Una possibile svolta per il personale scolastico arriva dal Senato, dove è in discussione un disegno di legge che potrebbe consentire il pensionamento anticipato a partire dai 60 anni per insegnanti, dirigenti scolastici e personale Ata.
La proposta, nota come Ddl Bucalo è stata presentata a seguito di una petizione promossa dal sindacato Anief, con l’obiettivo di offrire una risposta concreta al crescente problema del burnout tra i lavoratori della scuola.
Il fulcro della proposta è la possibilità di riscattare gli anni di laurea a condizioni agevolate, così da consentire un accesso anticipato alla pensione.
Il disegno di legge prevede infatti l'applicazione di un’aliquota contributiva ridotta al 5%, che abbasserebbe sensibilmente il costo del riscatto: da circa 6.000 euro annui a circa 900 euro per ogni anno di studi.
Si tratta di una misura che, se approvata, renderebbe il riscatto della laurea molto più accessibile, permettendo a molti lavoratori della scuola di raggiungere in anticipo i requisiti contributivi per lasciare il lavoro.
Un’opportunità che si tradurrebbe in un concreto sollievo per una categoria spesso soggetta a carichi di lavoro elevati e crescente stress professionale.
Secondo i dati diffusi da Anief, oltre il 35% dei docenti italiani esprime la volontà di lasciare l’insegnamento, esasperati dalle condizioni lavorative e dal forte stress accumulato.
Il disegno di legge si propone quindi anche come una misura di tutela del benessere psico-fisico, offrendo un’uscita anticipata e dignitosa a chi da anni opera nelle aule scolastiche.
La proposta si muove anche nel solco di una maggiore equità tra categorie: in altri settori della pubblica amministrazione, come quello delle Forze Armate, il riscatto degli anni di formazione è gratuito.
L’estensione di un beneficio simile al comparto scuola è vista come una necessaria misura di riequilibrio.
Il disegno di legge n. 1413/2025 è attualmente in esame presso la X Commissione permanente del Senato, che si occupa di lavoro, previdenza e affari sociali.
Per poter proseguire il suo iter legislativo, il testo dovrà ottenere anche il parere positivo delle Commissioni Affari Costituzionali, Bilancio e Cultura.
Se l’iter parlamentare procederà senza ostacoli, la misura potrebbe entrare in vigore già nel 2026, aprendo la strada a una riforma significativa nel sistema previdenziale del settore scolastico.
La proposta ha già ottenuto un’ampia adesione da parte del personale scolastico: sono quasi 120.000 le firme raccolte a sostegno dell’iniziativa promossa dall’Anief. Un segnale forte, che dimostra quanto la misura sia sentita e attesa da una categoria che da anni chiede soluzioni concrete.
Rendere il riscatto della laurea più sostenibile rappresenta un compromesso intelligente tra le esigenze dei lavoratori e quelle della finanza pubblica. Un intervento che, oltre a migliorare le condizioni di chi è oggi in servizio, permetterebbe di favorire l’ingresso delle nuove generazioni nel mondo della scuola.
L’approvazione del disegno di legge potrebbe avere un impatto significativo su scala nazionale, interessando oltre 1,2 milioni di dipendenti pubblici del comparto scuola.
Rendere più accessibile il riscatto degli anni di studio vorrebbe dire agevolare il pensionamento anticipato per migliaia di lavoratori, migliorando la qualità della vita di chi lavora nella scuola e garantendo al contempo un ricambio generazionale più rapido ed efficace.