28 Jul, 2025 - 11:40

Quando il papa sostenne l’unità italiana contro il leghismo

Quando il papa sostenne l’unità italiana contro il leghismo

Il 13 settembre 1958 Giovanni Spadolini, direttore del Resto del Carlino, pubblicò l’articolo di fondo dal titolo “Il Tevere più largo”, un’espressione entrata poi nel linguaggio comune a significare la distensione nei rapporti fra Italia e Santa Sede.

Spadolini colse per primo il profondo cambiamento rappresentato da Giovanni XXIII, eletto papa da appena due settimane. A differenza dei suoi predecessori infatti papa Roncalli aveva risposto al messaggio augurale di Olindo Malagodi, segretario nazionale del Partito liberale, il partito di Porta Pia, benedicendo il Risorgimento cui andava il merito di avere affrancato la Chiesa dalle preoccupazioni del potere temporale. Nel 1967 il direttore del Carlino avrebbe raccolto i suoi scritti sui rapporti fra Chiesa e Stato in un libro dallo stesso titolo, “Il Tevere più largo”, un volume per lungo tempo introvabile e poi riproposto dall’editore milanese Luni.

Scovato il resoconto dell’incontro tra Spadolini e papa Wojtyla 

Oggi la rivista Nuova Antologia racconta gli incontri che Spadolini ebbe con Karol Wojtyla, papa Giovanni Paolo II, e in particolare l’ultimo, il 4 marzo 1994, cinque mesi prima della morte dello statista fiorentino. Subito dopo affidò al registratore le sue immediate riflessioni che poi vennero trascritte e il dattiloscritto di ventisei pagine è conservato negli archivi della Fondazione Spadolini Nuova Antologia. Lo storico Gabriele Paolini presentando gli appunti scrive che nei colloqui è “quasi del tutto assente la politica italiana pur essendo alla vigilia delle elezioni del 27-28 marzo e alla nascita della ‘Seconda Repubblica’, definizione che Spadolini non amava e sulla quale chiudeva i suoi appunti, con tono scettico e quasi  presago di non poterne vedere che l’inizio”.

Ma su un punto parlano di politica. Spadolini ringrazia il papa “dell’appoggio che come pontefice aveva dato alla causa dell’unità italiana contro le polemiche del leghismo e del separatismo”. Gli dice: “E’ stato un appoggio prezioso, l’ho detto più volte in televisione e in altri interventi. Vostra Santità ha contribuito a ribadire le ragioni profonde dell’unità nazionale in un momento di disorientamento e di turbamento”. Lo statista scrive: “E’ un elogio che tocca il cuore del pontefice. ‘Speriamo che sia servito a qualcosa’ dice il papa, che mi appare limpido ma stanco, con una voce che è più bassa di prima e con un italiano che è ancora più incerto, tormentato e ricercato. Il papa parla quasi vicino agli orecchi. Sembriamo due ragazzi in un banco di scuola”. Quel colloquio dura quaranta minuti e la descrizione del colloquio testimonia una sorta di affetto tra i due. Sotto questo aspetto il Tevere sembrò più stretto.

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