22 Aug, 2025 - 08:46

Partita Iva senza contributi: quando è possibile l’esonero

Partita Iva senza contributi: quando è possibile l’esonero

Il peggior incubo dei lavoratori che devono aprire la Partita Iva è l’obbligo di versare i contributi. Le spese contributive, ma anche quelle fiscali sono i due aspetti che fanno pensare prima di mettersi in proprio.

Anche se l’obbligo di versare i contributi previdenziali è diffuso, ci sono alcune eccezioni alla regola: casi particolari in cui si è esonerati.

In questo articolo, vedremo subito quando scatta l’esonero e tutte le particolarità.

Chi può aprire la Partita Iva senza versare i contributi

Il versamento dei contributi rappresentata una delle peggiori preoccupazioni quando si decide di aprire la Partita Iva. Questo perché l’iscrizione alla cassa previdenziale è un adempimento obbligatorio.

Un adempimento che grava su tutti i lavoratori: dipendenti o autonomi. Tuttavia, ci sono alcuni casi (davvero pochi e particolari) in cui il lavoratore autonomo non è tenuto a versare i contributi all’Inps e neppure alla propria cassa previdenziale.

Le eccezioni sono le seguenti:

  • Lavoratore dipendete a tempo pieno che decide di aprire la Partita Iva;
  • Lavoratore autonomo o professionista che non fattura affatto durante l’anno;
  • Lavoratori che aprono la Partita Iva sfruttando accordi previdenziali con Stati esteri.

Appurate queste eccezioni, vediamole subito nel dettaglio, analizzandole caso per caso.

Perché il lavoratore dipendente con Partita Iva non paga i contributi

Può capitare che un lavoratore dipendente decida di aprire la Partita Iva. Una norma particolare esonera i dipendenti dall’obbligo di contribuzione qualora esercitano anche lavoro autonomo. Ciò è determinato dalla presunzione che il reddito da lavoro dipendente sia il principale.

Nonostante questo, è comunque necessario rispettare alcuni requisiti richiesti, però, a chi svolge attività per la quale è richiesta l’iscrizione alla cassa artigiani e commercianti Inps.

Il rapporto di lavoro deve essere a tempo pieno e il reddito derivante dall’attività autonoma non deve essere più alto rispetto a quello da dipendente.

Inoltre, per avere l’esonero dall’obbligo contributivo, il lavoratore non deve essere iscritto alla Gestione Separata Inps.

Ricapitolando, i requisiti sono i seguenti:

  • L’attività autonoma deve appartenere a una delle categorie per cui è obbligatoria l’iscrizione alla Gestione Inps degli artigiani o dei commercianti (IVS);
  • In caso di lavoro dipendente, il contratto deve essere a tempo pieno;
  • In alcune situazioni particolari, l’esonero contributivo è stato riconosciuto anche a lavoratori con contratti part-time pari a 38 ore settimanali;
  • La concessione dell’esonero, in questi casi, è rimessa alla valutazione dei singoli uffici territoriali dell’Inps, che decidono caso per caso.

Se non fatturi non paghi i contributi: come funziona l’esonero

I titolari di Partita Iva che non fatturano durante l’anno non sono tenuti al versamento dei contributi. Tuttavia, con le dovute distinzioni.

La regola, infatti, è valida per i professionisti senza ordine oppure albo che versano i contributi alla Gestione Separata Inps.

Solo in questo caso, se non c’è attività svolta, allora i contributi non sono dovuti perché si calcolano sul reddito lordo prodotto.

Negli altri casi, invece, i contributi minimi devono essere comunque versati.

Contributi previdenziali versati all’estero: quando si evita l’Inps

Un professionista che si trasferisce in Italia da un Paese estero con cui esistono accordi speciali, può continuare a versare i contributi pensionistici nel suo Paese d’origine, se lì ha già iniziato a costruire la sua pensione.

Si tratta di una particolarità remota che prevede l’esonero dal versamento dei contributi Inps e, al contempo, che i contributi siano versati lo stesso alla previdenza del Paese estero.

Per precisione, non parliamo di un vero e proprio esonero, come invece lo sono i casi precedenti. Quanto più, in questo caso ci troviamo di fronte a una situazione eccezionale, in cui i contributi, anche se all’estero, devono essere comunque versati.

Partite Iva senza contributi: 3 punti chiave

  • Lavoratori dipendenti full-time: chi ha un contratto a tempo pieno e apre una Partita Iva per un'attività secondaria può essere esonerato dal versamento dei contributi Inps, a condizione che il reddito principale provenga dal lavoro dipendente e che non ci sia iscrizione alla Gestione Separata;
  • Nessuna fattura, nessun contributo: i professionisti senza albo, iscritti alla Gestione Separata Inps, non devono versare contributi se non hanno prodotto reddito nell’anno. Negli altri casi, i contributi minimi sono comunque dovuti;
  • Accordi previdenziali internazionali: chi si trasferisce in Italia da un Paese con cui esistono accordi bilaterali può continuare a versare i contributi nel Paese d’origine, evitando quelli all’Inps, purché l’obbligo contributivo resti attivo all’estero.
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