16 Jul, 2025 - 17:48

Chi era Martina Scialdone? Ecco come e perché è stata uccisa dall'ex compagno Costantino Bonaiuti

Chi era Martina Scialdone? Ecco come e perché è stata uccisa dall'ex compagno Costantino Bonaiuti

La tragica storia di Martina Scialdone ha scosso profondamente l’opinione pubblica, divenendo un simbolo della lotta contro il femminicidio. Associazioni, avvocati e cittadini le hanno reso omaggio con fiaccolate e iniziative, chiedendo giustizia e una presa di coscienza collettiva su un fenomeno che continua a strappare vite e a lasciare cicatrici indelebili nelle famiglie italiane.

Martina non era solo una vittima: era una professionista impegnata in prima linea contro la violenza sulle donne, una donna forte determinata a cambiare la realtà che, purtroppo, le è costata la vita.

Chi era Martina Scialdone? Età, origini e lavoro

Martina Scialdone era un’avvocata di 34 anni, originaria di Roma, specializzata in diritto di famiglia e molto attiva nella tutela delle donne vittime di violenza. Colleghi e amici la ricordano come una giovane donna brillante, determinata, con una carriera in crescita e sensibile alle tematiche sociali, in particolare alle questioni legate ai maltrattamenti domestici e ai diritti delle donne. Lavorava presso uno studio legale nella zona dei Parioli e viveva con la madre e il fratello, ai quali era molto legata.

La sua storia professionale e personale era segnata da un forte desiderio di aiutare chi si trovava in difficoltà. Aveva scelto di concentrarsi su casi delicati di conflitti familiari, spesso mettendo davanti agli interessi personali la sicurezza dei suoi assistiti. La sua sensibilità nei confronti delle vittime di violenza la rendeva una figura di riferimento sia all’interno che all’esterno del mondo forense.

Chi è Costantino Bonaiuti, l'ex compagno di Martina Scialdone?

Martina aveva iniziato una relazione con Costantino Bonaiuti, ingegnere di 61 anni, funzionario dell’Enav e appassionato di tiro a segno sportivo. I due si erano conosciuti nel 2021.

Da quanto riportato, la loro relazione era caratterizzata da una differenza d’età significativa e da dinamiche che nel tempo erano diventate sempre più tese e conflittuali. Negli ultimi periodi, la famiglia e le amiche avevano percepito il disagio di Martina, ormai decisa a porre fine al rapporto, decisione che aveva condiviso con i suoi cari e persino con uno psicologo al quale si era rivolta per ricevere supporto.

Come è stata uccisa Martina Scialdone?

Il delitto si è consumato la sera del 13 gennaio 2023 davanti al ristorante “Brado” di via Amelia, nel quartiere Tuscolano a Roma. Martina e Costantino avevano cenato insieme: tra i due, la tensione era palpabile e il clima è rapidamente degenerato in una lite sempre più accesa. Martina, durante la serata, aveva tentato di rifugiarsi nel bagno del locale mentre Bonaiuti sferrava pugni contro la porta. I clienti e il personale erano ormai turbati dall’escalation verbale, al punto che la coppia è stata invitata a lasciare il ristorante.

Prima di uscire, Martina aveva anche tentato di attirare l’attenzione di un cameriere, sperando che qualcuno potesse distrarre il suo ex compagno e facilitarle la fuga verso casa. Ma poco dopo, fuori dal locale, è stata raggiunta dall’uomo che, al culmine di un ennesimo violento confronto, le ha sparato un colpo di pistola al petto a distanza ravvicinata, uccidendola davanti agli occhi del fratello, allertato dalla stessa Martina pochi istanti prima.

La pistola usata nell’omicidio era detenuta legalmente da Bonaiuti per uso sportivo. Dopo il delitto, l’uomo è fuggito verso la propria abitazione ma la polizia lo ha rapidamente arrestato. Nel corso delle indagini sono emersi dettagli inquietanti: l’uomo aveva installato segretamente un GPS sull’auto di Martina per controllarne i movimenti, elementi che hanno aggravato la posizione dell’imputato, accusato di omicidio volontario aggravato da motivi futili e abietti, dalla relazione affettiva, dalla gelosia e dalla premeditazione, anche se quest’ultima attenuante è stata esclusa successivamente in appello.

Processo e reazioni

In primo grado, Bonaiuti era stato condannato all’ergastolo. Tuttavia, durante il processo d’appello nel luglio 2025, la Corte d’Assise ha escluso l'aggravante della premeditazione, riducendo la pena a 24 anni e 8 mesi di carcere. Questa decisione ha lasciato grande amarezza e rabbia tra i familiari di Martina, specialmente nella madre, che si aspettava la conferma dell’ergastolo e ha denunciato una giustizia che, dal suo punto di vista, non è stata pienamente compiuta.

 

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