Dal 1° gennaio 2026 entreranno in vigore importanti novità per i lavoratori affetti da malattie oncologiche, invalidanti o croniche, sia nel settore pubblico che privato.
La Legge 106/2025 introduce infatti più diritti per chi deve affrontare visite, esami e cure mediche, con l’obiettivo di tutelare il posto di lavoro e offrire maggiore flessibilità.
Nell’articolo, vedremo quali saranno tutte le novità dal 2026.
La legge riconosce 10 ore aggiuntive di permesso retribuito ogni anno per visite, esami e terapie, su presentazione di certificazione medica. Questi permessi spettano a:
Questi permessi si aggiungono a quelli già previsti dalla legge, per aiutare chi deve seguire cure mediche regolari.
Chi ha una malattia oncologica o invalidante può inoltre chiedere un congedo fino a due anni, anche frazionato. Durante questo periodo:
Al termine del congedo, è garantito un accesso prioritario allo smart working per facilitare il ritorno al lavoro. Il periodo di assenza non viene calcolato nell’anzianità di servizio, ma può essere riscattato versando i contributi.
Il congedo si aggiunge al normale periodo di assenze per malattia previsto dai contratti, che di solito va da 3 a 6 mesi nel privato e fino a 18 mesi in tre anni nel pubblico.
Per usufruire delle nuove tutele basta una certificazione medica rilasciata da medico di base o specialista, trasmessa in modo elettronico tramite il Sistema Tessera Sanitaria, lo stesso usato per i normali certificati di malattia.
Anche i lavoratori autonomi possono sospendere le prestazioni per motivi di salute, fino a un massimo di 300 giorni all’anno, senza diritto a compenso, previa richiesta.
Questo rappresenta un’estensione rispetto ai 150 giorni attualmente previsti per malattia o gravidanza.
Queste novità nascono dal “modello sociale della disabilità”, un concetto che considera la disabilità come il risultato delle barriere sociali e ambientali, più che una condizione individuale.
In altre parole, la disabilità dipende da quanto la società è inclusiva o meno. La legge 106/2025 segue questo principio, bilanciando il diritto del lavoratore a mantenere il posto anche quando non può lavorare pienamente, con la necessità del datore di lavoro di garantire la continuità dell’attività.
Con queste misure, l’Italia si adegua agli standard internazionali e rafforza la tutela di chi convive con malattie gravi.
Si punta a creare un ambiente lavorativo più equo, che consenta a tutti di conciliare salute e lavoro senza perdere sicurezza e dignità.