Vladimiro Zagrebelsky è stato uno dei più importanti magistrati e giuristi italiani, noto sia per la sua lunga carriera nella magistratura, sia per il ruolo di giudice presso la Corte europea dei diritti dell’uomo. Fratello maggiore di Gustavo Zagrebelsky, Vladimiro ha rappresentato un punto di riferimento per il diritto penale e la tutela dei diritti fondamentali in Italia e in Europa.
Vladimiro Zagrebelsky si è spento serenamente nel tardo pomeriggio del 5 agosto 2025, all’età di 85 anni, nella sua casa di villeggiatura a Gressoney-La-Trinité, in Valle d’Aosta, a causa di un improvviso malore. La notizia della sua scomparsa ha suscitato cordoglio in tutto l’ambiente istituzionale e accademico italiano.
Nato a Torino il 25 marzo 1940, Vladimiro Zagrebelsky proveniva da una famiglia di origini russe, trasferita in Italia dopo la Rivoluzione d’Ottobre. Si laureò in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Torino nel 1963, distinguendosi già negli studi per una tesi in Diritto penale. Dopo aver conseguito la libera docenza, nel 1965 entrò in Magistratura, dando avvio a un lungo cammino professionale che lo avrebbe portato ai vertici del diritto italiano ed europeo.
Il volto e il nome di Vladimiro sono stati spesso associati a quelli del fratello minore Gustavo Zagrebelsky, noto giurista, docente e presidente della Corte costituzionale nel 2004. I due fratelli hanno condiviso non solo l’amore per il diritto e la giustizia, ma anche una visione rigorosa e appassionata del ruolo delle istituzioni nel difendere i valori costituzionali. Il loro legame, umano e intellettuale, è stato per decenni un simbolo di impegno civile all’interno della cultura giuridica italiana.
Vladimiro Zagrebelsky lascia la moglie, di cui tuttavia non sono pubblicamente noti nome e dettagli biografici. Non è noto se avesse figli. La discrezione che ha sempre contraddistinto la sua vita privata ha fatto sì che poche informazioni sulla sua famiglia siano trapelate nella cronaca pubblica, in linea con la sua sobrietà istituzionale.
La carriera di Vladimiro Zagrebelsky è ricca di incarichi prestigiosi e di contributi fondamentali al diritto italiano ed europeo. Dopo i primi anni come magistrato, fu componente del Consiglio Superiore della Magistratura nei periodi 1981-1985 e 1994-1998, ricoprendo un ruolo chiave nella redazione di sentenze cruciali, tra cui quella riguardante i magistrati iscritti alla P2. Ha diretto la Corte di Assise di Torino e ricoperto la carica di procuratore della Repubblica presso la Pretura della stessa città.
Dal 1998 al 2001 ha guidato il principale ufficio legislativo del Ministero della Giustizia e presieduto una commissione delle Nazioni Unite a Vienna per la prevenzione del crimine e la giustizia penale. Il 25 aprile 2001 fu eletto giudice della Corte europea dei diritti dell’uomo a Strasburgo, incarico mantenuto fino al 2010. In quegli anni contribuì in modo significativo al rafforzamento del sistema europeo di tutela dei diritti fondamentali.
Dopo l’esperienza europea, diresse il Laboratorio dei Diritti Fondamentali (LDF) di Torino e svolse attività di docenza, pubblicando numerosi volumi e saggi sul diritto penale e sui diritti umani. Editorialista per “La Stampa”, era membro dell’Accademia delle Scienze di Torino e di diversi comitati scientifici.