28 Sep, 2025 - 08:11

Modello 730/2025: come richiedere la riduzione del secondo acconto entro il 10 ottobre

Modello 730/2025: come richiedere la riduzione del secondo acconto entro il 10 ottobre

Per richiedere l’annullamento o la riduzione del secondo acconto emerso dal Modello 730/2025, i contribuenti hanno tempo fino al 10 ottobre per inviare la comunicazione.

I contribuenti ne avranno piena responsabilità, pertanto, è bene esserne certi e capire come si presenta la comunicazione, chi può farlo e in quali casi e, soprattutto, come si determina il secondo acconto sulle imposte.

Come richiedere l’annullamento o la riduzione del secondo acconto

Se dal Modello 730/2025 è emerso un secondo acconto superiore a quanto, effettivamente, si dovrebbe versare, il contribuente può richiedere l’annullamento o la riduzione.

Per farlo, il contribuente deve inviare una comunicazione scritta al datore di lavoro entro il 10 ottobre 2025, specificando l’importo che intende versare.

In questo modo si può evitare o ridurre l’addebito automatico dell’acconto in busta paga o nel cedolino della pensione.

Le regole e le scadenze relative al versamento dell’acconto sono le stesse previste per i titolari di partita Iva: il pagamento avviene in un’unica soluzione entro novembre.

Nel caso dei contribuenti con sostituto d’imposta, il relativo importo viene trattenuto direttamente dalla retribuzione mensile.

Va sottolineato che la decisione di modificare l’importo dell’acconto è a totale responsabilità del contribuente, il quale deve valutare correttamente l’effettivo debito d’imposta per evitare eventuali sanzioni in caso di versamento insufficiente.

Questo è molto importante da tenere in considerazione: pertanto, si consiglia di avvalersi del supporto di un professionista, come un commercialista o un consulente del lavoro per valutare, adeguatamente, la propria situazione.

Salvo eventuali cambiamenti normativi come quelli introdotti negli ultimi due anni, il secondo acconto Irpef deve essere versato in un’unica soluzione entro il 30 novembre, senza possibilità di suddividerlo in più rate.

Quali sono le responsabilità del contribuente

Il contribuente che decide di comunicare la volontà di riduzione o annullamento del secondo acconto ne è responsabile. Questo perché versare un acconto di importo inferiore a quanto dovuto comporta l’applicazione delle sanzioni per omesso pagamento.

Collegandoci alla comunicazione, le sanzioni saranno a carico del contribuente in caso effettui la richiesta di riduzione del secondo acconto.

Tuttavia, in base a quanto previsto dal decreto legge n. 69/89 non si applicano sanzioni o interessi nei seguenti casi:

  • Versamento parziale della prima rata: non si configura una violazione qualora l’importo versato non sia inferiore al 40% dell’acconto complessivamente dovuto, calcolato sulla base della dichiarazione dei redditi relativa all’anno in corso;
  • Omesso o insufficiente pagamento della seconda rata: non si applicano sanzioni se l’importo complessivamente versato (considerando anche l’eventuale primo acconto già pagato) copre l’intero acconto dovuto, come risultante dalla dichiarazione riferita al medesimo periodo d’imposta. 

Perché il secondo acconto può essere più alto

Detto questo, è necessario che il contribuente abbia ben chiaro perché il secondo acconto Irpef può essere più alto.

I lavoratori e anche molti pensionati versano l’acconto di novembre dell’Irpef e, eventualmente, della cedolare secca.

Il secondo acconto può risultare superiore all'effettiva imposta dovuta per l'anno successivo al verificarsi, solitamente, dei seguenti casi:

  • Quando il contribuente prevede di beneficiare, nell'anno successivo, di rilevanti detrazioni fiscali grazie a spese sostenute che ridurranno in modo significativo l'imposta da versare;
  • Nel caso in cui, durante l’anno, venga interrotto un contratto di locazione assoggettato al regime della cedolare secca, determinando così la cessazione del relativo obbligo d’imposta sostitutiva, con conseguente riduzione dell’imposta complessiva;
  • Quando i redditi percepiti nell’anno in corso risultano inferiori rispetto a quelli dell’anno precedente, comportando un’imposta complessiva più bassa rispetto a quella su cui si basa il calcolo degli acconti.

Riduzione o l’annullamento del secondo acconto: cosa sapere

  • Scadenza 10 ottobre: la comunicazione va inviata per iscritto al datore di lavoro entro il 10 ottobre 2025, indicando l’importo che si intende versare;
  • Responsabilità del contribuente: chi richiede la riduzione se ne assume la piena responsabilità. In caso di errore, si rischiano sanzioni per versamenti insufficienti;
  • Quando è possibile farlo: se si prevedono detrazioni elevate, cessazione della cedolare secca o un calo dei redditi rispetto all’anno precedente.
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