L'Inps è al lavoro per ricalcolare gli importi di molte pensioni. In base a una recente circolare, la sanatoria contributiva, che riguarda i periodi retributivi precedenti al 31 dicembre 2004, avrà un impatto limitato solo su coloro che hanno interrotto l’attività lavorativa a partire dal 2022.
Cosa ci si aspetta? Da una parte un aumento non solo dell'importo pensione, ma anche del Tfr; dall'altra parte, si pensa anche a possibili riduzioni.
Tuttavia, la sanatoria contributiva per gli ex dipendenti pubblici non si estenderà a chi ha cessato l’attività prima di quella data.
In questo articolo, vedremo prima di tutto come funziona il ricalcolo degli assegni e, in dettaglio, cosa ha chiarito l’Inps e chi può stare tranquillo.
Nell'attesa di settembre, quando potrebbero esserci novità e possibili aumenti delle pensioni, parliamo di un aspetto molto importante: il ricalcolo degli assegni pensionistici, previsto dalla circolare n. 118/2025 dell’Inps che riguarderà esclusivamente i casi più recenti.
Si tratta di un procedimento già avviato per ridimensionare il contenzioso tra gli ex lavoratori statali, ormai in pensione, e le amministrazioni. Si punta, in qualche modo, a rendere la questione conveniente per entrambe le parti.
In particolare, la Legge di Bilancio 2024 offre alle amministrazioni pubbliche la possibilità di regolarizzare le proprie pendenze contributive con l’Inps.
Proprio nel 2024, l'Inps ha avviato un'importante operazione affinché le posizioni contributive degli ex statali vengano riallineate. La sanatoria, in particolare, ha l'obiettivo di adeguare le posizioni contributive senza il bisogno di interventi da parte del beneficiario.
Il ricalcolo degli importi pensionistici si applica principalmente alle situazioni recenti. Se l'invio dei flussi contributivi evidenzia una discrepanza che comporta una riduzione dell'assegno pensionistico già liquidato, l'Inps avrà la facoltà di adeguare l'importo dell’assegno.
In questo caso, l'ente previdenziale potrebbe anche richiedere il recupero delle somme che sono state erroneamente erogate.
Per i pensionati che non sono coinvolti da queste modifiche, le cose non cambiano. L'Inps non applicherà alcuna retroattività e, se ci saranno adeguamenti, questi saranno limitati e riguarderanno solo i casi in cui il ricalcolo determina un aumento dell'assegno pensionistico o del trattamento di fine rapporto.
In generale, non si prevede che gli importi vengano ridotti, e i casi di revisione al ribasso saranno estremamente rari.
Si fa riferimento, per essere ancora più precisi, alla regolarizzazione dei contributi fino al 31 dicembre 2004.
Questo intervento riguarda esclusivamente le pensioni dei dipendenti statali, sia provvisorie che definitive, per le quali non siano ancora trascorsi tre anni dalla notifica del provvedimento pensionistico all’interessato.
Il ricalcolo si applica ai pensionamenti avvenuti dal 2022 in poi. Di conseguenza, le pensioni definitive che hanno superato questo periodo non saranno oggetto di modifiche.
In sostanza, l’Inps potrà agire solo sui fascicoli pensionistici più recenti, limitandosi a quelli per i quali è ancora possibile avviare una revisione.
Per le pensioni liquidate oltre tre anni fa, l'Inps non può più effettuare il ricalcolo degli importi. In questi casi, l'ente avvia una procedura di recupero nei confronti delle amministrazioni pubbliche, che sono obbligate a restituire non solo le somme indebitamente pagate fino a quel momento, ma anche gli importi che continueranno a essere versati in eccedenza fino alla correzione delle pensioni.
Il recupero include anche gli importi relativi ai benefici per i familiari superstiti.
L'Inps parla dell'introduzione di un nuovo strumento che avrà un'interfaccia simile a quella di "Nuova PAssWeb", ma con la capacità di generare automaticamente i flussi precompilati di denuncia UNIEMENS/ListaPosPA, semplificando così le operazioni.
Saranno esclusi gli enti con natura giuridica privata, anche se iscritti alla Gestione pubblica. Questa riforma nasce per risolvere i problemi legati ai periodi contributivi precedenti al 2005, che sono stati caratterizzati da dati incompleti e modalità di trasmissione disorganizzate.
Con questa iniziativa, l'Inps intende correggere e completare le posizioni assicurative dei dipendenti pubblici, migliorando la qualità e l'affidabilità dei dati relativi alle loro carriere previdenziali.