"La Toscana? Lì vinciamo... ma anche in Campania e in Puglia, la vera sfida è nelle Marche" è stato lapidario qualche giorno fa il segretario di Italia Viva, Matteo Renzi, nel parlare delle elezioni che si terranno il prossimo autunno in sei regioni: tra queste, il centrosinistra sembra favorito in Puglia, Campania e Toscana. Nessuna novità, insomma: le tre regioni appena citate sono da sempre baluardi del centrosinistra, al di là dei candidati presentati e del contesto storico nel quale si tiene l'appuntamento alle urne. C'è rassegnazione sul Veneto, che sembra destinato a una nuova giunta di centrodestra a Palazzo Balbi.
La vera incognita, in un quadro che sembra ben definito a pochi mesi dal voto, è la corsa per Palazzo Raffaello. Pochi dubbi per la coalizione di centrodestra: nelle Marche è stato ripresentato il presidente della Regione, Francesco Acquaroli, che gode del sostegno di una buona parte della popolazione marchigiana.
Tuttavia, i sondaggi indicano che lo stacco tra l'attuale governatore e il candidato dem Matteo Ricci è minimo. Da questi dati nasce la consapevolezza dell'importanza della sfida nelle Marche: evitare la riconferma del centrodestra lancerebbe un segnale forte non solo a livello locale, ma anche nazionale. Dati recenti, pubblicati dalla società specializzata in analisi socioeconomiche Izi, sottolineano come Acquaroli sarebbe stato addirittura superato da Ricci. La sfida, come in ogni appuntamento elettorale, resta convincere gli indecisi.
Il testa a testa più equilibrato delle Regionali 2025 è nelle Marche. Il centrodestra non ha esitato a riconfermare il presidente della Regione, Francesco Acquaroli, come proprio candidato: il governatore gode del supporto di buona parte dell'elettorato della regione ed è stato nel 2020 autore di una delle più importanti vittorie della storia recente del centrodestra.
Nelle Marche, un presidente di Regione legato all'area conservatrice della politica italiana non si vedeva dal 1993, quando era governatore Rodolfo Giampaoli. Complici del successo dell'attuale presidente sono anche la candidatura debole di Mangialardi e la corsa solitaria del M5s.
La riconferma di Acquaroli, tuttavia, non è scontata. Molti marchigiani, dopo gli ultimi anni, sarebbero propensi a riportare la loro regione nelle mani del centrosinistra. Il campo largo ha deciso di candidare l'europarlamentare del Partito Democratico, Matteo Ricci.
Acquaroli, fino a poche settimane fa, manteneva un moderato vantaggio sul suo avversario. Il presidente della Regione, secondo un sondaggio di Tecnè-Dire pubblicato lo scorso 14 luglio, sarebbe stato addirittura in vantaggio di 5 punti percentuali sul suo avversario: una soglia incoraggiante, ma non capace di garantire la vittoria certa prima ancora di recarsi alle urne. Acquaroli registrerebbe tra il 50,4% e il 54,5%, mentre il suo avversario tra il 45,5% e il 49,5%.
Una storia diversa è raccontata dai numeri di Izi. Il sondaggio pubblicato dalla società di analisi socioeconomiche fa emergere un quadro differente: Ricci sarebbe in vantaggio su Acquaroli di almeno un punto percentuale. Il candidato dem registrerebbe oggi il 50,5%, mentre il presidente della Regione il 49,5%. Un vantaggio esiguo che non dà nessuna certezza.
Volano gli stracci sul recente sondaggio pubblicato da Izi. La senatrice di Fratelli d'Italia, Eleonora Leonardi, e il deputato Antonio Baldelli puntano il dito contro la rilevazione, indicandola come "farlocca". Il sondaggio, stando all'accusa dei due esponenti del centrodestra, sarebbe fatto ad arte per consegnare all'elettorato una situazione diversa rispetto alla realtà.
Da cosa nasce questa accusa? Baldelli dice che il sondaggio non è stato pubblicato come gli altri sondaggi ufficiali sul sito del Dipartimento dell'Informazione e dell'Editoria. Tuttavia, questa non è la prima polemica relativa ai sondaggi sul voto nelle Marche.
Qualche settimana fa, l'esponente dem Morani aveva detto che un sondaggio di Tecnè era propaganda di destra. Polemiche che potrebbero andare avanti anche per tutta l'estate; a mettere la parola "stop" saranno le urne. Per ora, però, non c'è una data ufficiale per il voto nelle Marche.