01 Aug, 2025 - 07:00

Via libera alla riforma del voto in condotta: ecco come il comportamento peserà sul rendimento

Via libera alla riforma del voto in condotta: ecco come il comportamento peserà sul rendimento

Adesso è arrivato anche l'ok definitivo da parte del Consiglio dei Ministri. La riforma del voto in condotta, fortemente voluta dal ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, cambia il sistema di valutazione nella scuola secondaria. Le misure entreranno in vigore a partire dall'anno scolastico 2025/2026, ovvero tra qualche mese. Secondo il titolare del dicastero, la riforma è la risposta che molti italiani aspettavano ormai da tempo. L'obiettivo è quello di costruire una scuola autorevole, spiega il ministro, e non "autoritaria", come gli viene spesso imputato dall'opposizione.

Con la riforma approvata dal CdM, il voto in condotta diventerà un parametro fondamentale per decidere se uno studente può essere promosso o meno. Sarà quindi importante non scendere sotto i sei decimi per evitare la bocciatura. Anche il 6 non è garanzia di passaggio: la "sufficienza secca" comporterà infatti un elaborato sulle regole della convivenza civile. Le novità volute dal ministro Valditara mirano a dare un peso a tutto ciò che fino a qualche tempo fa era relegato ai margini delle pagelle.

Fondamentali novità riguardano le sanzioni. Chi sarà sospeso, infatti, non dovrà scontare una punizione "fine a sé stessa", ma svolgere attività socialmente utili, tra le quali figurano il volontariato e progetti formativi che avranno come tema l'educazione civica. Infine, il voto di condotta sarà parte integrante della valutazione finale e avrà un peso maggiore rispetto al passato.

Via libera riforma voto condotta: cosa prevede

Cambia tutto, a pochi mesi dall'inizio della scuola. A partire dal prossimo anno scolastico, il sistema di valutazione nella scuola secondaria sarà radicalmente trasformato. Il comportamento degli studenti sarà un elemento determinante per la promozione. Grazie all’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri della riforma voluta da Valditara, il voto di condotta avrà un ruolo centrale rispetto al passato.

Prendere meno di sei in condotta comporterà automaticamente la bocciatura. Un sei appena sufficiente richiederà allo studente la realizzazione di un elaborato dedicato ai principi della convivenza civile. La riforma, che rientrava nei programmi del Ministero dell’Istruzione da tempo, non si limita a sanzionare i comportamenti negativi, ma mira a promuovere una cultura del rispetto e della responsabilità, secondo il ministro dell’Istruzione.

Cambiano le sospensioni

Cosa cambia dunque? Il nuovo approccio valuta l’intero anno scolastico, prestando particolare attenzione a episodi come violenze verbali, fisiche o atti recidivi di insubordinazione. L’obiettivo non è punire, ma educare gli studenti a vivere consapevolmente in una comunità. Un altro aspetto fondamentale della riforma riguarda le sanzioni disciplinari. Le sospensioni a casa verranno quasi completamente eliminate e gli studenti responsabili di infrazioni dovranno partecipare ad attività educative o socialmente utili.

Con questo cambio di approccio si punta a trasformare l’errore in un’occasione di crescita. Con il precedente sistema, la punizione si riduceva a un periodo di inattività, ma adesso diventa un’opportunità formativa per lo studente. Alle scuole spetta il compito di costruire percorsi personalizzati. Questo metodo porta a un rafforzamento del legame tra scuola e territorio.

Come cambiano gli scrutini

Le novità, tuttavia, non si esauriscono con la trasformazione delle sospensioni. La riforma introduce modifiche negli scrutini finali, dove la condotta sarà inclusa nella valutazione complessiva e potrà influenzare il credito scolastico, in particolare nella scuola superiore. Insomma, il comportamento non sarà più un aspetto secondario.

Ai consigli di classe spetterà il compito di valutare in maniera approfondita e trasparente anche l’atteggiamento generale, la partecipazione e la capacità di rispettare le regole. Questo modello promuove una visione più completa dell’educazione, in cui contano non solo le conoscenze, ma anche le competenze relazionali e il senso civico. Non sono mancate, nel corso degli scorsi mesi, proteste per la riforma, che è stata vista da alcuni movimenti studenteschi come un modo per mettere a tacere il dissenso.

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