Con l’avvicinarsi delle scadenze per l’adesione al concordato preventivo biennale 2025-2026, torna centrale il tema dei requisiti d’accesso, in particolare quello legato alla soglia dei debiti con il Fisco.
Nonostante le numerose modifiche normative che hanno progressivamente rimodellato lo strumento, resta fermo un principio chiave: chi ha pendenze fiscali pari o superiori a 5.000 euro non può accedere al concordato, a meno che non abbia già provveduto a regolarizzarle.
La buona notizia, tuttavia, è che non è necessario saldare immediatamente l’intero importo dovuto.
Anche la presenza di un piano di rateizzazione attivo è sufficiente a “riabilitare” il contribuente e a consentirgli l’accesso alla misura. Un dettaglio tutt’altro che secondario per migliaia di titolari di partita Iva interessati a siglare un nuovo patto con il Fisco.
La prima settimana del mese di settembre è già passata e la scadenza del 30 settembre 2025, termine ultimo per aderire al concordato preventivo biennale relativo agli anni d’imposta 2025 e 2026 si avvicina.
È proprio questo il momento in cui torna al centro dell’attenzione uno dei requisiti fondamentali per l’accesso alla misura: la situazione debitoria del contribuente.
Per poter aderire al concordato, è necessario che il titolare di partita IVA non presenti, al 31 dicembre 2024, debiti tributari o contributivi superiori a 5.000 euro complessivi, purché tali debiti siano definitivamente accertati. Si tratta, cioè, di somme divenute definitive a seguito di sentenze irrevocabili, atti impositivi non più impugnabili o cartelle esattoriali per le quali sono decorsi i termini di opposizione.
Come chiarito dall’Agenzia delle Entrate con la circolare n. 9/E/2025, nel calcolo rientrano sia:
Sono invece esclusi dal conteggio:
Il superamento della soglia rappresenta un vero e proprio ostacolo all’adesione, che, se non rimosso, impedisce l’ingresso nel concordato e può anche determinare la decadenza dal regime, se riscontrato successivamente.
Tuttavia, non si tratta di una condizione irreversibile. Il contribuente ha infatti la possibilità di:
Anche i debiti inclusi nella rottamazione quater non sono considerati ostativi, ma solo se il contribuente è in regola con i pagamenti previsti dal piano.
Attenzione: una rateizzazione decaduta non consente l’accesso al concordato. La regola è chiara: solo chi dimostra di avere una posizione debitoria regolare – anche se dilazionata – può aderire al patto con il Fisco.
Chi intende aderire al concordato ha tempo fino al 30 settembre 2025 per rimuovere eventuali cause ostative. Considerando i tempi tecnici necessari per l’approvazione di un piano di rateazione da parte dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione, è fondamentale agire tempestivamente.
In sintesi, per accedere al nuovo concordato biennale non è richiesto l’azzeramento totale delle pendenze fiscali o previdenziali, ma è indispensabile che queste siano sotto controllo. Pagamenti regolari o piani di rientro approvati e rispettati rappresentano la chiave per non perdere l’opportunità di blindare per due anni la propria posizione fiscale, evitando accertamenti e controlli.