L’agevolazione prima casa continua a rappresentare una boa di salvataggio alla quale aggrapparsi per tutti quei cittadini che sono in procinto di comprare un immobile.
Tuttavia, bisogna comprenderla bene perché potrebbe essere compromessa nel momento in cui non si fa attenzione e non si rispettano i termini previsti in caso di vendita.
In questo articolo, ci occuperemo proprio della vendita, spiegando quando è possibile, riprendendo un caso esaminato dall’Agenzia delle Entrate.
Sulle agevolazioni prima casa non ci sono solo molti aspetti poco chiari, che spesso possono indurre in dubbi e confusione, ma anche modifiche.
Ad esempio, ci sono casi in cui le agevolazioni prima casa spettano anche su due immobili.
La Legge di Bilancio 2025, ad esempio, ha esteso da uno a due anni il termine a disposizione per chi acquista una seconda “prima casa” impegnandosi a vendere l’immobile già posseduto.
Questo ampliamento non si applica solo agli acquisti effettuati nel 2024, ma riguarda anche situazioni precedenti.
Inoltre, chi rispetta il nuovo termine potrà mantenere il diritto al credito d’imposta, ovvero il rimborso delle imposte pagate sul primo acquisto, senza rischio di perderlo.
Parliamo di una modifica importante e vantaggiosa perché offre maggiore flessibilità e sicurezza a chi intende sostituire la propria abitazione principale, garantendo il mantenimento delle agevolazioni fiscali previste.
Quanto detto poc’anzi, è stato chiarito dall’Agenzia delle Entrate con la risposta n. 197, del 30 luglio 2025.
Un contribuente ha acquistato nel 2024 una nuova abitazione usufruendo delle agevolazioni “prima casa” previste dal Tur e del credito d’imposta per il riacquisto della prima casa, come stabilito dall’articolo 7 della legge n. 448/1998.
Al momento dell’acquisto, però, era già proprietario di un immobile “agevolato” che, secondo la normativa, doveva essere venduto entro un anno dall’acquisto della nuova casa.
La Legge di Bilancio 2025 ha modificato questo termine, estendendolo da uno a due anni per completare la vendita dell’immobile pre-posseduto e mantenere così il beneficio fiscale. Questa nuova scadenza non si applica solo agli acquisti dal 2025 in poi, ma anche a quelli effettuati nel 2024, purché il termine originario di un anno non fosse ancora scaduto.
In sostanza, chi ha acquistato una nuova “prima casa” nel 2024 ha ora due anni di tempo per vendere la precedente senza perdere le agevolazioni.
Per quanto riguarda il credito d’imposta riconosciuto a chi acquista una nuova abitazione entro un anno dalla vendita di quella precedente, l’Agenzia delle Entrate ha fornito chiarimenti importanti.
Il credito consente di recuperare, entro certi limiti, l’imposta di registro o l’Iva pagata per il primo acquisto.
L’Agenzia ha ribadito che il credito d’imposta si applica anche nel caso in cui la nuova casa venga acquistata prima della vendita dell’immobile pre-posseduto, in linea con la logica della normativa che mira a facilitare la sostituzione della prima casa.
Anche se la modifica normativa non ha cambiato direttamente le regole sul credito d’imposta, poiché entrambi i benefici mirano a incentivare il mercato immobiliare e la sostituzione dell’abitazione principale, l’Agenzia delle Entrate ha confermato che il nuovo termine di due anni per vendere l’immobile precedente vale anche per mantenere il diritto al credito.
Pertanto, il contribuente che acquista una nuova “prima casa” usufruendo delle agevolazioni e del credito d’imposta deve vendere l’immobile precedente entro due anni per non perdere né l’agevolazione né il credito. In caso contrario, decade il diritto a entrambi.
La Legge di Bilancio 2025 ha esteso da uno a due anni il termine per vendere l’immobile precedentemente agevolato, anche per chi ha acquistato una nuova “prima casa” nel 2024.
Chi rispetta questo nuovo termine mantiene il diritto al credito d’imposta, che consente di recuperare le imposte pagate sull’acquisto della prima abitazione.
Se la vendita della vecchia casa non avviene entro due anni, si perde sia l’agevolazione fiscale che il credito d’imposta, con conseguenti obblighi di pagamento delle imposte.