Le cartelle esattoriali potrebbero tornare al centro di una nuova pace fiscale, con la possibilità di rateizzare i debiti fino a 10 anni, anche per chi ha già aderito in passato alle precedenti rottamazioni ma è decaduto dai benefici.
La proposta è chiara: includere nella Rottamazione Quinquies anche quei contribuenti che non sono riusciti a completare i pagamenti delle vecchie definizioni agevolate.
L’obiettivo è offrire una seconda possibilità a chi, pur avendo manifestato la volontà di mettersi in regola, si è trovato in difficoltà economiche tali da non poter rispettare le scadenze previste. Una misura che punta a recuperare risorse senza penalizzare i più fragili.
In questo articolo, spieghiamo in cosa consiste la nuova proposta di pace fiscale.
L’obiettivo della Lega per la prossima Legge di Bilancio 2026 è duplice: aumentare gli stipendi e alleggerire il peso delle cartelle esattoriali.
Oggi un italiano su tre ha una cartella esattoriale pendente da anni: 5, 10, o addirittura 15.
Per questo motivo, si ritiene necessario riaprire i termini della pace fiscale, prevedendo anche una rateizzazione lunga fino a 120 rate (10 anni).
L’idea è già stata formalizzata in una proposta di legge, con l’intenzione di inserirla nella prossima Legge di Bilancio 2026. Naturalmente, il punto chiave resta quello delle risorse.
Una delle principali novità riguarda la possibile riformulazione delle regole di decadenza. Attualmente, basta una sola rata non pagata per perdere i benefici delle sanatorie.
Nella proposta della Lega, invece, si decadrebbe solo dopo otto rate non pagate. È stata anche sottolineata l’importanza di offrire una seconda possibilità a chi ha aderito in passato ma non è riuscito a portare a termine i versamenti.
Nonostante le intenzioni politiche, la decisione definitiva sulla nuova rottamazione spetta al Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che nei giorni scorsi ha chiarito che ogni misura dovrà essere valutata in base alle risorse disponibili e alle priorità della prossima Manovra, tra cui figurano anche le spese per la difesa, aumentate a causa dello scenario internazionale.
Il viceministro dell’Economia Maurizio Leo ha più volte ribadito che una nuova rottamazione non potrà essere generalizzata.
Serve una selezione attenta, con l’obiettivo di evitare abusi e di premiare solo chi è realmente in difficoltà economica.
Tra i criteri allo studio per accedere alla rottamazione quinquies:
La Corte dei Conti, d’altronde, ha più volte evidenziato come le precedenti rottamazioni abbiano prodotto scarsi risultati in termini di incassi reali, con molte adesioni iniziali ma pochi pagamenti effettivi.
Tutte le ipotesi dovranno confrontarsi con la realtà dei conti pubblici. Entro il 2 ottobre, infatti, il Governo dovrà presentare il Documento Programmatico di Finanza Pubblica (DPFP), che sostituisce la vecchia NADEF.
Sarà quello il momento in cui si delineeranno le linee guida della Legge di Bilancio 2026, con un primo quadro ufficiale sulle misure fiscali in arrivo, inclusa – eventualmente – la rottamazione quinquies.
La rottamazione quinquies potrebbe offrire una nuova occasione per regolarizzare i debiti con il Fisco, soprattutto a quei contribuenti che in passato hanno aderito alle sanatorie senza però riuscire a completare i pagamenti.
L’orientamento politico c’è, ma la fattibilità economica dipenderà dalle scelte del Ministero. Le prossime settimane saranno decisive per capire se davvero questa nuova pace fiscale 2026 vedrà la luce.