michele Bertani e Sasha Pinna – giovani entrambi morti suicidi –, collegati tramite amicizie anche a Michele Sempio, altro nome noto nell’inchiesta.

La testimonianza raccolta da Giallo suggerisce che proprio in questi ambienti potessero esserci presunti rituali e riti, o almeno elementi di emulazione di realtà criminali come quella, tristemente nota, delle “Bestie di Satana” che agivano tra Varese e l’hinterland milanese appena pochi anni prima dei fatti di Garlasco.

Il parallelo con i crimini delle Bestie di Satana non è solo geografico e temporale – tra il 2004 e il 2007 le distanze sono colmabili –, ma anche tematico: difficoltà esistenziali, droghe, una sottocultura orientata all’occulto e una serie di morti inspiegabili e inquietanti.

L’avvocato Massimo Lovati e i possibili intrecci

Singolare è anche il ruolo menzionato dell’avvocato Massimo Lovati. Lovati, attuale difensore di Andrea Sempio, aveva in passato ricoperto il ruolo di parte civile in uno dei processi alle Bestie di Satana, rappresentando la sorella di una delle vittime, Chiera Marino.

Secondo l’inchiesta di Grimaldi pubblicata su Giallo, Lovati sarebbe stato visto anche in carcere a colloquio con membri del gruppo criminale satanista, lasciando intendere una conoscenza approfondita di quegli ambienti e dei loro codici.

Dettagli inquietanti: tattaggi, telefoni e simboli

Particolare attenzione viene riservata ai rituali e ai simboli, veri e presunti. Nel gruppo di Garlasco, uno dei ragazzi aveva il tatuaggio “mai rispondere al telefono”, una frase che richiama le confessioni degli ex membri delle Bestie di Satana, per cui il telefono era simbolo di obbedienza cieca agli ordini impartiti da presunti “capi” del gruppo, spesso legati a riti come prove di coraggio o atti estremi richiesti da livelli superiori di una gerarchia occulta.

Anche questi dettagli, secondo Grimaldi, possono suggerire almeno la presenza di dinamiche di gruppo assimilabili a quelle delle sette criminali e di ritualità sparsa nelle province del nord Italia.

Va sottolineato come sia la direttrice Albina Perri che il giornalista Luigi Grimaldi mantengano un tono prudente, sottolineando che si tratta di piste investigative e ipotesi mai confermate dagli inquirenti. Tuttavia, la narrazione si arricchisce di nuovi spunti e inquietanti suggestioni che fanno riflettere su quanto, anche a distanza di quasi vent’anni, il delitto di Garlasco resti ancora uno dei cold case più enigmatici della cronaca italiana.

In attesa di risposte certe dalla scienza e dalla giustizia, la pista della setta satanica resta, per ora, una suggestione alternativa, scomoda e difficile da dimostrare: una delle tante ombre che si allungano sulla tragica fine di Chiara Poggi.

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