Noemi Fiordilino aveva 20 anni ed era iscritta alla facoltà di Scienze della mediazione all'Università dell'Insubria quando - lo scorso 29 marzo 2025 - fu travolta e uccisa da un'auto mentre, insieme al fidanzato, cercava di soccorrere un coniglietto ferito lungo la strada a Lurago Marinone (Como).
Il conducente, Vincenzo Crudo, era alla guida con la patente scaduta, una gamba ingessata e un tasso alcolemico elevato, ma potrebbe anche evitare il carcere: per questo motivo, la famiglia della vittima, sta lottando con tutte le sue forze. "Non ci fermeremo finché non avremo giustizia", le parole della sorella Alyssa.
Quella notte Noemi e il suo fidanzato stavano tornando a casa dalla festa di laurea di un'amica, quando videro un coniglio ferito sul bordo della carreggiata. Senza esitazione, si fermarono e - dopo aver acceso le quattro frecce - scesero per prestare soccorso all'animale.
Erano le due del mattino, ma la strada era illuminata. Mentre i giovani tentavano di aiutare il coniglietto, un'auto si avvicinò loro ad alta velocità e investì Noemi. L'impatto fu violentissimo: la ragazza volò per circa 50 metri, riportando un grave trauma cervicale.
Quando i soccorritori arrivarono - allertati dal fidanzato, che aveva provato invano a spostarla (sotto shock, disse: "Mi è stata strappata via della mani") - per lei non c'era già più nulla da fare. Il conducente della vettura incriminata, invece, era fuggito, senza prestare alcun soccorso a lei e al ragazzo. Il suo nome è Vincenzo Crudo.
La testimonianza del fidanzato di Noemi alla trasmissione Rai "Ore 14" pochi giorni dopo l'incidente mortale - 31 marzo 2025.
Crudo, 33 anni, residente a Fenegrò, era alla guida senza patente, con una gamba ingessata e in stato di ebbrezza (motivo per cui era già stato denunciato, in passato). Quando fu rintracciato dai carabinieri, negò loro ogni responsabilità, affermando che l'auto - ritrovata abbandonata in un campo - gli era stata rubata. Le prove, però, smentirono la sua versione.
Si scoprì infatti che delle telecamere di videosorveglianza installate nei pressi del luogo del sinistro avevano ripreso tutto. Un'evidenza davanti alla quale anche Crudo - alla fine - dovette arrendersi, ammettendo ciò che aveva fatto. Fu arrestato per omicidio stradale, omissione di soccorso e simulazione di reato.
In attesa del processo, il gip gli ha concesso i domiciliari. Non è tutto: l'uomo potrebbe infatti evitare il carcere anche dopo la sentenza, perché il test alcolemico a cui è stato sottoposto - diverse ore dopo l'incidente -, ha rilevato un valore di 1,46 g/l, appena sotto la soglia di 1,50 prevista per pene più severe.
L'avvocato della famiglia Fiordilino, Edoardo Mastice, ha dichiarato al Corriere della Sera che, secondo i periti incaricati, il tasso alcolemico di Crudo al momento dell'incidente era in realtà più alto: pari a 1,80 g/l.
Dato che - se venisse riconosciuto - comporterebbe per l'imputato una condanna minima di 8 anni di reclusione. In caso contrario - e con la scelta del rito abbreviato -, Crudo rischierebbe una pena inferiore a 4 anni, e potrebbe essere affidato ai servizi sociali.
Un esito che chi conosceva la 20enne uccisa non accetta, vista la gravità dei fatti. "Ho perso tragicamente mia sorella. Nulla potrà restituirmela, ma nessuno potrà pensare che tutto ciò possa passare inosservato", scrive la sorella sui social.
A fare da cornice alle sue parole c'è un video che racchiude alcune foto di momenti felici vissuti da Noemi e dal resto della sulla famiglia. Tanti - sotto - i commenti di cordoglio e sostegno. "Giustizia", gridano in molti, esprimendo il loro sconcerto per l'accaduto.