Prosegue il confronto sulla possibile estensione della flat tax al 15% per ricavi e compensi fino a 100.000 euro, una proposta per ampliare il regime forfettario.
Dopo il mancato inserimento nella Legge di Bilancio 2025, il Governo sembra ora intenzionato a riproporre l’idea nella manovra del 2026.
È tornata al centro del dibattito la possibilità di innalzare la soglia dai 85.000 euro attuali a 100.000 euro, con l’obiettivo di offrire un beneficio fiscale più ampio a chi supera il limite previsto dal regime agevolato.
In questo articolo, maggiori informazioni.
Sono circa 2 milioni i titolari di partita Iva che oggi beneficiano del regime forfettario, uno strumento pensato per semplificare gli adempimenti fiscali e garantire un’aliquota agevolata.
Nonostante la sua popolarità, il regime è oggetto di crescenti critiche sia a livello nazionale che internazionale. Il Fondo Monetario Internazionale, ad esempio, ha espresso dubbi sulla sostenibilità della flat tax, proponendone l’abolizione.
Nonostante queste tensioni, il Governo italiano continua a valutare l’ipotesi di estendere la flat tax, portando la soglia di accesso al regime forfettario dagli attuali 85.000 euro a 100.000 euro.
Questa mossa sarebbe un segnale importante per molti professionisti e piccole imprese, potenzialmente ampliando la platea dei beneficiari e garantendo un risparmio fiscale maggiore per chi oggi si trova appena oltre il limite.
Attualmente, il regime forfettario consente di pagare un’aliquota sostitutiva del 15% sui ricavi o compensi fino a 85.000 euro annui. Chi supera questa soglia perde il diritto al regime agevolato a partire dall’anno successivo.
Se invece i ricavi superano la soglia di 100.000 euro, la fuoriuscita dal regime è immediata e avviene nel corso dello stesso anno fiscale.
Per i contribuenti all’avvio di una nuova attività, l’aliquota agevolata è ridotta al 5% per i primi cinque anni, a condizione di rispettare determinati requisiti.
L’innalzamento della soglia a 100.000 euro rappresenterebbe quindi un passo importante, consentendo a un maggior numero di professionisti e imprese di restare nel regime agevolato, evitando passaggi più complessi verso la tassazione ordinaria.
Questo potrebbe tradursi in una significativa riduzione del carico fiscale e in una maggiore semplicità amministrativa, aspetti fondamentali per chi lavora con partita Iva.
Tuttavia, il percorso per modificare la soglia non è affatto semplice. L’Italia non può unilateralmente alzare la soglia a 100.000 euro per tutte le operazioni interne senza una revisione della direttiva stessa, che richiederebbe un negoziato a livello europeo.
La situazione apre dunque a un quadro complesso: da un lato, c’è la volontà politica di ampliare e semplificare il regime forfettario per favorire la crescita economica e alleggerire il carico fiscale; dall’altro, ci sono limiti europei stringenti che obbligano l’Italia a rispettare regole comuni per garantire equità e concorrenza all’interno del mercato unico.
Il risultato potrebbe essere che l’innalzamento della soglia a 100.000 euro venga rimandato o condizionato a un cambiamento, che non appare imminente.
Nel frattempo, l’esecutivo dovrà trovare un equilibrio tra le esigenze di semplificazione fiscale e i vincoli comunitari, valutando anche possibili alternative per sostenere i contribuenti con redditi intermedi.
Insomma, la flat tax al 15% fino a 100.000 euro resta un obiettivo ambizioso, ma al momento si trova in una fase di stallo tra promesse politiche e limiti normativi.