Quello che più colpisce della rottamazione quinquies delle cartelle esattoriali è la rateizzazione in 10 anni del debito, per un totale di 120 rate.
Una possibilità che fa gola, anche perché, in questo modo, consentirebbe di spalmare il debito in molte più rate lasciando ai contribuenti più attimi di respiro.
Tuttavia, questa dilazione non spetta a tutti come ci si aspetterebbe. Allora, in questo articolo, spiegheremo a chi è davvero rivolta, onde evitare false speranze e delusioni future, e chi sono, in generale, gli esclusi dalla nuova rottamazione.
Se all’inizio si pensava fosse solo l’ennesima proposta/promessa, adesso la rottamazione quinquies si è trasformata in una (quasi) certezza che arriverà nel 2026.
Uno dei punti di vantaggio della nuova sanatoria, che la rende molto più interessante rispetto alle edizioni passate è la dilazione più lunga, ovvero in 10 anni e 120 rate.
Questa possibilità, però, non sarà rivolta indistintamente a tutti, ma solo ai contribuenti che hanno debiti molto pesanti.
Infatti, se ci pensiamo bene, per i debiti inferiori a 1000 euro potrebbe essere poco sensato sfruttare una dilazione in 10 anni.
Chi sarà tagliato fuori dalla maxi dilazione? Se davvero verrà confermato quanto detto poc’anzi, ovvero che i debiti di importo ridotto non potranno essere dilazionati in 120 rate, viene spontaneo chiedersi: come potranno allora rientrare nella rottamazione?
Non abbiamo fretta e spieghiamo con calma. Come già detto, suddividere un debito da 1000 euro su 10 anni appare poco pratico e, in un certo qual modo, anche poco sensato. Qualche calcolo potrebbe aiutarci a capire: la rata mensile sarebbe inferiore a 8,50 euro, senza nemmeno considerare eventuali interessi.
Tuttavia, questo non significa che i debiti più piccoli saranno esclusi dalla rottamazione quinquies. Più verosimilmente, la possibilità di accedere a una dilazione così lunga sarà riservata ai contribuenti con debiti superiori a una certa soglia.
Secondo le indiscrezioni più recenti, la rateizzazione decennale dovrebbe essere prevista solo per i carichi superiori a 50.000 euro, escludendo quindi automaticamente dalla dilazione lunga i debiti di entità inferiore.
Chiaramente, si tratta ancora di ipotesi: il quadro definitivo sarà chiaro solo quando sarà pubblicato il testo ufficiale del provvedimento. Ma è ragionevole pensare che il pagamento in 120 rate non sarà esteso anche alle posizioni debitorie più contenute.
Le informazioni trapelate finora suggeriscono una possibile pace fiscale a doppio binario: una soluzione per i grandi debiti e un’altra per quelli più modesti.
Per i debiti oltre i 50.000 euro, oltre alla rateizzazione lunga, si sta valutando l’introduzione di un versamento iniziale obbligatorio come forma di anticipo. Per gli importi più bassi, invece, si ipotizzano misure diverse, come la cancellazione automatica delle somme minori o lo stralcio parziale del debito.
In generale, la rottamazione quinquies delle cartelle esattoriali non sarà per tutti. Anzi, si tratta di una possibilità molto limitante, considerando che si sta pensando di escludere chi ha le risorse economiche, ma che risulta inadempiente.
Una decisione necessaria per prevenire quella che si è dimostrata una prassi costante nelle ultime sanatorie. Parliamo di tutti quei contribuenti con debiti che cercano solo di sfruttare le rottamazioni al solo scopo di posticipare tutte le azioni esecutive nei loro confronti.
Sebbene l’esclusione di alcuni contribuenti dalla rottamazione dipenderà da quanto sarà previsto nel testo finale del provvedimento, vi sono comunque categorie che risultano escluse sin da subito in base alla normativa attuale.
La Legge n. 91 del 2022, infatti, stabilisce che chi è decaduto da una dilazione accordata dopo il 16 luglio 2022 non potrà accedere a un nuovo piano di rateizzazione finché non avrà prima estinto integralmente tutte le rate scadute e rimaste insolute.