C’era bisogno di una boccata d’aria fresca per il franchise dei "Transformers", e quella boccata si è chiamata "Bumblebee". Dopo anni di esplosioni roboanti firmate Michael Bay, con film che avevano diviso la critica e persino i fan storici, il 2018 ha portato un prequel inaspettatamente intimo e nostalgico.
Diretto da Travis Knight ("Kubo e la spada magica") e interpretato da Hailee Steinfeld, il film ha saputo riportare al centro dell’azione non solo i robot giganti, ma soprattutto le emozioni umane, gli anni '80 e un protagonista amatissimo: il Maggiolino giallo più tenero e coraggioso del cinema.
Non a caso molti spettatori hanno parlato di "rinascita" della saga, e il successo al botteghino (468 milioni di dollari) ha confermato che la scelta di puntare su una storia più raccolta, meno fracassona e più pop, è stata vincente. Ma vediamo nel dettaglio come si è concluso il film e dove sono state girate le scene che hanno fatto impazzire i fan.
L’atmosfera anni '80 di "Bumblebee" non è stata creata solo da costumi e colonna sonora (impossibile dimenticare le hit pop e rock di quel decennio), ma anche dalle location scelte per le riprese. Le scene principali sono state girate in California, tra Los Angeles, San Francisco, Santa Cruz, Vallejo e Mare Island.
San Francisco, con il suo inconfondibile Golden Gate Bridge, è stata protagonista del finale mozzafiato, quando Charlie e Bumblebee si separano proprio su una scogliera che domina il ponte. Santa Cruz, invece, ha regalato le atmosfere da cittadina di mare perfette per la vita di Charlie, tra spiagge e luna park, in puro stile retrò.
Mare Island, ex base navale a Vallejo, è stata trasformata in set per alcune delle scene più spettacolari, comprese quelle con gli elicotteri Bell UH-1H Huey (forniti dalla Scroggins Aviation) che hanno visto protagonista anche John Cena nei panni del colonnello Burns.
Curiosità per i fan degli effetti pratici: sul set è stato costruito un Bumblebee a grandezza naturale, con testa, torace e braccia funzionanti, per aiutare Hailee Steinfeld a recitare in modo realistico nelle scene più intime. Una scelta che ha reso il film molto più "fisico" e autentico, in contrasto con il digitale esasperato dei capitoli precedenti.
Il film si apre lontano dalla Terra, sul pianeta Cybertron, dove gli Autobot stanno perdendo la guerra contro i Decepticon. In un clima di caos e distruzione, Optimus Prime ordina al giovane B-127 di fuggire e trovare un rifugio sicuro sul nostro pianeta, così da preparare una base operativa per i compagni. È l’inizio del viaggio che porterà il piccolo ma coraggioso Autobot a diventare il Bumblebee che tutti amiamo.
Il suo atterraggio sulla Terra, però, non è dei più morbidi: siamo in California, nel 1987, e il suo arrivo viene subito intercettato dal Settore 7, un’agenzia governativa segreta guidata dal colonnello Jack Burns (John Cena). Convinto che l’alieno sia una minaccia, Burns lo attacca senza esitazioni.
Le cose peggiorano quando compare il Decepticon Blitzwing, che lo tortura per ottenere informazioni su Optimus. B-127 si rifiuta di tradire i suoi amici e ne esce vivo per miracolo, ma perde la voce e la memoria. Prima di crollare, assume la forma di un vecchio Maggiolino giallo Volkswagen del 1967.
Ed è qui che la storia prende una piega più intima. Charlie Watson (Hailee Steinfeld), una ragazza di 18 anni che sogna la libertà e soffre ancora per la perdita del padre, trova l’auto in una discarica e la porta a casa. In un momento che ricorda i classici coming-of-age anni '80, scopre che quel Maggiolino è in realtà un robot gigante un po' malandato ma adorabile.
Charlie lo ribattezza Bumblebee, e tra i due nasce subito un legame fortissimo, fatto di confidenze, tenerezza e un pizzico di caos domestico (Bee non è proprio un ospite silenzioso, anzi: distrugge casa nel giro di pochi minuti).
Il finale di "Bumblebee" ha chiuso il cerchio di un viaggio di formazione, sia per la protagonista Charlie Watson (Hailee Steinfeld), sia per il nostro Autobot preferito. Dopo mille avventure, inseguimenti e combattimenti contro i Decepticon Shatter e Dropkick, la battaglia si è spostata in un porto californiano, dove il destino della Terra sembrava appeso a un filo.
Charlie, dimostrando coraggio e lucidità, ha disattivato il segnale che avrebbe richiamato altri nemici, mentre Bumblebee ha dato spettacolo sconfiggendo i suoi avversari: Dropkick fatto letteralmente a pezzi con una catena, e Shatter annientata dall’inondazione causata dalla rottura di una diga.
A questo punto, però, arrivava la parte più toccante. Charlie e Bee, ormai legatissimi, si trovavano davanti a una scelta inevitabile: continuare insieme o dirsi addio. Bumblebee, consapevole di avere una missione più grande - proteggere la Terra in attesa dell’arrivo di Optimus Prime e degli altri Autobot - ha deciso di andare per la sua strada.
In una scena dal sapore dolceamaro, si è trasformato in una Chevrolet Camaro del 1977 (strizzando l’occhio ai fan del primo "Transformers" del 2007) e ha salutato Charlie, che a sua volta è tornata dalla sua famiglia, pronta a ricominciare la sua vita senza dimenticare quell’amicizia unica.
Il film si è chiuso con Bumblebee che si è ricongiunto con Optimus Prime, mentre nuove capsule di salvataggio entravano nell’atmosfera: un chiaro segnale che la saga aveva ancora tanto da raccontare, come poi abbiamo visto con "Transformers: Rise of the Beasts" nel 2023.