Arriva un nuovo provvedimento che punta a introdurre un incentivo economico per l’iscrizione dei nuovi nati ai fondi di previdenza complementare.
Se approvato, sarà una misura unica in Italia. L’obiettivo è aiutare le famiglie a costruire fin da subito una pensione integrativa per i propri figli, in un contesto in cui la pensione pubblica rischia di non bastare più.
Vediamo subito come funziona e le caratteristiche principali.
La previdenza complementare è una forma di risparmio volontario che affianca la pensione pubblica erogata dall’INPS. Consiste nel versare, nel tempo, somme di denaro in fondi pensione dedicati, con l’obiettivo di ottenere, al momento del ritiro dal lavoro, una rendita integrativa.
A differenza del sistema pubblico, che oggi si basa sul metodo contributivo e risente dell’invecchiamento della popolazione, la previdenza privata consente di accumulare un capitale personale, che può anche generare rendimenti nel tempo.
Proprio per questo motivo, molte famiglie iniziano a valutare forme di risparmio a lungo termine sin dalla nascita dei figli.
La proposta in Trentino-Alto Adige introduce un contributo economico per l’avvio di un fondo pensione dedicato ai neonati, accessibile a tutte le famiglie residenti stabilmente sul territorio.
Ecco i dettagli della misura:
La misura è pensata per stimolare una “cultura della previdenza” già in tenera età e dare un segnale concreto di sostegno alle famiglie.
Il piano trentino è stato definito come una dote di lungo periodo: un sostegno iniziale che può crescere nel tempo e diventare un capitale utile anche per altri progetti, come lo studio o l’avvio di un’attività.
Il budget iniziale previsto è di 3,2 milioni di euro, che si stabilizzeranno a 2 milioni di euro all’anno a regime. L’assessore alla previdenza sociale ha spiegato che la misura non ha solo una funzione economica, ma anche un valore educativo e sociale.
In Europa, iniziative simili sono già in fase di attuazione. Il caso più recente è avvenuto in Germania, ad esempio, dal 2026 partirà, una sorta di “paghetta previdenziale” da 10 euro al mese per i giovani tra i 6 e i 18 anni.
Anche in Friuli-Venezia Giulia esiste un incentivo per i minori, ma vincolato a un ISEE sotto i 35.000 euro e all’adesione alla “Carta famiglia”.