29 Jul, 2025 - 15:30

Chi era Odeh Hathalin, attivista palestinese ucciso da un colono israeliano? Lavorava al film "Nessun'altra terra"

Chi era Odeh Hathalin, attivista palestinese ucciso da un colono israeliano? Lavorava al film "Nessun'altra terra"

La notizia ha immediatamente fatto il giro del mondo: Odeh Hathalin, noto attivista e insegnante palestinese di Masafer Yatta, è stato ucciso lunedì 28 luglio 2025 da un colono israeliano a Umm al-Khair, nel sud della Cisgiordania occupata. Figura di primo piano nella lotta contro gli insediamenti israeliani e la demolizione delle case palestinesi, Hathalin era diventato anche una voce internazionale grazie al suo contributo nel documentario premio Oscar “No Other Land”, dedicato proprio alla resistenza di queste comunità.

Chi era Odeh Hathalin? Età e origini

Nato nel 1994, Hathalin aveva 31 anni. Era cresciuto tra le colline a sud di Hebron, in una delle aree più esposte alle restrizioni militari e agli episodi di violenza legati all’espansione degli insediamenti israeliani. Vissuto fin da piccolo nella comunità beduina di Umm al-Khair — spesso teatro di demolizioni e offensiva edilizia da parte israeliana — aveva deciso di dedicare la sua vita alla difesa della terra e dei diritti dei suoi compaesani.

Attivista appassionato, insegnante e punto di riferimento per il movimento nonviolento locale, Hathalin si era guadagnato stima e rispetto anche fuori dalla Palestina: era noto per aver accolto delegazioni di osservatori internazionali e organizzato incontri per denunciare la situazione sul campo. Il suo impegno è stato immortalato nel documentario “No Other Land”, vincitore dell’Oscar 2025 come Miglior Documentario, in cui viene mostrato mentre si oppone pacificamente alla demolizione di case e alla confisca dei terreni da parte delle autorità israeliane e dei coloni armati.

Chi ha ucciso Odeh Hathalin?

Secondo quanto ricostruito da testimoni e organizzazioni locali, Odeh Hathalin è stato colpito mortalmente al torace da un colono che, identificato come Yinon Levi (già sanzionato da UE e USA per atti di violenza contro palestinesi), ha aperto il fuoco durante un attacco dei coloni contro il villaggio di Umm al-Khair. L’attivista era impegnato, come spesso accadeva, a documentare e contrastare una nuova offensiva contro le proprietà palestinesi della zona.

Oltre a Hathalin, almeno un’altra persona è rimasta ferita nello stesso episodio. Immediato l’intervento della polizia israeliana, che ha fermato il presunto colpevole senza però diffondere ulteriori dettagli sull’identità e senza comunicare provvedimenti giudiziari certi. La dinamica è stata filmata e diffusa anche sui social dai registi di “No Other Land”, Yuval Abraham e Basel Adra, che hanno testimoniato il tragico accaduto e la perdita di “un amico e un esempio per tutta la comunità”.

Un simbolo della lotta contro l’occupazione

Negli ultimi anni, con l’intensificarsi degli scontri e delle restrizioni dopo il 2023, Hathalin era diventato una delle figure più riconoscibili e ascoltate della resistenza palestinese in Cisgiordania. Oltre all'attività come docente, era avversario dichiarato delle demolizioni e trovava spesso il coraggio di parlare anche a platee internazionali, sollecitando attenzione e sostegno. “Era un padre, un insegnante, uno che ha sempre accolto chiunque con generosità e che ha raccontato la nostra sofferenza con dignità”, hanno ricordato commossi amici e colleghi attivisti.

La sua uccisione rappresenta l’ultimo episodio di una lunga sequenza di violenze che hanno colpito attivisti, civili e volontari nella regione sud di Hebron, scenario di una fortissima espansione degli insediamenti e di frequenti episodi di repressione. Dal 2023, secondo dati ONU, quasi mille palestinesi sono stati uccisi in Cisgiordania tra operazioni militari e aggressioni di coloni.

Odeh Hathalin lascia moglie e figli

Odeh Hathalin lascia moglie e tre figli piccoli. La sua morte è stata ricordata da attivisti, colleghi insegnanti e registi di tutto il mondo come una perdita enorme non solo per la comunità palestinese, ma per tutto il movimento internazionale per i diritti umani nella regione. Secondo chi lo conosceva, la sua eredità sarà raccolta dalle nuove generazioni di Masafer Yatta, che continuano a resistere e raccontare al mondo le difficoltà di vivere sotto occupazione.

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