La stagione fiscale offre ai contribuenti un'opportunità importante: ottenere il rimborso Irpef per le imposte pagate in eccesso l’anno precedente.
Tuttavia, i tempi di accredito non sono uguali per tutti. Chi presenta la dichiarazione tramite il Modello Redditi Persone Fisiche (PF) può trovarsi ad affrontare attese ben più lunghe rispetto a chi utilizza il più diffuso Modello 730.
In questo articolo vediamo le differenze tra i modelli, chi deve utilizzare l’ex modello Unico, come richiedere il rimborso e quando arriva.
I contribuenti che utilizzano il Modello 730 ricevono solitamente il rimborso Irpef nel giro di circa due mesi.
Questo perché l’accredito avviene in automatico, direttamente in busta paga o nel cedolino della pensione, grazie all’intervento del sostituto d’imposta.
La situazione è diversa per chi presenta la dichiarazione con il Modello Redditi PF, lo strumento previsto per i titolari di partita IVA e per tutti quei contribuenti che, per ragioni specifiche, non possono (o scelgono di non) utilizzare il 730.
In questo caso, il rimborso non viene erogato automaticamente, ma deve essere richiesto esplicitamente durante la compilazione della dichiarazione.
Il Modello Redditi PF è obbligatorio o consigliato in diversi casi, tra cui:
Questo modello consente una maggiore flessibilità nella dichiarazione, ma comporta anche tempi più lunghi per l'eventuale rimborso.
Per ottenere il rimborso Irpef tramite il Modello Redditi PF, è essenziale compilare in modo corretto il quadro RX, dove il contribuente deve indicare chiaramente come intende utilizzare il credito d’imposta risultante dalla dichiarazione. Le opzioni disponibili sono tre:
Senza questa indicazione, l’Agenzia delle Entrate non eroga alcun rimborso. È inoltre importante sapere che non vengono rimborsati crediti inferiori a 12 euro. Se l’importo spettante è inferiore a questa soglia, l’Agenzia non effettua il pagamento.
Uno degli aspetti più critici per chi utilizza il Modello Redditi PF riguarda proprio le tempistiche di rimborso.
Secondo le stime comunicate in passato dall’Agenzia delle Entrate, il tempo medio tra la presentazione della dichiarazione e l’accredito effettivo è di circa sette mesi.
Tuttavia, molti contribuenti segnalano ritardi ben più lunghi, in alcuni casi superiori a dodici mesi.
Non esistono scadenze ufficiali: il rimborso viene effettuato solo dopo che l’Agenzia ha completato i controlli fiscali. Per questo motivo, è fondamentale che i dati dichiarati siano corretti e che il quadro RX sia compilato senza errori.
Chi desidera verificare lo stato di avanzamento della propria richiesta di rimborso può farlo accedendo all’area riservata del sito dell’Agenzia delle Entrate, tramite credenziali SPID, CIE o CNS.
All’interno del cassetto fiscale è possibile consultare tutte le informazioni relative alla dichiarazione e ai rimborsi.
In alternativa, si può contattare il servizio di assistenza telefonica dell’Agenzia delle Entrate. È inoltre possibile rivolgersi direttamente a un ufficio territoriale dell’Agenzia per ricevere assistenza in presenza.
Un modo efficace per accelerare i tempi di accredito è comunicare in anticipo all’Agenzia delle Entrate il proprio codice IBAN, in modo da consentire il versamento diretto su conto corrente bancario.
La comunicazione può avvenire attraverso diverse modalità:
In assenza di IBAN, l’Agenzia delle Entrate invierà un assegno vidimato tramite raccomandata, che potrà essere incassato in contanti presso gli uffici postali o versato su un conto corrente entro 60 giorni dalla data di emissione.
Il rimborso Irpef per chi presenta il Modello Redditi PF richiede maggiore attenzione e pazienza rispetto al Modello 730. La corretta compilazione del quadro RX e la comunicazione del proprio IBAN possono fare la differenza in termini di tempi e modalità di accredito.
Sebbene non ci siano scadenze ufficiali per l’erogazione, è importante monitorare la propria posizione attraverso il sito dell’Agenzia delle Entrate e, se necessario, contattare l’assistenza.
Chi desidera ricevere il rimborso più rapidamente dovrebbe agire per tempo, evitando errori formali e garantendo una comunicazione trasparente dei propri dati bancari.