19 Aug, 2025 - 12:08

Riforma riscossione cartelle esattoriali: cosa cambia nel 2026

Riforma riscossione cartelle esattoriali: cosa cambia nel 2026

A partire dal 2026 il sistema della riscossione fiscale subirà un profondo restyling. Dopo anni di richieste di semplificazione e modernizzazione, arriverà una riforma strutturale che promette di rivoluzionare il modo in cui lo Stato recupera i crediti fiscali.

L’obiettivo? Maggiore trasparenza, tempi più rapidi, meno carta e più tutele per i contribuenti. Si pensa prima di tutto ai cittadini, soprattutto a chi è più in difficoltà, ma dall’altra anche al magazzino della riscossione.

In questo articolo, vedremo in cosa consisterà la grande onda che dovrebbe travolgere, cambiandolo, il sistema della riscossione, e quali saranno gli effetti.

Stop alle cartelle esattoriali “immediate”: arriva la sospensione automatica

La novità più attesa riguarda la gestione delle cartelle esattoriali oggetto di contenzioso. Una spina nel fianco che potrebbe non dare più fastidio.

Dal 2026, in caso di ricorso contro una cartella, scatterà automaticamente la sospensione delle procedure di riscossione da parte dell’Agenzia Entrate-Riscossione.

La buona notizia? Niente più incubi per chi contesta una richiesta fiscale: fino alla conclusione del giudizio, lo Stato non potrà procedere all’incasso forzato.

Si parla di un cambio di rotta radicale rispetto al presente, dove, anche con un ricorso in corso, il contribuente rischia comunque pignoramenti o fermi amministrativi.

Fisco digitale: addio carta, notifiche solo online

Un altro pilastro della riforma sarà la digitalizzazione totale delle comunicazioni. Siamo nell’era della digitalizzazione, lo abbiamo detto più volte, e ciò non riguarda solo i metodi di pagamento (come l’arrivo dell’Imu su PagoPA), ma la comunicazione in generale.

Le notifiche cartacee, tradizionalmente inviate via posta, saranno sostituite da sistemi telematici certificati.

Una scelta che punta a ridurre errori, velocizzare i tempi e migliorare la tracciabilità degli atti fiscali. Un’operazione coerente con la più ampia strategia di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione.

Tuttavia, in questo caso, non si pensa mai a chi è poco avvezzo con la tecnologia. Non ci riferiamo solo agli anziani, ma anche molti giovani e anche meno giovani che utilizzano molto poco questi sistemi.
Ci si deve adeguare ai tempi, è vero, ma forse non tutti sono pronti a farlo nello stesso momento.

Rate più lunghe, senza burocrazia: sarà vero?

Sul fronte dei pagamenti dilazionati, i contribuenti potranno beneficiare di piani sempre più flessibili.

Dal 2025 è già previsto l’aumento delle rate ordinarie da 72 a 84, soglia che sarà confermata anche nel 2026.

E non finisce qui: dal 2027 si potrebbe arrivare fino a 96 rate mensili. In caso di difficoltà economica documentata, sarà possibile richiedere piani ancora più estesi, fino a 120 mesi.

Verso la rottamazione quinquies: tra attese e dubbi

Parallelamente alla riforma, il governo starebbe mettendo a punto una nuova edizione della rottamazione delle cartelle esattoriali.

La nuova rottamazione quinquies dovrebbe includere debiti notificati entro fine 2023, con una maxi rata iniziale pari al 5% del totale e il saldo in 120 rate mensili.

Tra le ipotesi in campo: la possibilità di mantenere i benefici della sanatoria anche in caso di mancato pagamento fino a 9 rate, non necessariamente consecutive.

Si tratta di una formula pensata per offrire un’ulteriore possibilità di rientro anche a chi, in passato, ha avuto difficoltà nel rispettare i termini delle precedenti rottamazioni. Infatti, la rottamazione quater peccava proprio per via della sua bassa tolleranza.

Inoltre, sarebbe previsto un doppio binario a seconda dell’entità del debito: un anticipo per i grossi debiti e un saldo e stralcio per gli importi più piccoli.

Un nuovo patto tra fisco e cittadini: cosa cambia

La riforma della riscossione, se confermata nei suoi punti principali, rappresenta una svolta nel rapporto tra contribuenti e amministrazione finanziaria.

Più tutela per chi contesta, meno carta, procedure più snelle e la possibilità concreta di regolarizzare la propria posizione con piani sostenibili.

Un fisco più moderno e meno “aggressivo”, in linea con le esigenze di un Paese che chiede da tempo giustizia fiscale, efficienza, ma anche un briciolo di umanità. Ora la parola passa alla prossima Legge di Bilancio, che dovrà tradurre queste promesse in norme concrete.

Riforma della riscossione 2026: cosa cambia in tre punti

  • Stop alle cartelle esecutive in caso di ricorso: dal 2026, la riscossione si fermerà automaticamente se il contribuente contesta una cartella: niente più pignoramenti o fermi durante i contenziosi. Una novità che tutela chi è in attesa di giudizio e riduce la pressione fiscale preventiva;
  • Tutto digitale, ma non per tutti: le notifiche cartacee saranno sostituite da invii telematici certificati, velocizzando tempi e riducendo errori. Tuttavia, restano dubbi sull’inclusione di chi ha scarsa dimestichezza con gli strumenti digitali, non solo anziani ma anche giovani poco digitalizzati;
  • Rate più lunghe e nuova rottamazione in arrivo: le rate ordinarie saliranno fino a 84 (e poi 96 dal 2027), con la possibilità di estensioni a 120 mesi per chi dimostra difficoltà economiche. In parallelo, prende forma una nuova “rottamazione quinquies”, con maxi rata iniziale al 5% e piani flessibili per agevolare anche chi è in ritardo con i pagamenti.
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