Per richiedere l’annullamento o la riduzione del secondo acconto emerso dal Modello 730/2025, i contribuenti hanno tempo fino al 10 ottobre per inviare la comunicazione.
I contribuenti ne avranno piena responsabilità, pertanto, è bene esserne certi e capire come si presenta la comunicazione, chi può farlo e in quali casi e, soprattutto, come si determina il secondo acconto sulle imposte.
Se dal Modello 730/2025 è emerso un secondo acconto superiore a quanto, effettivamente, si dovrebbe versare, il contribuente può richiedere l’annullamento o la riduzione.
Per farlo, il contribuente deve inviare una comunicazione scritta al datore di lavoro entro il 10 ottobre 2025, specificando l’importo che intende versare.
In questo modo si può evitare o ridurre l’addebito automatico dell’acconto in busta paga o nel cedolino della pensione.
Le regole e le scadenze relative al versamento dell’acconto sono le stesse previste per i titolari di partita Iva: il pagamento avviene in un’unica soluzione entro novembre.
Nel caso dei contribuenti con sostituto d’imposta, il relativo importo viene trattenuto direttamente dalla retribuzione mensile.
Va sottolineato che la decisione di modificare l’importo dell’acconto è a totale responsabilità del contribuente, il quale deve valutare correttamente l’effettivo debito d’imposta per evitare eventuali sanzioni in caso di versamento insufficiente.
Questo è molto importante da tenere in considerazione: pertanto, si consiglia di avvalersi del supporto di un professionista, come un commercialista o un consulente del lavoro per valutare, adeguatamente, la propria situazione.
Salvo eventuali cambiamenti normativi come quelli introdotti negli ultimi due anni, il secondo acconto Irpef deve essere versato in un’unica soluzione entro il 30 novembre, senza possibilità di suddividerlo in più rate.
Il contribuente che decide di comunicare la volontà di riduzione o annullamento del secondo acconto ne è responsabile. Questo perché versare un acconto di importo inferiore a quanto dovuto comporta l’applicazione delle sanzioni per omesso pagamento.
Collegandoci alla comunicazione, le sanzioni saranno a carico del contribuente in caso effettui la richiesta di riduzione del secondo acconto.
Tuttavia, in base a quanto previsto dal decreto legge n. 69/89 non si applicano sanzioni o interessi nei seguenti casi:
Detto questo, è necessario che il contribuente abbia ben chiaro perché il secondo acconto Irpef può essere più alto.
I lavoratori e anche molti pensionati versano l’acconto di novembre dell’Irpef e, eventualmente, della cedolare secca.
Il secondo acconto può risultare superiore all'effettiva imposta dovuta per l'anno successivo al verificarsi, solitamente, dei seguenti casi: