Dal possibile addio al rafforzamento: nel 2026, si aprono nuove prospettive per Opzione donna, la pensione anticipata targata al femminile.
Potrebbe essere confermata se non addirittura rafforzata, con il ritorno del pensionamento flessibile a 58 anni.
In questo articolo, vediamo quali sono le nuove proposte sul tavolo, come potrebbe cambiare la misura nel 2026 (se confermata) e tutte le ultime novità sulla possibile riforma delle pensioni.
Proroghe su proroghe e ancora proroghe hanno permesso a Opzione donna di essere continuamente e ripetutamente attuata.
Si pensava a un abbandono a partire dal 2026, ma forse non sarà così. Infatti, si pensa di prorogare nuovamente la misura, ma anzi, addirittura, potenziarla. L’attuale versione è accessibile solo per le donne lavoratrici che hanno perfezionato i requisiti entro il 31 dicembre 2024.
Si prevede la possibilità di una proroga revisionata della misura, con una sorta di ritorno alle origini. Negli ultimi anni, le modifiche apportate hanno cambiato profondamente l’essenza dell’Opzione Donna, rendendola meno accessibile alla maggior parte delle lavoratrici.
Le nuove regole, più rigide e piene di restrizioni, hanno infatti ridotto in modo significativo il numero di donne che possono usufruirne.
Così com’è, la misura rischia di perdere la sua utilità. Per questo è stato annunciato un possibile intervento di rilancio, che potrebbe prendere forma in diverse direzioni.
Tra le ipotesi, ci sarebbe un ritorno ai requisiti originari di Opzione Donna, quando la misura era libera da troppi vincoli e paletti.
Quindi, la pensione anticipata al femminile potrebbe permettere l’uscita dal mondo del lavoro a:
Ci sono, però, altre ipotesi che prevedono l’allargamento delle possibili e potenziali beneficiarie.
Infine, come già si stava discutendo, si prevederebbe anche l’introduzione del calcolo con il sistema misto (contributivo/retributivo): tuttavia, sembra lontana dalla realtà la possibilità di lasciare il ricalcolo contributivo.
Al momento, le indicazioni restano ancora generiche. Sarà la legge di Bilancio 2026 a chiarire in che modo l’Opzione Donna verrà confermata, modificata o eventualmente potenziata.
Ciò che appare evidente è che la misura continuerà a rappresentare un pilastro importante nel panorama delle pensioni anticipate al femminile, con l’obiettivo di garantire maggiore flessibilità e di riconoscere più adeguatamente il valore del lavoro delle donne all’interno del mercato occupazionale.
Il tema della riforma delle pensioni è ostico, molto ampio e abbraccia diverse possibilità. Il rafforzamento di Opzione donna, una sorpresa inaspettata, potrebbe camminare accanto a molte altre ipotesi.
Ci sono molti cambiamenti all’orizzonte, come l’abbandono di Quota 103 e, in generale, il sistema delle quote come è stato concepito fino a oggi.
Si dovrebbe far spazio ad altre misure, nuove e vecchie riformate, per un cambiamento generale delle pensioni.
Da una parte, sembra quasi sicuro (almeno per ora) il congelamento dell’aumento dell’età pensionabile temuto per il 2027, dall’altra parte si punta alla pensione anticipata a 64 anni (anche con il TFR) per tutti.
Proprio quest’ultima novità è al centro di discussione: la misura, com’è attualmente in vigore, permette di andare in pensione a 64 e con 20 anni di contributi solo ai contributivi puri.
Si sta pensando di allargare questa possibilità a tutti, anche a chi ricade nel sistema di calcolo contributivo, mantenendo il limite d’età e aumentando di cinque anni la storia contributiva, passando da 20 a 25 anni.
La vera e propria novità, però, consisterebbe nella possibilità di utilizzare il TFR per raggiungere i contributivi richiesti.