Il panorama previdenziale italiano è in fase di ridefinizione e, di fatto, il processo è già iniziato con la possibilità di andare in pensione a 64 anni. Come evidenziato dall’INPS, l’uscita anticipata flessibile esiste, ma presenta ancora limiti e difficoltà di accesso per i lavoratori.
La sensazione è che si possa andare oltre la legge Fornero, ma anche rischiare di peggiorare la situazione, soprattutto alla luce della proposta del Sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon: archiviare Quota 103 e introdurre una formula che preveda anche l’utilizzo del TFR o dei versamenti ai fondi pensione integrativi per raggiungere la soglia minima richiesta. Nei prossimi paragrafi analizzeremo la misura già attiva e richiedibile da subito, insieme agli sviluppi delle riforme attese nei prossimi anni.
Il fatto che la pensione anticipata a 64 anni rientri già tra i servizi attivi dell’INPS può generare qualche difficoltà di comprensione delle dinamiche del sistema previdenziale italiano. Attualmente, la pensione anticipata flessibile ordinaria consente ai lavoratori con determinati requisiti contributivi di accedere all’assegno pensionistico prima dell’età prevista per la pensione di vecchiaia.
Si tratta di un’opzione flessibile che offre ad alcuni lavoratori la possibilità di ritirarsi in anticipo, purché vengano rispettati i requisiti principali legati all’età e alla contribuzione.
Al momento, possono presentare domanda all’INPS per ottenere la pensione anticipata i lavoratori iscritti a diverse gestioni previdenziali, tra cui:
L’accesso alla pensione anticipata a 64 anni dipende dal sistema di calcolo dell’assegno pensionistico: misto o interamente contributivo.
I lavoratori che avevano già un’anzianità contributiva al 31 dicembre 1995 possono accedere alla pensione anticipata se in possesso di:
È richiesto inoltre un minimo di 35 anni di contributi effettivi, senza periodi di malattia o disoccupazione.
I lavoratori che hanno iniziato a versare contributi dopo il 1996 rientrano nel sistema interamente contributivo e possono accedere al pensionamento anticipato con:
Il requisito si riduce a:
È inoltre richiesta la cessazione del rapporto di lavoro dipendente (non per i lavoratori autonomi). L’importo della pensione anticipata contributiva non può superare cinque volte il trattamento minimo annuo fino al raggiungimento dell’età per la pensione di vecchiaia.
La decorrenza della pensione non è immediata, ma subordinata a “finestre” mobili, così articolate:
Il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, come riportato da fanpage.it, ha previsto una nuova opzione di pensione anticipata flessibile a 64 anni con 25 anni di contributi, valida per tutti i lavoratori, indipendentemente dall’anno di inizio della carriera contributiva.
La novità riguarderebbe anche i lavoratori del sistema misto. L’aspetto più innovativo, tuttavia, è la possibilità di utilizzare il TFR (Trattamento di Fine Rapporto) come rendita per raggiungere la soglia minima della pensione (tre volte l’assegno sociale). Si tratterebbe di una facoltà, non di un obbligo.
Durigon precisa che la misura non deve essere vista come un inasprimento che comporta la perdita della liquidazione, ma come un’opportunità aggiuntiva per facilitare l’accesso alla pensione.
Chi possiede i requisiti per la pensione anticipata flessibile può presentare domanda tramite:
La pensione anticipata a 64 anni, già una realtà in Italia, è destinata a essere estesa a tutti i lavoratori. La nuova proposta del governo prevede un'uscita flessibile con 25 anni di contributi, offrendo anche l'opzione di usare il TFR per integrare l'assegno. Di seguito, risponderemo alle domande più comuni per aiutarti a capire come funziona oggi e quali sono le novità future.