02 Aug, 2025 - 12:25

Pensioni: cosa succede da settembre? Aumenti, taglio Irpef e svolta sulle regole

Pensioni: cosa succede da settembre? Aumenti, taglio Irpef e svolta sulle regole

Si ritorna nuovamente a parlare di una possibile ed eventuale riforma delle pensioni. Tuttavia, prima bisogna lasciare passare la pausa estiva dove tutto, dai lavoratori ai controlli del Fisco a quelli dell’Inps, va in ferie.

Allora, se ne parla a settembre quando il Governo inizierà i lavori della prossima Legge di Bilancio.
A settembre ricomincia il lungo iter, durante il quale, con tutta probabilità, ricominceremo a sentir parlare di possibili novità in arrivo sulle pensioni.

In questo articolo, vedremo quali potrebbero essere tutte le novità e nuove regole per lasciare il mondo del lavoro e gli aumenti in arrivo.

Pensioni: quali sono le novità in arrivo a settembre

Con l’autunno alle porte, il governo si prepara a mettere mano al sistema pensionistico. A settembre, infatti, tornerà sul tavolo del Consiglio dei ministri un dossier delicato: la possibile riforma delle regole per il pensionamento anticipato, a partire dal 2026.

Quota 103, in vigore nel 2023 e 2024, ha consentito il pensionamento con 62 anni di età e 41 anni di contributi, ma prevedeva un ricalcolo interamente contributivo dell’assegno, che ha finito per penalizzare molti lavoratori. Il risultato? Un numero limitato di richieste di pensionamento anticipato, ben al di sotto delle aspettative.

Per questo il governo sta pensando a una revisione, che superi i limiti dell’attuale sistema ma senza gravare eccessivamente sui conti pubblici.

La proposta attualmente allo studio prevede una versione più accessibile di Quota 41, oggi riservata solo a determinate categorie di lavoratori precoci. La formula in discussione manterrebbe il requisito dei 41 anni di contributi, ma introdurrebbe nuove condizioni per l’accesso:

  • Età minima di 62 anni per accedere alla pensione anticipata;
  • Penalizzazione sull’assegno del 2% per ogni anno di anticipo rispetto all’età di vecchiaia (67 anni), fino a un massimo del 10%;
  • Esenzione dal taglio per chi ha un Isee fino a 35.000 euro, a tutela dei redditi medio-bassi.

Pensioni 2026: cosa accadrà a settembre

A settembre arriveranno importanti aggiornamenti per chi percepisce una pensione: sarà pubblicata la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza (NADEF), che aggiornerà le previsioni sull’inflazione del 2025.

Si tratta di un passaggio fondamentale, perché da questo dato dipenderà l’entità dell’aumento delle pensioni previsto da gennaio 2026.

Quanto aumenteranno le pensioni nel 2026?

Secondo le prime stime, la rivalutazione dovrebbe attestarsi tra l’1,6% e l’1,8%. Tuttavia, come previsto dalla legge n. 448/1998, l’adeguamento non sarà uguale per tutti: dipenderà infatti dall’importo mensile della pensione.

Ecco come funziona il meccanismo a scaglioni:

  • Fino a 2.413,60 euro lordi mensili: rivalutazione al 100% del tasso, quindi tra l’1,6% e l’1,8%;
  • Tra 2.413,60 e 3.017 euro: rivalutazione al 90%, quindi tra l’1,44% e l’1,62%;
  • Oltre 3.017 euro: rivalutazione al 75%, tra l’1,2% e l’1,35%.

In pratica, più alta è la pensione, minore sarà la percentuale di rivalutazione applicata alla parte eccedente.

Riforma fiscale 2026: cosa può cambiare con il taglio dell’Irpef

Oltre all’adeguamento delle pensioni, a settembre potrebbero emergere anche novità in tema di riforma fiscale. Il governo sta valutando un intervento sull’aliquota Irpef per il secondo scaglione di reddito, attualmente al 35% per chi guadagna tra 28.000 e 50.000 euro lordi annui.

L’ipotesi in discussione prevede un taglio al 33%, con la possibilità di estendere il secondo scaglione fino a 60.000 euro. Se confermata, questa misura avrebbe effetti positivi anche per i pensionati con redditi medio-alti, che beneficerebbero di una riduzione dell’imposta.

Anche in questo caso, l’eventuale riforma entrerebbe in vigore da gennaio 2026, ma è condizionata alla disponibilità di risorse economiche nella prossima Legge di Bilancio.

Pensioni 2026: le 3 novità da tenere d’occhio a settembre

  • Quota 41 flessibile: in arrivo una nuova formula con 41 anni di contributi, età minima 62 anni e penalità del 2% per ogni anno di anticipo;
  • Aumenti pensioni: prevista una rivalutazione tra l’1,6% e l’1,8%, con percentuali ridotte per gli assegni più alti;
  • Taglio Irpef: possibile riduzione dell’aliquota dal 35% al 33% per i redditi tra 28.000 e 50/60.000 euro, anche per i pensionati.
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