Dopo Roma Capitale che godrà di benefici quasi da Stato c'era da immaginarsi la corsa all'imitazione. E così è perché Luca Zaia, presidente del Veneto, chiede che Venezia abbia gli stessi "privilegi" di Roma. E perché non Firenze, Torino, Napoli, Milano? C'è il rischio della disgregazione dello Stato che, peraltro, è già cominciato con l'aumento dei poteri delle Regioni.
"Per Venezia sono convinto che oggi più che mai servono poteri speciali, una governance dedicata, un'autonomia che consenta di intervenire in modo efficace su problemi reali. Pensiamo al tema del turismo: flussi imponenti e concentrati in poche ore, in un contesto ambientale fragile, provocano congestione, pressione sugli spazi, disagio crescente per i residenti. Una cornice normativa specifica consentirebbe misure intelligenti e moderne: obbligo di prenotazione digitale, contingentamento flessibile degli accessi, tariffe dinamiche, interlocuzione diretta con crocieristi e piattaforme globali. Oggi questi strumenti non sono facilmente attivabili. E che dire dello spopolamento? I veneziani continuano a lasciare la città perché viverci è sempre più difficile: l'elevato costo della vita, la scarsità di servizi, la pressione turistica rendono insostenibile la quotidianità" afferma il governatore del Veneto che, sostengono alcuni addetti ai lavori, che punterebbe a diventare sindaco di Venezia.
E anche con le elezioni regionali che si svolgeranno quest'anno c'è il rischio di uno sgretolamento dello Stato e di una campagna elettorale permanente: il 28 e 29 settembre si voterà nelle Marche, il 5 e 6 ottobre in Calabria, il 12 e 13 ottobre in Toscana e il 15 e 16 novembre, forse, in Puglia, Campania e Veneto. Un vero e proprio spezzatino elettorale che per evitarlo il deputato di Allenza Verdi Sinistra Angelo Bonelli chiede al presidente del consiglio Giorgia Meloni di promuovere un'election day.