Loni Anderson se n'è andata pochi giorni prima del suo ottantesimo compleanno, lasciando un vuoto nel mondo dello spettacolo e nei cuori di generazioni cresciute con il suo sorriso smagliante. L'attrice, indimenticabile Jennifer Marlowe nella sitcom "WKRP in Cincinnati", è morta in un ospedale di Los Angeles dopo una lunga malattia, come ha confermato la sua storica agente Cheryl J. Kagan all'Associated Press.
La notizia è arrivata come un fulmine a ciel sereno per molti fan che, sebbene avessero notato il suo ritiro graduale dalla scena pubblica, speravano che la bionda diva stesse semplicemente godendosi la vita lontano dai riflettori. La sua famiglia ha rilasciato un toccante comunicato:
Il mondo ha detto addio a una sex symbol degli anni '70 e '80, ma anche a una donna che ha saputo reinventarsi, amare, soffrire e lasciare un segno indelebile nella cultura pop americana. Ecco cosa sappiamo su Loni Anderson.
Loni Anderson è diventata famosa grazie al ruolo di Jennifer Marlowe, la segretaria sexy e intelligente dell’emittente radiofonica immaginaria al centro della sitcom "WKRP in Cincinnati", andata in onda tra il 1978 e il 1982 sulla CBS. Il personaggio, interpretato con grazia e ironia, ha sovvertito lo stereotipo della "bionda svampita", conquistando il pubblico e la critica.
Per quel ruolo ha ricevuto tre nomination ai Golden Globe e due agli Emmy, rendendo il suo nome un punto fermo della televisione americana. In un’intervista del 2021 con Fox News, Anderson ha raccontato:
Dopo il boom della sitcom, ha lavorato in numerose serie e film: da "Stroker Ace" (1983) con Burt Reynolds, a "Corsie in allegria", fino a ruoli cameo in "Sabrina, vita da strega", "Ragazze a Beverly Hills" e "V.I.P.". Ha anche prestato la voce nel film animato "Charlie - Anche i cani vanno in paradiso" (1989).
In tutto, la sua carriera ha attraversato cinque decenni, con un’impressionante varietà di ruoli che dimostrano una versatilità troppo spesso sottovalutata. Nel 1995 ha raccontato tutto nella sua autobiografia "My Life in Heels", un titolo che riassume perfettamente la sua filosofia: affrontare la vita con grinta e stile, sempre sui tacchi.
La vita privata di Loni Anderson è stata intensa e costellata di colpi di scena. È stata sposata quattro volte. Dal primo matrimonio con Bruce Hasselberg ha avuto la figlia Deidra Hoffman, mentre il figlio Quinton è stato adottato durante il suo terzo e più noto matrimonio, quello con Burt Reynolds, celebrato nel 1988.
L’unione con Reynolds, nata sul set del film "Stroker Ace", ha fatto sognare Hollywood: erano belli, famosi e sembravano inseparabili. Eppure, dietro le apparenze, si nascondevano difficoltà e tensioni. Il loro divorzio nel 1994 è stato tra i più discussi dell’epoca, alimentato da dichiarazioni pesanti da entrambe le parti.
Reynolds, nella sua autobiografia, l’ha accusata di spendere compulsivamente ("ha esaurito 45mila dollari in mezz’ora"), mentre Anderson ha raccontato di aver subito abusi fisici, rivelando: "Burt diceva che nessuno mi avrebbe creduto perché lui era Mr. Wonderful". Nonostante tutto, alla morte di Reynolds nel 2018, Loni ha scelto parole di affetto: "È stato parte della mia vita per 12 anni e padre di nostro figlio per 30. Ci mancherà".
Nel 2008 ha trovato finalmente la serenità sposando il musicista Bob Flick, membro del gruppo folk The Brothers Four, con cui è rimasta fino alla fine.
Ecco la cronologia dei suoi matrimoni:
Il successo planetario di "WKRP in Cincinnati" non è stato solo una parentesi fortunata: Jennifer Marlowe è diventata un’icona. Elegante, spiritosa e indipendente, il personaggio interpretato da Loni ha rotto numerosi cliché sul ruolo delle donne nei media e nella società. Ancora oggi, le sue scene sono celebrate sui social e citate nei corsi di media studies.
Loni ha sempre difeso quel ruolo e il messaggio che voleva trasmettere: "Jennifer era bellissima, sì, ma anche la più sveglia dell’ufficio. Questo ha fatto riflettere molta gente". Ha incarnato la possibilità di essere sensuali e brillanti allo stesso tempo, senza dover scegliere tra fascino e cervello.
Con il tempo, è diventata anche una figura di riferimento per le donne mature nel mondo dello spettacolo, scegliendo di non ritoccare il proprio volto con la chirurgia estetica e mostrando con fierezza i segni del tempo. È stata tra le prime celebrità a parlare pubblicamente della sclerosi multipla della figlia Deidra, diventando una sostenitrice della ricerca e dei diritti dei caregiver.