05 Sep, 2025 - 12:57

Pensione anticipata per invalidi al 74%: quali sono i benefici previdenziali previsti

Pensione anticipata per invalidi al 74%: quali sono i benefici previdenziali previsti

Chi ha un’invalidità riconosciuta per almeno il 74% può fruire di alcuni benefici: vantaggi soprattutto sul piano previdenziale.

Un classico esempio è la pensione anticipata, riservata agli invalidi, ma ci sono anche una serie di altri strumenti rivolti non solo a chi ha il 100%.

In questo articolo, faremo un elenco di quali sono le misure previste proprio per chi si trova nelle soglie intermedie, a partire dal 74%, in ambito previdenziale.

Come andare in pensione con invalidità al 74%

A volte si crede che per avere via preferenziali alla pensione serva necessariamente un’invalidità del 100%, ovvero piena.

In realtà, il sistema previdenziale italiano tiene conto anche delle fasce intermedie, a partire dal riconoscimento del 74%. Chi ha almeno il 74% di invalidità debitamente riconosciuta ha la possibilità di sfruttare qualche strumento per andare in pensione prima.

Senza limiti d’età, una prima soluzione è rappresentata da Quota 41 per i lavoratori precoci (da non confondere con la nuova possibile Quota 41 flessibile).

Si tratta, però, di una possibilità strettamente riservata a pochissimi lavoratori perché non è richiesto solo il requisito contributivo, ma bisogna anche rientrare in determinate categorie.

In linea di massima, a eccezione dell’età per cui non ci sono limiti, i requisiti da rispettare sono i seguenti:

  • Storia contributiva di almeno 41 anni;
  • Almeno 35 anni di contributi effettivi;
  • Almeno 12 mesi di contributivi continuativi versati prima del compimento di 19 anni.

Dei 35 anni di contributi effettivi, sono esclusi quelli figurativi per malattia, infortunio e disoccupazione.
Questa pensione anticipata è rivolta agli invalidi civili al 74%, ma anche a:

  • Lavoratori usuranti;
  • Lavoratori impegnati in mansioni gravose;
  • Disoccupati che non percepiscono la Naspi da almeno 3 mesi;
  • Caregiver.

Pensione invalidi al 74% con 30 anni di contributi: ecco come

Un secondo strumento riservato agli invalidi prevede il versamento di almeno 30 anni di contributivi e un limite anagrafico.

Si tratta dell’Ape sociale che si rivolge a una platea simile a Quota 41, ma presenta caratteristiche particolari.

Non si tratta di una pensione definitiva, ma di accompagnamento dai 63 anni e 5 mesi fino a 67 anni, ovvero l’età in cui si accede alla pensione di vecchiaia.

A differenza di altre prestazioni previdenziali, l’Ape Sociale non prevede assegni familiari o la tredicesima mensilità, né tanto meno maggiorazioni sociali.

L’importo massimo è pari a 1500 euro al mese e vige il divieto di cumulo con redditi da lavoro, con la sola eccezione delle prestazioni autonome occasionali fino a 5000 euro annui.

Lavoratrici invalide al 74%: come funziona Opzione donna

L’ultimo strumento è riservato esclusivamente alle lavoratrici donne: Opzione donna.
Si tratta di una possibilità concessa, tra le tante, anche alle donne invalide con almeno il 74% di disabilità accertata.

Opzione donna permette di accedere alla pensione in anticipo, ma si basa sul ricalcolo contributivo dell’assegno. Proprio su questo aspetto, è necessario effettuare le dovute valutazioni, in quanto potrebbe rivelarsi poco conveniente per l’importo che si andrà a percepire.

I requisiti di accesso a Opzione donna sono i seguenti:

  • 35 anni di contributi maturati entro il 31 dicembre dell’anno precedente;
  • 59 anni d’età per le madri di almeno due figli, 60 anni d’età per le madri di almeno un figlio e
  • 61 anni d’età per donne senza figli.

In linea di massima si tratta di una misura, se non fosse per il ricalcolo contributivo, molto accattivante, considerando che permette alle donne invalide di andare in pensione con 8 anni di anticipo rispetto alla pensione di vecchiaia.

Pensione anticipata con invalidità al 74%: cosa sapere

  • Quota 41 per lavoratori precoci: chi ha almeno il 74% di invalidità può accedere a Quota 41, ma solo se rientra in categorie specifiche (invalidi civili, disoccupati, caregiver, lavori usuranti o gravosi) e con almeno 41 anni di contributi, di cui 12 mesi prima dei 19 anni;
  • Ape Sociale con 30 anni di contributi: accessibile dai 63 anni e 5 mesi, prevede almeno 30 anni di contributi. È un'indennità ponte fino alla pensione di vecchiaia, con importo massimo di 1.500 euro al mese e senza tredicesima;
  • Opzione Donna per lavoratrici invalide: riservata alle donne con almeno il 74% di invalidità: consente il pensionamento anticipato con 35 anni di contributi, ma prevede il ricalcolo contributivo dell’assegno, che può ridurre l’importo.
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