L’indagine sulla morte di Chiara Poggi, avvenuta il 13 agosto 2007 a Garlasco, si arricchisce di un nuovo, enigmatico protagonista: "Ignoto 3". Il misterioso profilo genetico emerso da un recente riesame dei reperti riapre il caso e sposta il baricentro investigativo verso la rete di amicizie adolescenziali e i contesti scolastici di Andrea Sempio, amico della vittima e attualmente indagato per concorso in omicidio.
Nelle ultime settimane, la procura di Pavia e i carabinieri di Milano hanno avviato una “caccia scientifica”, puntando i riflettori non solo sugli ex compagni di classe di Sempio, ma anche sui professori, nel tentativo di individuare un possibile complice o, quantomeno, il legittimo portatore di quel famigerato DNA.
Le ultime analisi genetiche hanno isolato un profilo maschile – denominato appunto “Ignoto 3” – nella cavità orale di Chiara Poggi. La scoperta ha origine da una garza usata durante l’autopsia, un elemento che, fin da subito, ha acceso il dibattito tra gli esperti circa il possibile rischio di contaminazione.
Tuttavia, secondo gli inquirenti, il profilo attribuibile a Ignoto 3 è “completo e univoco”, caratterizzato da ben 22 marcatori genetici su 26: caratteristiche che, se confermate dalle verifiche incrociate, potrebbero essere in grado di identificare con certezza una persona e, eventualmente, collegarla al delitto.
La strada scelta dagli investigatori parte da un presupposto semplice, ma determinante: per risolvere il giallo è fondamentale capire chi frequentava Andrea Sempio all’epoca dell’omicidio. Proprio per questo sono stati acquisiti i registri e gli elenchi della classe frequentata da Sempio all’Ipsia Calvi di Sannazzaro de’ Burgondi, dove si era appena diplomato nel 2007. L’obiettivo è duplice:
L’attività investigativa si concretizza in una serie di “tamponi mirati”. Si tratta di circa 30 persone: non solo chi ha avuto accesso diretto alla scena del crimine, come medici, tecnici e soccorritori, ma anche amici, conoscenti e professori di Andrea Sempio, oltre a chi avrebbe potuto avere rapporti con la vittima nei giorni precedenti al delitto. Gli inquirenti puntano, così, a escludere ogni possibile contaminazione ambientale e a verificare se tra questi soggetti si nasconda davvero il portatore del profilo Y947.
Per la prima volta in modo sistematico, anche i professori della scuola frequentata da Sempio saranno chiamati a testimoniare. Il loro compito è ricostruire la rete di contatti dell’allora giovane studente: le amicizie scolastiche, eventuali tensioni o rapporti extracurricolari, le dinamiche di gruppo e tutto ciò che può aiutare a far luce sui legami sociali dell’epoca. Gli investigatori ritengono che proprio nella memoria storica di docenti e compagni possano emergere dettagli utili, magari individuando frequentazioni trasversali non ancora evidenziate.
Nonostante lo slancio delle indagini, resta acceso tra i consulenti il dibattito sulla natura della traccia: da una parte, chi sostiene che la presenza di Ignoto 3 sia il frutto di una contaminazione casuale (dovuta anche all’utilizzo di una garza non sterile durante la prima autopsia); dall’altra, chi ritiene possibile che si tratti della firma indelebile lasciata da un secondo autore, o di un complice che potrebbe finalmente dare una svolta al caso Garlasco.
I periti nominati dal tribunale stanno esaurendo gli ultimi test possibili sul frammento di garza rimasto, mentre la genetista Denise Albani, incaricata ufficialmente, dovrà sciogliere i dubbi in un confronto tra esperti previsto nei prossimi mesi.
L’indagine su "Ignoto 3" non si concentra soltanto sull’ambiente scolastico di Andrea Sempio. Gli investigatori stanno ampliando il raggio delle analisi genetiche anche ai conoscenti diretti di Chiara Poggi. L’obiettivo è chiaro: escludere che la traccia di DNA sconosciuto rinvenuta sia riconducibile a qualcuno del suo mondo personale, come amici, vicini di casa, colleghi o persone che la giovane frequentava abitualmente.
Gli inquirenti stanno quindi preparando una serie di prelievi specifici, con tamponi salivari, rivolti a chiunque abbia avuto un contatto fisico con Chiara nei giorni precedenti il delitto o si sia trovato nella sua abitazione. Anche queste verifiche mirano a determinare l'eventuale presenza del profilo Y947 tra i soggetti vicini alla vittima, scongiurando così la possibilità di una contaminazione non legata all’ambiente scolastico di Sempio.
Questa strategia d’indagine riflette la volontà di adottare un approccio a 360 gradi, per accertare la reale origine della traccia biologica e non lasciare zone d’ombra, estendendo la ricerca della verità non solo all’indagato e al suo contesto, ma pure attorno alla stessa Chiara Poggi e alle sue frequentazioni più strette.